Al di là di questo particolare, i documenti che lo riguardano sono ricchi di elogi per la “sua infaticabile attività di educatore tra i bambini; divulgatore di ideali legati a Dio, Patria e Famiglia tra gli adolescenti ed i giovani; ed estendendo il suo raggio d’azione anche agli adulti analfabeti”. A conferma di ciò, una medaglia d’argento conferitagli nel 1877 dal ministero, accompagnata da premi per una rendita di lire 50 e in denaro per lire 130, annotati su un libretto a lui intestato dalla Cassa di Risparmio e datato1882. Oltre che in qualità di insegnante, il Croce operò anche nella pubblica amministrazione, assessore nella giunta guidata dal sindaco Vanotti, avendo tra gli altri come colleghi Edoardo Tizzoni e Giuseppe Colombo. Fu anche membro della Congregazione della Carità , nonché presidente della banda cittadina. Autentico esempio di impegno professionale e civile. Non c’è dunque da stupirsi se alla morte, avvenuta nell’aprile del 1899, furono decretati funerali solenni con la commemorazione ufficiale da parte del sindaco Vanotti che sentenziò: “ con la sua scomparsa viene a mancare un uomo integro e benemerito sotto tutti i rapporti che tanto bene, durante la sua vita, arrecò alla di lui famiglia e al Comune”.
Intanto, nel 1860, era salita in cattedra anche la prima maestra, Regina Beretta con uno stipendio annuo di lire 333 , divenuto in seguito 444. Le differenze di genere: il Croce, uomo, ne percepiva 666.
Con la nomina della Beretta le classi divennero due: una maschile, che comprendeva prima, seconda e terza insieme, e una femminile, pure in questo caso tre classi in una. La popolazione scolastica però aumentava e nel 1867 venne nominata una terza maestra, Ermenegilda Borroni, figlia di un consigliere comunale, che avrà l’onore di insegnare in una classe mista.
Considerato l’esponenziale aumento del numero di alunni, per ben due volte, nel 1869 e nel 1880 , il consiglio comunale cittadino è chiamato a dibattere la richiesta del Regio Provveditore agli studi di Milano, per istituire una nuova classe. In entrambe le circostanze il consiglio comunale si dichiara contrario per motivi prettamente economici, sostenendo che c’erano già tre maestri: Carlo Croce, con tre classi e 118 alunni, Regina Beretta con due classi femminili e 85 alunne, Costanza Croce, sorella di Carlo, con due classi miste e 114 alunni, e che dunque una nuova classe avrebbe gravato “ per ulteriori migliaia di lire annue un bilancio già oberato di spese.”
Inoltre erano funzionanti i corsi serali e festivi, antesignani delle scuole professionali e di quelle di avviamento. Le lezioni, sia serali che festive,erano tenute dagli stessi maestri del corso diurno.
Nel 1893 al pensionamento di Croce subentra Antonietta Fraschini. Nel 1902 debutta la quarta classe ed entra in scena la maestra Giuseppina Lodigiani. L’edificio di via Piave si dimostra ormai insufficiente per far fronte alle nuove esigenze di spazi e così il sindaco Vanotti prese in considerazione il progetto di trasferire scuola e municipio in sede più idonea . Nel 1910 venne approvato il progetto definitivo e cominciarono i lavori per la edificazione della scuola elementare di via Garibaldi, con annesso il palazzo comunale.
I costi per la realizzazione dell’opera furono così rendicontati :
• acquisto del terreno di mq 3972,0 -di proprietà di Edoardo Tizzoni- Lire 25.818,45, pari a lire, 6,50 il mq.;
• impresa costruttrice fratelli Rizzi: importo lire 88400,77;
• arredamento: lire. 3597,05
Ai lavori intervennero in qualità di artigian:
Felice Tenconi, elettricista, lire 25,
Angelo Radice, lire 35;
Fratelli Oggioni, imbiancatura, lire. 87
Come bidello fu nominato Pietro Torezzo
Nel 1911, in virtù del decreto legge del ministro Credaro, tutte le scuole provinciali passarono sotto l’egida dello stato.
Dalle memorie del dr. Carlo Croce – per gentile concessione delle figlie Paola e Lucia