La Spoon River dell’industria bollatese

Ma c’è chi rilancia

‘…dove se ne è andato Elmer che di febbre si lasciò morire…’

Non so perché, dovendo scrivere della deindustrializzazione dell’area del bollatese, mi è venuto in mente questo personaggio nato dalla penna di Edgar Lee Masters.

Forse perché nei personaggi di Masters la morte è ineluttabile e ci si abbandona ad essa senza lottare. I perdenti non lottano.

Il ventennio 50 – 60 vide nel nostro territorio una incredibile fioritura di industrie: piccole, medie, molte che poi divennero grandi. Tutto il territorio compreso tra la Varesina, la Comasina e Milano divenne sede di attività che spaziavano dalla meccanica alla elettrotecnica e elettronica, dalla chimica alla farmaceutica, fino alla cartotecnica.

Questo vivace territorio crebbe e si sviluppò grazie anche al trasferimento di aziende milanesi che, non avendo più spazio per aumentare di dimensione, ben si integrarono con quelle già esistenti dando luogo a sinergie interessanti.

Spesso studiare il passato serve ad immaginare il futuro.

Un vecchio volume, datato anni Sessanta e con molte foto a corredo, illustra con dovizia di particolari lo sviluppo industriale di Bollate in quegli anni che odoravano di boom economico.

Edito su iniziativa dell’allora sindaco Vittorio Nizzola in occasione di una visita in Comune di un alto esponente del governo, l’onorevole Danilo de Cocci, sottosegretario al ministero dell’industria e del commercio, permette di fotografare lo stato dell’arte.  Scrive in proposito il De’ Cocci: ‘il programma economico della Lombardia mi pare ben documentato dalla rapida crescita del Comune di Bollate, uno dei più importanti centri  di moderno sviluppo industriale.’

Il sindaco Vittorio Nizzola

Onorevole Danilo de’Cocci

All’epoca, era il 1963, l’allora paese aveva una superficie territoriale di circa 16  kmq, non essendo ancora posta in essere la sciagurata decisione di separare la frazione di Baranzate dal capoluogo. La popolazione ammontava a 29215 abitanti, con 2058 immigrati, che si aggiungevano a quote di maggior dimensioni degli anni passati. Si stava avviando la trasformazione strutturale del territorio lasciandosi alle spalle le origini agricole (non solo terreni e coltivazioni, ma anche cascine e cortili) e si avviava la fase dell’ urbanizzazione che andava di pari passo con quella della industrializzazione.

Sul fronte imprenditoriale, quella che nell’autunno caldo sarà conosciuta a livello sindacale come zona Sempione, si dipanava in un lunghissimo serpentone, una impresa via l’altra, che dal quartiere milanese  Certosa Varesina si allungava quasi fino a Saronno, con il territorio bollatese che faceva la parte del leone per  numero di aziende dalle tipologie più disparate. Una sorta di ‘meccanica valley’ in rapida espansione, fortemente collegata al sistema delle università tecnologiche ed economiche di Milano (Politecnico e Statale per la scienza, Cattolica e Bocconi per l’economia).

Situazione anagrafica di Bollate nel 1963

La trasformazione di Bollate fu epocale, all’insediamento rapido di nuove industrie nacque il problema della residenza, a nuovi cittadini quello della formazione scolastica. L’istruzione  primaria era garantita da una scuola di nuova costruzione in via Fratellanza: avviamento commerciale e agrario, non rispondente alla domanda emergente. In Milano, in zona Fiera, nel 1957 fu inaugurato un nuovo grande istituto di avviamento al lavoro, il Cesare Correnti, alla presenza del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi e in diretta in TV. Ciò a significare l’importanza dell’evento.

Complici i trasporti su ferro (FNM) e su gomma (Broggi e Grattoni), centinaia di ragazzi di Baranzate, Bollate, Novate, Garbagnate e Cesate frequentarono l’istituto, diplomandosi periti industriali. A questo istituto si affiancarono analoghe iniziative come la celebre scuola aziendale all’interno dello stabilimento dell’Alfa Romeo ad Arese e la scuola serale delle Acli, ubicata nei sotterranei della Leonardo da Vinci di Bollate, che sfornavano operai specializzati finiti: tornitori, fresatori, meccanici e disegnatori tecnici, che subito venivano inseriti nel mondo del lavoro. L’apertura, nel 1965, delle università permise a molti diplomati di divenire ingegneri, fisici e, grazie ai corsi serali all’università Cattolica del Sacro Cuore, di produrre economisti. Una nuova classe dirigente era stata creata in pochi anni.

Sul versante imprenditoriale, alle storiche aziende operanti nel centro cittadino: la Boston, la Borroni e la Ceruti, si aggiunse tutta una serie di nuovi insediamenti  produttivi che trovarono sede proprio sull’asse viario della statale Varesina, in un lunghissimo elenco di nomi e tipologie lavorative.

OMR Officine Meccaniche Riunite – Teleruttori elettrici – Baranzate

TELEMECCANICA ELETTRICA poi fusa con OMR – TEOMR. Baranzate

FORSID Elevatori

NUOVA URANO – Trattamenti galvanici per metalli leggeriBaranzate

FIAR – Radar per aeronautica militare – Baranzate

CARBOLOY – Utensili in metallo duro – Baranzate

INDUSTRIA CHIMICA VERNICI – Vernici – Bollate

TURATI LOMBARDO – Stampa – Baranzate (*)

FRATELLI LIVIO – Targhe – Baranzate

MAINARDI IMBALLAGGI Imballaggi – Baranzate

SOFFIERIA VITTORIA – Vetreria – Bollate

PESATORI – Strumenti elettrici di misura – Baranzate

FISMA – Baranzate

CE.BA – Elettrodomestici – Cassina Nuova

GIA.MA – Bollate

SPASCIANI S.p.A. – Dispositivi individuali di sicurezza – Baranzate

BANFI MIESA,  Componenti elettronici – Baranzate

MOTORI ELETTRICI ELETTRODOMESTICI – Motori – Bollate

TERMOVENTIL – Componenti per condizionamento – Baranzate

BOTTEON PIACENTINI – Ventilatori  industriali – Baranzate

KINOMAT – Bobinatrici – Baranzate

LEON BEAUX – Esplosivi – Baranzate

BASF – Chimica di base – Baranzate

BIONDI – Meccanica – Baranzate

MOTOM, Motociclette – Baranzate

CARTITALIA – Cartotecnica – Ospiate

LA FORGIA, Forgiature e affini – Ospiate (*)

OEMM – Ballast per lampade fluorescenti – Baranzate

NEOPHARMED – Farmaceutico – Baranzate (*)

GERONAZZO – Chimica di base(ora Rhon Poulenc) – Baranzate (*)

FICUT – Carte ad uso tecnico – Baranzate

EUROTRANCIATURA S.p.A. – Meccanica . Baranzate (*)

FUSEL S.r.l. . Elettronica – Baranzate (*)

LORIS Bellini – Meccanica – Bollate

ZAMBELETTI, ora GLAXO– Farmaceutica – Baranzate (*)

* Aziende ancora attive sul territorio

Nomi che hanno fatto parte della storia socioeconomica locale, hanno garantito occupazione e reddito. Peccato che buona parte di essi sia rimasto un nostalgico ricordo di archeologia e statistica Industriale.

Ora dormono, dormono sulla collina.

Dai fasti della lavorazione a pieno regime al capannone dismesso, la parabola discendente è avvenuta in modo repentino e inesorabile. Passato il ’68 dell’immaginazione al potere, e sopravvissuti alla normalizzazione del 12 dicembre 1969, tutto procedeva normalmente. Ma qualcosa di insidioso stava nascendo e presto avrebbe invaso le nostre vite. Le nuove tecnologie, il mondo “un villaggio globale“ preconizzato da Marshall Mc. Luhan. Prima il personal computer, poi la telematica, l’invenzione della email, il digitale con le connessioni in tempo reale,  avrebbero cambiato la società..

Il danno – come spesso accade – fu di una classe politica miope, incapace di comprendere la transizione economica e culturale in atto.  E poi il Far East, attraente, prezzi bassi e qualità alta.

Cantava Bruno Lauzi: “arrivano i cinesi, arrivano nuotando, dice Ruggero Orlando che domani sono qui….”

E così le aziende divennero centri di logistica e d’imballaggio prodotti, le persone non servivano più. Le fabbriche si svuotarono, lasciando centinaia di migliaia di mq di amianto, non ancora smaltito, in mezzo alle case e alle scuole. Scheletri di una guerra non combattuta. Il problema che non ci fu mai osmosi tra impresa e politica.

Ora l’epidemia ha fatto tornare il mondo ad una fase preindustriale. Approvvigionarsi di semilavorati in Cina è pericoloso. Una fabbrica di viti che non alimenta il sistema può mettere in crisi l’intera Fiat. Una sudditanza inaccettabile. Quindi la produzione deve rientrare, le fabbriche debbono riaprire. Ma, c’è un ma. I costi dei prodotti forniti da altri Paesi sono estremamente bassi e la qualità alta.

Il ritorno ad un completo ciclo di prodotto autarchico sarà difficile. Tuttavia, investendo su formazione professionale, innovazione e ricerca (seria), l’impresa può farcela. Qualche esempio positivo è già presente in zona. Gli amici di Fusel, a pochi metri dall’albero della vita dell’EXPO, hanno puntato con successo su qualità, automazione e prezzi. La Eurotranciature Spa, paradigmatica del rilancio dell’area: è  l’azienda con il tasso di assunzioni di personale più alto, oltre che ad  essere leader europeo nella fornitura di componenti nel comparto della auto a trazione elettrica, con altri stabilimenti di complemento di prodotto nelle vicinanze. Grazie a piani di sviluppo per reggere la sfida di un mercato in grande espansione ha in corso la costruzione di una nuova fabbrica nel nostro territorio.

Eurotranciature

Fusel

Come emblema di questa rigenerazione è stata poi realizzata una bella operazione di riconversione da capannoni dismessi ad un avveniristico investimento nel capitale umano. Sulle ceneri della storica Carboloy da qualche anno è  sorta l’International School of Milan, scuola internazionale che occupa più di 1500 allievi, dalla primaria alle superiori, provenienti dalla intera area metropolitana milanese, con docenti di madre lingua. Un progetto di riqualificazione urbanistica finalizzato alla attività didattica, educativa e sociale, divenuto pregiato biglietto da visita per la nuova Baranzate  e che ora ha in programma un ampliamento di servizi accessori, a partire da un centro sportivo in scala nazionale  nel quale si confronteranno non  solo gli studenti delle International School  presenti in Italia, ma che sarà  usufruibile pure  dalle realtà sportive locali, in un segnale di apertura verso una comunità ospitante nel nome di cultura, sport ed integrazione.

International School of Milan

Di fronte a questi scenari in movimento tocca ora alle rinnovate amministrazioni comunali di Baranzate e Bollate diventare protagoniste e non rimanere semplici spettatrici degli eventi.

Antonio C.G. Pastore

Ingegnere per caso, giornalista mancato, scrittore che non ha ancora deciso cosa scrivere. Una vita di scorribande, a far sempre cose nuove, una diversa dall’altra. Insegnante, assaltatore/postino, ricercatore CNR, ingegnere in società multinazionali, imprenditore, politico di terza classe, socialista da sempre e per sempre. Amore per il teatro, negli ultimi anni enfatizzato dalla fortunata frequentazione con Luca Ronconi ai tempi del Piccolo Teatro di Milano. Appassionato di musica classica sostiene che: ‘dopo Mozart è stato inutile scrivere musica’. Calcisticamente agnostico, ferrarista da sempre. Vanesio, si ritiene un eccellente chef. Amante di vini rossi e bollicine per accompagnare cibi. Sempre alla ricerca di persone nuove con le quali parlare, confrontarsi, discutere, litigare, bere e gustare cose golose.

Antonio Carlo Giuseppe Pastore