“La società attuale è il risultato di scelte fatte nel passato; così come le future saranno condizionate dalle scelte presenti. Anche nell’essere umano la memoria, cioè il ricordo di cose antiche o recenti che siano, è alla base delle nostre esperienze di vita, che poi sfociano in scelte concrete.”
Questa affermazione, estratta dal messaggio di ottobre, la newsletter mensile che padre Egidio Zoja (a proposito: auguroni, ha appena tagliato il traguardo dei 90 anni) invia ai suoi parrocchiani di Castellazzo, appare come un ulteriore incoraggiamento al cammino intrapreso con l’avventura di Bollate Oggi. Blog che vuole rappresentare il futuro del passato, attraverso racconti di fatti, personaggi, vicende, che riguardano la nostra comunità, in una sorta di raccolta di ricordi, aneddoti, immagini, documenti, narrati da chi li ha vissuti o li sta vivendo, per far si che sfogliando le pagine di questa antologia collettiva – scritte in ambiti, situazioni, momenti e luoghi diversi – si possano trovare indicazioni e orientamenti per progettare un nuovo percorso. Lo stesso padre Zoja, nel suo scritto, mette in guardia: “se l’uomo rifiuta le proprie radici non ha più la linfa e la forza per crescere, se non guarda al passato per troncare ciò che è negativo e non coltiva il bene e il bello, non può programmare il domani”. Del resto, già nel 400 avanti Cristo, il filosofo Tucidide ammoniva che bisogna guardare al passato per capire il presente e programmare il futuro, monito che le 75 storie finora raccontate stanno cercando di mettere in pratica, grazie al supporto di molteplici testimonianze, non solo per essere tramandate ma anche per farne spunto di riflessione. Se poi, come afferma il poeta di origine libanese, Kahlil Gibran, “il ricordo è un modo di incontrarsi”, il romanzo popolare di Bollate Oggi ha sorpreso, stupito, fatto emergere particolari sconosciuti, quindi incontrato nel profondo la realtà del nostro territorio, ponendo le basi per realizzare un autentico affresco a più voci della vita comunitaria. Adesso siamo impegnati a tradurlo in un volume rievocativo: i lavori sono in corso per essere pronti per l’appuntamento di Natale. Un impegno piuttosto notevole e gravoso che ci porterà, talvolta, a ritardare le uscite rispetto alla scadenza settimanale “perchè la messe è molta, ma gli operai sono pochi”. Animati però dall’obiettivo di rinverdire la tradizione per non disperderla e, soprattutto, attualizzarla. Per dirla con Gustav Mahler, “non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco”. Ossia, creare nuova cenere per alimentare nuova tradizione.