BOLLATE INCONTRA NEW YORK

 Quando le strade di due città si incrociano a suon di jazz

Il batterista Victor Lewis, più volte esibitosi a Bollate, con il cappello di Bollate Jazz durante un’intervista ad una TV Americana

Se l’incontro lo senti dentro lo metti in pratica come un sentimento condiviso. E’ il significato alla base del logo “Bollate meets New York“ che l’Associazione Bollate Jazz Meeting ha ideato come segno distintivo della rassegna “Conoscere il jazz”, che da 24  anni si tiene in città,  per sottolineare il rapporto di affettuosa vicinanza con i tanti musicisti provenienti dalla grande mela. 

Non un richiamo pubblicitario ne tantomeno un gemellaggio in musica, più semplicemente un’empatia che si instaura, un senso di accoglienza, di affinità personale che va al di là della stretto spazio di un’esibizione. Quest’approccio fuori dal comune, è apprezzato e ricambiato perché assume i contorni dell’esperienza di vita che è ricordata e metabolizzata tanto da manifestarsi anche in altri contesti e nel coltivare la relazione a distanza. Un approccio riconosciuto perché non si è solo saliti su un palco per un applaudito concerto, come succede in tante altre situazioni simili, (anche in celebrati festival che si tengono nel nostro territorio) dove il giorno dopo si riparte per la tappa successiva e non ci si ricorda più neppure il nome della località. L’originalità di Bollate Jazz, l’elemento che fa la differenza è proprio il sentirsi a casa, il familiarizzare, fare comunità. Un’atmosfera che i musicisti percepiscono da tanti particolari e che rimane indelebile nel tempo. Il breve ma intenso soggiorno trascorso a Bollate, viene così spesso richiamato per un frammento di memoria, un episodio specifico, un volto amico. Ecco allora una carrellata di curiosità che hanno contribuito a consolidare, a suon di musica, questo percorso umano tra le due città.

Se l’incontro lo senti dentro lo metti in pratica nel suo significato autentico, proprio come un sentimento condiviso.

VICTOR LEWIS

veterano dei soggiorni bollatesi.

VICTOR LEWIS AND JAZZ TRIBE – 2010

VICTOR LEWIS 2010

VICTOR LEWIS INTERVISTATO DA UNA TV AMERICANA

La prima volta risale all’aprile 1994. Da subito si è fatto apprezzare per la sua professionalità, un batterista che ha regalato impareggiabili ceselli, indimenticabili ritmi di rara grandezza e imprevedibilità sonora. Si è contraddistinto per il modo in apparenza distaccato di affrontare le situazioni. Solitario, taciturno, quasi sulle sue, spesso non condivide neppure la cena prima dei concerti, ne ha tenuti ben sette sul palco di Bollate. La sua persona cambia completamente a esibizione conclusa. Rapito dall’entusiasmo del pubblico, si lascia letteralmente andare tra il fumo delle sigarette, i selfie e le battute con i presenti, gli abbondanti brindisi nei quali non disdegna vino rosso e grappa, distillato che si premura di averne scorta nella camera d’albergo. La testimonianza del legame profondo instaurato con la nostra comunità? Una recente intervista con una tv statunitense fatta tenendo in testa il cappello ricordo sul quale campeggia la dicitura Bollate Jazz.  Quasi a simboleggiare un senso di appartenenza ad una comunità.

Intervista integrale a Victor Lewis alla TV americana

KENNY BARRON

gigante del pianoforte.

KENNY BARRON – 2009

Ha fatto registrare, nel marzo del 2009, il tutto esaurito allo Splendor in un concerto che è entrato negli annali della rassegna “Conoscere il jazz”. Artista raffinato nel suono, nel portamento e nel modo di fare; disponibile nell‘approccio ma con “juicio”, come direbbero gli spagnoli. Non ha mai dimenticato la raffinata cena in suo onore nella lussuosa sala letteraria di villa Borromeo a Senago, messa gentilmente a disposizione dalla proprietà, gratificata di avere come ospite un artista di così elevato prestigio. Nella circostanza Barron ha avuto modo di apprezzare, oltre a dipinti d’autore e rari volumi storici, la signorilità del trattamento e nel contempo di allacciare una profonda relazione con gli amici che condividevano la tavola. Una relazione sentita e che ha avuto modo di manifestarsi in altri incontri tra Parigi, Milano, New York e il suggestivo scenario delle isole Borromee sul lago Maggiore.

Il grande pianista Kenny Barron festeggiato dagli amici di Bollate ai quali si è aggiunto anche Tullio De Piscopo – 2009

Potesse parlare, il palco periferico dell’auditorium don Bosco di Cascina del Sole potrebbe vantarsi di essere stato calcato da autentici “giants of jazz”.  Nell’anno di grazia 2008 ha visto passare prima il contrabbassista EDDI GOMEZ e subito dopo il sassofonista CHARLES Mc.PHERSON. Quest’ultimo ha colpito per la sua maniacalità nel curare ogni dettaglio. Durante il sound- check ha seguito   nei minimi particolari lo sviluppo del suono, mettendosi più volte in mezzo alla sala per ascoltare timbri e sonorità e non lasciare nulla al caso. Allibito da tanta professionalità, il consumato staff bergamasco del service di Max Cappelini ha commentato: “ne abbiamo conosciuti tanti ma mai nessuno con questa precisione”.

EDDIE GOMEZ – 2008, CHARLES MC PHERSON  – 2008

Una serata particolare invece quella che ha avuto come protagonista

CURTIS FULLER

CURTIS FULLER – 2011

L’anziano trombonista, collaboratore di John Coltrane, è stato ospite nel 2011 allo Splendor in un concerto a luci e ombre. Il motivo del chiaroscuro è da ricercarsi nella lauta cena, a base di abbondanti porzioni di polenta e brasato, innaffiate da un corposo e spumeggiante barbera, cucinata a dovere dal compianto chef Ambrogio Ballabio e dai suoi collaboratori nella adiacente sala Donadeo. Il generoso barbera ha cominciato a fare effetto nel secondo set, il fiato di Fuller ha preso ad andare ad intermittenza, in perfetta sintonia con il ritmo del batterista Joe Farnsworth, appesantito di suo a causa di generose dosi di rosso piemontese che aveva deciso di accompagnare con della grappa, giusto per provare l’ebbrezza di un nuovo sapore. 

JOE FARNSWORTH – 2011

Durante l’intervallo, l’eclettico batterista ha rilanciato con più di un bicchiere dell’improbabile cocktail. Talmente inebriato dalla “mista”, durante il tragitto tra il bar e il palco, ha seminato buona parte del liquido lungo il percorso. Quasi fosse un novello Pollicino, declinato però in chiave alcolica. Immaginate come abbia potuto concludersi la performance.  Ironia della sorte, nel gennaio de 2020, Il batterista è stato indirettamente ancora protagonista nello stesso teatro. Nel corso della proiezione del film “Motherless Brooklyn” è passata una scena ambientata in un club di jazz e nella quale proprio Farnsworth è immortalato mentre sta suonando.  All’occhio di qualche attento spettatore, nella circostanza Giordano Minora, è balzata alla mente quella strampalata esibizione. Seppur dallo schermo è riapparso sul palco. Curioso flashback.

C’era la neve, abbondante, la sera del 3 marzo 2005, quando la vocalist

SHEILA JORDAN

SHEILA JORDAN – 2005

già avanti con gli anni, ha tenuto un concerto per l’altra metà del cielo.

La serata è stata infatti promossa insieme con l’associazione Mondo Donna e l’Accademia musicale Vivaldi (altro aspetto della declinazione del meeting, in questo caso la collaborazione tra associazioni).

SHEILA JORDAN CON FATIMA BONOMO, PRESIDENTE DI MONDO DONNA BOLLATE – 2005

Nonostante il pessimismo della vigilia, la coltre bianca non ha scoraggiato l’affluenza di pubblico, letteralmente estasiato dalle qualità vocali della cantante e dal sound della band tutta italiana che l’accompagnava, jazzisti affermati come Zanchi, Cipelli, Cazzola. Entusiasta, infaticabile e trascinante; un’energia inesauribile protrattasi fin a tarda notte nella cena, nel salotto di casa della presidente della Accademia, Maria Grazia Liverani, tra leccornie e buon vino, a conferma della raggiunta empatia con l’ambiente. Del resto, qualche anno prima , Sheila aveva già fatto tappa a Bollate partecipando, con la stessa band, ad una jazz night alla “casa del tempo” al parco centrale.

La giovanissima e talentuosa sassofonista

MELISSA ALDANA

MELISSA ALDANA – 2014

appena insignita di un Grammy Award, nell’aprile del 2014 ha avviato dal palco dell’auditorium don Bosco la sua tournée europea. Un concerto dal suono pulito, ricco di swing e potenza, apprezzato dal pubblico incuriosito da questa giovane e ancora poco conosciuta strumentista.  Decisamente più tumultuosa si è rivelata la coda della serata, e non per causa sua. Nel consueto momento conviviale del post palco, con chiacchiere, fotografie, salami, dolci e brindisi (tanti), l’effervescente batterista di origini cubane Francisco Mela si è fatto raggiungere da due amiche italiane che si sono unite alla compagnia approfittando immediatamente della abbondanza in tavola, in particolare vino e whisky. Intorno all’una, Melissa e il bassista hanno chiesto di tornare in albergo, la mattina dopo era in programma una levataccia verso l’aeroporto di Malpensa, mentre Francisco si è fermato con le amiche nel proseguire le libagioni. Solo a notte inoltrata, e dopo che una delle due, visibilmente alterata dai fumi dell’alcol, si era addirittura fatta graffiare il volto da un cagnolino-fortunatamente senza conseguenze-. il terzetto è stato condotto quasi a forza a destinazione, l’hotel a Lainate.  Il mattino seguente il clima non era dei migliori. Colazioni separate, Melissa e il bassista sono saliti su un transfer, mentre il manager e il batterista si sono chiariti, a proposito della burrascosa nottata, su un altro mezzo. La tournée dal punto di vista dell’affiatamento umano non era certo cominciata nel migliore dei modi. Dulcis in fundo, il direttore dell’albergo ha fatto presente, al momento di saldare il conto, che c’era una maggiorazione poiché in una camera avevano dormito tre persone. Il surplus di spesa è stato addebitato a carico del management del gruppo.

DAVE KIKOSKI

pianista che si è esibito in terra solese nella primavera del 2015.

DAVE KIKOSKI – 2015

Nella circostanza il senso dell’incontro è stato attuato a più riprese: prima delle prove ha fatto tappa alla vicina tabaccheria e si è intrattenuto con gli avventori a parlare dei confronti tra la vita di Bollate e quella di New York, invitandoli ad assistere al concerto della sera. Nel post, presso il confinante bar dell’oratorio, ha festeggiato il buon esito della esibizione tagliando una crostata di mele con scritto sopra il suo nome, confezionata appositamente dal gastronomo Raffaele Minora. Solitamente piuttosto rude sul palco e ombroso nei rapporti interpersonali, quella sera deve aver subito il fascino del “meet” e ha rivelato un’altra faccia della sua persona.

Un caso tutto a sé è quello del crooner

JOHNNY O’NEAL

Era da poco tornato sulle scene statunitensi, dopo essere scomparso per un lungo periodo, e  nell’ambiente si garantiva fosse un elegante performer. Nel maggio 2015, saputo che O’Neal si sarebbe esibito a Bari, Giordano Minora e il compianto Piero Cuna hanno organizzato una spedizione musical gastronomica nella terra natia di Piero, giusto per vedere, tra un piatto di orecchiette e un bicchiere di Primitivo, l’effetto che fa. Ed è stata una gradita sorpresa tanto da scritturarlo subito per la stagione successiva.  Prima dell’esibizione del marzo 2016 una nuova prova d’ascolto in un club milanese ha confermato la bontà della scelta artistica. O’ Neal si è confermato un personaggio poliedrico facendo subito breccia tra il pubblico per la sua simpatia e versatilità nel gestire il palcoscenico.

JOHNNY O’NEAL – 2016

In questi incontri ravvicinati può succedere anche di imbattersi nella puntigliosa precisione di qualche musicista piuttosto ostinato. E’ capitato al mitico Alessio Brocca, l’uomo che trasporta e accorda pianoforti da sempre. Durante il sound-check che precedeva il concerto del marzo 2015 ha dovuto sostenere un serrato confronto sonoro con

DANNY GRISSET

a proposito delle tonalità della tastiera.  Grisset sosteneva che un tasto non era ben accordato e dava un suono stentoreo. Brocca replicava, nella sua parlata brianzola, che era lui a premerlo nel modo sbagliato, “continui a percuoterlo a ripetizione così non senti che ti da sempre lo stesso plin, plin, plin e minga quella roba stunada cume te diset ti”. Confronto civile, seppur vivace: ognuno fermo sulle sue posizioni. Nonostante le dissonanze di sonorità, il concerto è filato via senza alcuna sbavatura. Quando si dice ci vuole orecchio. I due testardi professionisti hanno entrambi dimostrato di averlo.

DANNY GRISSET – 2009

ALESSIO BROCCA

Come un rosario si sgranano ricordi e nomi di quelli che hanno calcato la scena, le due icone Cedar Walton e Buster Williams, e poi Jeremy Pelt, l’introverso e sensibile trombettista Tom Harrel, nel novembre 2010 ha tenuto un applauditissimo concerto allo Splendor per celebrare i 60 anni di fondazione della Cooperativa Edificatrice San Martino.  E ancora, per la serie gli amici americani, gli habitués George Cables (vedi articolo dedicato alla genesi del cd Live in Bollate) e Bobby Watson, quasi due cittadini d’adozione per i loro frequenti soggiorni, senza dimenticare quello che lo Splendor potrebbe definire il suo pianista provvidenza Uri Caine.  Si è esibito nel novembre del 2014 per salvare il teatro dalla chiusura ed è tornato nell’ottobre 2016 per salutarne la riapertura. 

Ore piccole con Uri Caine al Las Vegas di Castellazzo – 2016

A loro si aggiungono, in ordine sparso, Ray Mantilla, Curtis Lundy, Ugonna Okegwo, J.D. Allen, Orrin Evans, Wayne Escoffery, Gary Smulyan , Jim  Rotondi, Ray Anderson, Jerry Bergonzi . Un repertorio musicale testimoniato dalle dediche autografate sul pannello che fa da sfondo ai concerti: autentica reliquia di firme del jazz contemporaneo.

La conferma di come il “meets” possa trasformarsi in una questione di feeling e unire due città.

Foto di © Giordano Minora e  © Roberto Cifarelli

Paolo Nizzola, una vita a maneggiare notizie tra giornali , radio e tv,  tanto da farne un libro autobiografico “ Ho fatto solo il giornalista”.

Milanista da sempre, (ritiene che la sua più bella intervista l’abbia realizzata con Gianni Rivera), appassionato di ciclismo, (è coautore del libro “una storia su due ruote”), amante della musica jazz (è presidente dell’Associazione Bollate Jazz Meeting) .Gaudente a tavola, soprattutto  in buona compagnia.
Insomma, gran curioso di storie, di umani e di situazioni.

Paolo Nizzola

Giornalista

Ha sempre coltivato diverse passioni. La musica nei suoi aspetti più vari ,la fotografia, la storia locale e lo  sport   sono sempre stati al centro dei suoi interessi. .Una costante curiosità per tutto ciò che lo circonda lo ha portato a conoscere molti jazzisti italiani e americani o a scoprire aspetti dimenticati di quanto avvenuto in passato nella sua città. Ha collaborato alla realizzazione delle pubblicazioni  Bollate 100 anni di immagini (1978) , Una storia su due ruote (1989) Il Santuario della Fametta (2010) La Fabbrica dimenticata (2010) Il soggiorno a Bollate di Ada Negri (2014) . Ha curato anche diverse mostre fotografiche fra le quali La prima guerra mondiale nella memoria dei Bollatese (2015) La Fabbrica dimenticata (2010) I 40 anni di Radio ABC (1977). E’ tra i fondatori dell’Associazione Bollate Jazz Meeting (1994) di cui è segretario.

Giordano Minora

Da molti anni fotografo ufficiale di Bollate Jazz Meeting , collabora con le più prestigiose riviste jazz italiane e internazionali e con etichette discografiche  quali Blue Note, ECM, CAM, Abeat. E’ autore di oltre cento copertine pubblicate su riviste, CD, DVD e libri.

Espone regolarmente in mostre personali in Italia e all’estero.

Roberto Cifarelli

Fotografo