Il 1960 è una sorta di annata doc per i lanciatori made in Bollate:
Roberto Radaelli, campione d’Italia nel 1973 ,nella categoria ragazzi, fa il suo esordio nel 1975 in serie Nazionale mostrando le sue qualità nel triennio ‘77/’79 ,risultando il miglior lanciatore della Diavia. Ceduto alla Biemme Bologna nel 1980, vince lo scudetto nel 1984 e la Coppa dei Campioni nel 1985. Dopo dieci anni passati all’ombra delle due Torri, approda alla Mediolanum Milano e contribuisce al rilancio della società, nel frattempo acquisita da Silvio Berlusconi, conquistando 2 Coppe Italia, 2 Coppe delle Coppe e 1 Supercoppa Europea. Torna a Bologna, ha il tempo di vincere una Coppa Italia, e chiude la carriera nel 2019, dopo l’ennesimo scudetto .Per 25 volte in Nazionale, ha giocato tre Mondiali e tre Europei.
Mauro Marazzi è un altro gioiello col marchio di fabbrica BBC. Proveniente dal settore giovanile, allenato da Alfredo Parri (il manager della scudetto giovanile del ’75).Per lui il biennio 1985/1986 è stato il momento migliore della carriera che lo ha portato ad approdare in nazionale. Debutta in azzurro proprio davanti al pubblico di casa, il 15 luglio 1986, nella ripresa finale di un bellissimo incontro nel quale l’Italia ha tenuto testa ai cubani campioni del Mondo. Una sconfitta onorevole per 5-1 ,davanti a circa 3000 persone. Dopo quell’esordio, Marazzi vestirà per altre 6 volte i colori azzurri.
Chiuso col baseball giocato, è rimasto nell’ambiente diventando, dapprima pitching coach del Bollate, e successivamente del Senago. Ci ha lasciato , dopo una breve malattia, a pochi giorni dal Natale 2019. Dal mazzo dei lanciatori emergono altri nomi: Giorgio Bortolomai, lanciatore mancino dai diabolici lanci e dalle curve lente,è stato soprattutto uno spauracchio per i battitori del Milano, società che ha pensato bene di tesserarlo nel 1989 per evitare di continuare a subire il suo talento e di poterlo invece utilizzare. Gabriele Diotti, promettente lanciatore destro, è presente nella Nazionale Juniores che a Stoccolma perde il titolo a vantaggio degli olandesi. Si affaccia alla serie A con buone premesse: decide però di optare per lo studio e scende dal monte.
Alessandro Ottoni, lanciatore destro ,gioca alcuni anni con la formazione targata Banca Subalpina. In possesso di uno slyder importante. Se ne accorge il Grosseto che vuole portarlo in Maremma, per un guaio alla spalla l’affare sfuma, insieme alla attività sportiva.
Nei primi anni Ottanta c’è un altro mancino che si fa largo con i suoi lanci, è Fabio Strada, l’alternativa a Mauro Marazzi. Si dividono il ruolo di lanciatori partenti ma se Marazzi è efficace, Fabio ha un rendimento altalenante che lo porta a desistere. Arriva allora il turno diLuca Minari e Riccardo Soldi, quest’ultimo figlio di quel Federico ‘Chicco’ Soldi che tanto ha dato alla nascita e alla crescita prima del baseball e poi del softball bollatese. I due under sono accomunati dallo stesso destino: iniziano come lanciatori ma ben presto si ritagliano una posizione diversa in campo. Minari si sistema in prima base, Ricky all’esterno destro, ambedue diventeranno discreti battitori.
Ha il Dna scritto nel destino di famiglia Davide Leonesio ,classe 1969 , da papà Kiko ha appreso l’arte di lanciare . Nel 1987 è Campione Europeo Juniores con la Nazionale Italiana ed è anche l’anno in cui assaggia la serie A.
Nel 1988 é il partente nel primo derby stagionale, lui sfrontato ragazzo, opposto al veterano Carlo Passarotto, classe 1943. 26 anni di differenza ma Davide non sfigura nella partita vinta dal Milano 5-4 .Si rifarà nel corso della stagione, quando risulterà il vincente nel derby di ritorno (9-6) . Nel 1992 è convocato allo spring-training con la Nazionale Italiana Preolimpica ( per i giochi di Barcellona ’92).
Come spesso accade ai lanciatori, sopraggiungono i problemi al braccio che lo costringono, nel 2004, a scendere di categoria ed accasarsi a Senago con cui vince il campionato di serie B e la Coppa Italia, salvo poi rientrare a Bollate come supporto del titolare Sheldon.