Dai fasti della lavorazione a pieno regime al capannone dismesso, la parabola discendente è avvenuta in modo repentino e inesorabile. Passato il ’68 dell’immaginazione al potere, e sopravvissuti alla normalizzazione del 12 dicembre 1969, tutto procedeva normalmente. Ma qualcosa di insidioso stava nascendo e presto avrebbe invaso le nostre vite. Le nuove tecnologie, il mondo “un villaggio globale“ preconizzato da Marshall Mc. Luhan. Prima il personal computer, poi la telematica, l’invenzione della email, il digitale con le connessioni in tempo reale, avrebbero cambiato la società..
Il danno – come spesso accade – fu di una classe politica miope, incapace di comprendere la transizione economica e culturale in atto. E poi il Far East, attraente, prezzi bassi e qualità alta.
Cantava Bruno Lauzi: “arrivano i cinesi, arrivano nuotando, dice Ruggero Orlando che domani sono qui….”
E così le aziende divennero centri di logistica e d’imballaggio prodotti, le persone non servivano più. Le fabbriche si svuotarono, lasciando centinaia di migliaia di mq di amianto, non ancora smaltito, in mezzo alle case e alle scuole. Scheletri di una guerra non combattuta. Il problema che non ci fu mai osmosi tra impresa e politica.
Ora l’epidemia ha fatto tornare il mondo ad una fase preindustriale. Approvvigionarsi di semilavorati in Cina è pericoloso. Una fabbrica di viti che non alimenta il sistema può mettere in crisi l’intera Fiat. Una sudditanza inaccettabile. Quindi la produzione deve rientrare, le fabbriche debbono riaprire. Ma, c’è un ma. I costi dei prodotti forniti da altri Paesi sono estremamente bassi e la qualità alta.
Il ritorno ad un completo ciclo di prodotto autarchico sarà difficile. Tuttavia, investendo su formazione professionale, innovazione e ricerca (seria), l’impresa può farcela. Qualche esempio positivo è già presente in zona. Gli amici di Fusel, a pochi metri dall’albero della vita dell’EXPO, hanno puntato con successo su qualità, automazione e prezzi. La Eurotranciature Spa, paradigmatica del rilancio dell’area: è l’azienda con il tasso di assunzioni di personale più alto, oltre che ad essere leader europeo nella fornitura di componenti nel comparto della auto a trazione elettrica, con altri stabilimenti di complemento di prodotto nelle vicinanze. Grazie a piani di sviluppo per reggere la sfida di un mercato in grande espansione ha in corso la costruzione di una nuova fabbrica nel nostro territorio.