Cercasi medico disperatamente

Il signor dottore che non c’è più

Ricordate il dottor Guido Tersilli? Il celeberrimo medico della mutua- magistralmente interpretato da Alberto Sordi – era ossessionato dai pazienti che cercava di accalappiare e rubare ai colleghi con ogni tipo di stratagemma per aumentare il fatturato, con un ritmo di visite forsennato fino a mettere a repentaglio la sua salute.

A Bollate sta succedendo l’esatto contrario: centinaia di pazienti da mesi sono alle prese con una sorta di caccia al tesoro rappresentato dal medico di base. Un cercasi medico disperatamente che ha del paradosso.

Andati in pensione i dottori di riferimento, è iniziato un calvario fatto d’incertezze, con sostituzioni provvisorie, spesso di brevissima durata, ed orari di visita limitati. Nessuna garanzia per il futuro, tanto da essersi rivolti al sindaco, tutore della salute dei cittadini, per chiedere un intervento presso le autorità preposte.  Sollecitazione raccolta dal primo cittadino con la richiesta di un incontro urgente all’Azienda Territoriale competente. Come se non bastasse, a complicare ulteriormente la situazione, la lotteria dei vaccini antinfluenzali, dosi non ancora disponibili né per ambulatori medici né per le farmacie.  Oltre al fatto che, causa emergenza pandemica, per motivi di sicurezza quest’anno molti medici di base non aderiscono alla campagna di vaccinazione presso i loro studi. Conclusione: cittadini disorientati sul da farsi. A conferma del caos organizzativo in cui versa la regione Lombardia.

Ma perché si è passati dal medico onnipresente al medico introvabile? Nel 1968, ai tempi del dottor Tersilli, la convenzione con la mutua era la via più semplice per guadagnare: più pazienti, più visite, maggiori ricavi.  Per mettere ordine ad una sanità spezzettata tra mutue diverse, medici condotti che dipendevano dal comune, enti assistenziali che funzionavano per conto loro, nel 1978 è stata emanata la legge 883. Obiettivo della riforma garantire una sanità uniforme, l’uguaglianza di trattamento per tutti i cittadini: arrivano le Unita Sanitarie Locali, in Lombardia con una s in più – USSL – perche è inglobata la s di sociale.  I medici di famiglia passano sotto le direttive  di queste strutture, trasformate qualche anno più tardi in ASL. Nel nome del contenimento dei costi viene inserito il concetto di aziendalizzazione con la gestione manageriale della sanità, accompagnata da una maggiore autonomia assegnata alle regioni. Nasce il concetto di accreditamento per le strutture sanitarie, ossia le convenzioni tra sanità pubblica e privata. Da quel momento, ogni regione ha un proprio sistema sanitario ed eccoci così ai giorni nostri con l’ultima riforma targata Lombardia dell’agosto 2015, giunta Maroni, che istituisce due nuove agenzie, una allo scopo di produrre e gestire strumenti organizzativi e di comunicazione in ambito nazionale ed internazionale, l’altra di controllo del sistema sociosanitario. Sulle ceneri delle Asl nascono le ATS (agenzie di tutela della salute) e ASST (agenzie che accorpano in un’unica realtà ospedale e territorio). Le ATS, anche attraverso i distretti, hanno una serie di compiti da attuare, tra i quali quello di coordinare l’operato dei medici di base, mentre la ASST punta a “superare la frammentazione dei percorsi tra ospedale e territorio e tra sanitario e sociosanitario”.

Dunque, se il COME SIAMO è strutturato in un sistema modello holding della salute, con maggiori specializzazioni e più figure di riferimento, il COME ERAVAMO era probabilmente una sorta di medicina generale supportata dal rapporto con un’unica figura che andava al di là del semplice problema di salute.

Scriveva Ippocrate nel IV secolo a.C.E’ più importante sapere che tipo di persona abbia una malattia, piuttosto che sapere che tipo di malattia abbia una persona”. Già rilevava l’importanza della conoscenza reciproca tra medico e paziente prima ancora di arrivare alla cura della malattia.

Si legge oggi nel comma dell’articolo1, legge dicembre 2017, sulle norme del consenso informato e disposizioni di trattamento, il tempo di comunicazione tra medico e paziente costituisce tempo di cura”. Lo stesso concetto che passa dal Quarto secolo ai nostri giorni e che ribadisce l’importanza della personalizzazione del ruolo del medico.

 A questo proposito, per quanto riguarda il territorio bollatese, un manoscritto di Ada Borroni dei primi anni Quaranta ci consente di comprendere come era organizzata la cura della salute pubblica: ”il servizio sanitario è disimpegnato da due medici condotti, quello veterinario da apposito veterinario comunale, per il servizio infortuni funziona apposito ambulatorio comunale, quelli bisognosi di ricovero ospedaliero vengono trasportati a Milano in autolettiga”.

Due medici, all’epoca Rossi e Gallina, a disposizione della comunità locale in un rapporto quasi confidenziale.  Tanto per esemplificare, il dottor Giovanni Gallina, quando usciva dal suo studio situato in “Cort di pé bianc” di via Piave e girava con il calesse o con la bicicletta per le vie del paese, frequentemente veniva  fermato da pazienti che gli sottoponevano qualche disturbo fisico e lui  rispondeva in maniera pressoché automatica: “too l’oli”  ( (prendi l’olio, inteso come quello di ricino) quasi a rassicurarli con una terapia data sul posto. Era un rapporto dal carattere familiare che già allora inconsapevolmente metteva in luce la “personalizzazione del ruolo del medico”.

Dott. Giovanni Gallina (1867-1951)

Personalizzazione di carattere fiduciario che si poteva riscontrare anche con altri “sciur dutur” che hanno svolto la loro missione professionale nel secolo scorso: Antonio Argenteri, medico condotto in via Garibaldi e per vent’anni direttore dell’ospedale Caduti Bollatesi; Angelo Cei, ambulatorio nella abitazione di via fratelli Bandiera, Otello Kunzler, medico di medicina generale in via Turati fino al 1997, Bruno Mannucci, medico di famiglia inizialmente in via Matteotti poi in via Diaz fino al 1987;

Dott. Antonio Argenteri (1912-1965) 

Dott. Otello Kunzler (1927-2008) 

Dott. Aldo Romei Longhena

Antonio Molendini, ambulatorio in via Roma e per anni anche medico legale; Edoardo Ratti, operava presso la casa del Popolo con diverse mansioni sanitarie caratterizzate da un esperto occhio clinico; Aldo Romei Longhena,  studio nella galleria di via Fratellanza, Mario Tonti, ufficiale sanitario con svariate funzioni presso la casa del PopoloLuigi Uboldi, dapprima medico condotto in via Bixio, dal 1956 primario di Ostetricia e Ginecologia all’ospedale Caduti Bollatesi, Vincenzo Vitiello, medico della mutua Resnati, studio in via Matteotti.

Dott. Antonio Molendini (1931-2019)

Dott. Bruno Mannucci (1929 – 1987)

Dott. Luigi Uboldi (1927- 2012)    

Dott. Edoardo Ratti (1905-1982)

Un doveroso omaggio amarcord per la loro azione compiuta a favore della salute cittadina. A volte è bello dire semplicemente: grazie.

Paolo Nizzola

Paolo Nizzola, una vita a maneggiare notizie tra giornali , radio e tv,  tanto da farne un libro autobiografico “ Ho fatto solo il giornalista”.

Milanista da sempre, (ritiene che la sua più bella intervista l’abbia realizzata con Gianni Rivera), appassionato di ciclismo, (è coautore del libro “una storia su due ruote”), amante della musica jazz (è presidente dell’Associazione Bollate Jazz Meeting) .Gaudente a tavola, soprattutto  in buona compagnia.
Insomma, gran curioso di storie, di umani e di situazioni.

Paolo Nizzola

Ha sempre coltivato diverse passioni. La musica nei suoi aspetti più vari ,la fotografia, la storia locale e lo  sport   sono sempre stati al centro dei suoi interessi. .Una costante curiosità per tutto ciò che lo circonda lo ha portato a conoscere molti jazzisti italiani e americani o a scoprire aspetti dimenticati di quanto avvenuto in passato nella sua città. Ha collaborato alla realizzazione delle pubblicazioni  Bollate 100 anni di immagini (1978) , Una storia su due ruote (1989) Il Santuario della Fametta (2010) La Fabbrica dimenticata (2010) Il soggiorno a Bollate di Ada Negri (2014) . Ha curato anche diverse mostre fotografiche fra le quali La prima guerra mondiale nella memoria dei Bollatese (2015) La Fabbrica dimenticata (2010) I 40 anni di Radio ABC (1977). E’ tra i fondatori dell’Associazione Bollate Jazz Meeting (1994) di cui è segretario.

Giordano Minora