Era mio padre
I ricordi sono davvero tanti.
Ne voglio ricordare però uno legato alla scelta di trasferirsi a Bollate.
Correva l’anno, così si usa dire quando si vogliono raccontare fatti avvenuti tanto tempo prima, in questo caso correva l’anno 1960, io avevo otto anni e il “maestro” Panzeri, così lo chiamavano tutti, decideva di cambiare casa. Decisione presa perché si era innamorato di un angolo di mondo all’estrema periferia di Bollate, ad Ospiate.
A quei tempi nel torrente Guisa, per chi lo ricorda, c’erano ancora i pesci e scorreva a pochi passi dalla nostra casa, dai suoi amati cani, dal suo orto, dalle sue galline e dai suoi alberi da frutta, dal suo rifugio. È li dove io prima e i miei figli poi, abbiamo imparato dal “maestro” ad amare e rispettare la natura e a vivere tra gente semplice e per bene. Ed è sempre lì che ebbe inizio la sua seconda giovinezza (era del 1911) che gli portò grandi successi con canzoni come “Non ho l’età “ scritta per Gigliola Cinquetti o “Nessuno mi può giudicare” per Caterina Caselli.
Da quello che era divenuto il suo rifugio non si allontanò nemmeno nel 1969, per andare negli Stati Uniti a ritirare un prestigioso premio assegnatogli dell’Associazione dei discografici d’America, per il grandissimo successo riscosso in America da Tom Jones con il brano Love me Tonight, versione inglese della sua canzone Alla fine della strada.
Gli venne fatto pervenire un invito, con tanto di biglietti aerei e soggiorno in hotel di lusso per lui e mia mamma, per partecipare alla cerimonia di premiazione, in programma a Los Angeles.
La paura di volare ma, soprattutto, l’apprensione su chi avesse accudito alle galline che allevava nel giardino (ma chi ghè pensa ai me gain”) lo indussero a rinunciare alla trasferta americana.
Pur essendone molto orgoglioso del riconoscimento disse “El me indiriss de Bulaa’ ghe l’han, vuraa dii che m’el manderann“.
Vuol dire che nel suo “mondo ospiatese” ci stava davvero bene.
Quanti anni sereni ha trascorso la nostra famiglia in quell’angolo di mondo.
Un piacevole e nostalgico ricordo di Bollate.
Giovanni Panzeri