Ora è lì in sonno, nella parte opposta la ex Fabbrica Borroni in attesa di un utilizzo meno estemporaneo.
Quando mi occupavo di regolamentazione del Mercato immobiliare in CCIAA Milano, mi insegnarono un motto:
‘l’immobiliare è come il porco, non si butta nulla’
Scrivo queste brevi note, per i miei dieci lettori, chiuso in casa, per le note prescrizioni sul contagio Covid19.
Sono certo finirà, ma sono pure convinto che il mondo cambierà.
Non è peregrino associare il quadrilatero ad un residuato bellico, e la pandemia è una guerra.
Rammento il sottotitolo di questo scritto: le occasioni perdute e le opportunità future. Lasciamo il passato, è tempo di futuro.
Sarà uno dei compiti della prossima amministrazione comunale, che tra l’altro si è dotata di uno strumento urbanistico adeguato, affrontare il tema.
Certo è che lo sviluppo di un’area – in centro città – di quasi centomila metri quadrati: e a tanto ammontano ex Ceruti, Fabbrica Borroni e insediamenti ex industriali connessi possa essere considerato prioritario.
Facile ribadire che queste aree siano private, ma il riordino del territorio passa pure attraverso opportunità di ricollocazione PIP (Piano Insediamenti Produttivi 1990) e Piano Particolareggiato vigente PP1 (1990 area di interscambio Bollate Centro) associate a cogenti azioni di Marketing Territoriale possa, unite a intelligenza della volontà e fortuna portare a buoni risultati.