ANNI ’70: RIPARTE IL CARNEVALE BOLLATESE

Il teatro in maschera di una città

Il manifesto dell’edizione 1980 dipinto da Paolo Fabbro 

Anno 1978: sui muri di Bollate appare un manifesto giallo, testo in nero, con disegnata una mascherina stilizzata dello stesso colore, che recita: “ il compito che ci siamo prefissati è quello di organizzare il nuovo Carnevale Bollatese nello spirito di una tradizione meritevole di essere ridestata da troppi anni di letargo di cui molti bollatesi giustamente si dolgono”. E’ firmato da Giulio Mesini, fotografo con negozio in via Matteotti, che si propone come punto di riferimento per il rilancio della manifestazione.

A sinsitra, il logo ideato per il Carnevale Bollatese. A destra, il bando per il rilancio del Carnevale Bollatese (1978)

Negli anni Sessanta ero arrivato a Milano dal mio paese d’origine sull’appennino tosco emiliano e avevo avuto modo di incrociare una fastosa sfilata del Carnevale Bollatese, rimasi impressionato da quelle coreografie e da quella partecipazione corale. Qualche anno più tardi decisi di tornare a vederlo ma, con mio disappunto, notai che non esisteva più. Destino ha voluto che negli anni Settanta sia venuto ad abitare a Bollate per avviare la mia attività di fotografo e da subito, parlando con diverse persone, ho percepito una senso di nostalgia verso quei carri che avevano lasciato un segno nella memoria collettiva. Così, a partire dal 1977, ho deciso di immaginare qualcosa per riproporlo. Al mio fianco avevo un nucleo di persone che credevano nel progetto, lo scultore Gianni Pinna, Giuseppe Barbaro, Roberto Minora, Franco Fedele, Costantino Cioppellari, il postino Rocco. Nel 1978 lanciammo il manifesto per rendere pubblica l’idea e subito dopo i carri tornavano a sfilare per le vie di Bollate nella serata del martedì grasso. Ad accompagnare il corteo della rinascita c’erano ben quattro corpi musicali della zona, capitanati da quello di Garbagnate, diretto dal maestro Michelotti, e la folkloristica “banda del frecass”, con loro tre gruppi di majorettes: il tutto grazie ad un accordo con gli amici garbagnatesi, dove saremmo andati a sfilare il sabato. Per l’occasione della ripartenza, per dare un segnale di stimolo, come Comitato Organizzatore allestimmo due carri, uno con soggetto “il veliero” e l’altro legato alle disfunzioni della mutua sanitaria. Al corteo erano presenti pure il carro del rione Cassinetta, con i Colombo protagonisti, e quello dell’Oltrepo’ di Pietro Schieppati, manufatti accolti con grande entusiasmo dalla numerosa folla che rimase colpita anche dalle splendide coreografie del gruppo dei “Semper Alegher”, ensemble di costumisti del teatro alla Scala.

Il gruppo dei promotori della ripresa del Carnevale Bollatese – anno 1978 (per gentile concessione di Giulio Mesini)

Fu un inizio che lasciò immediatamente un’impronta perché riaccese la voglia di esserci di persone, quartieri, aziende, istituzioni: il palco ci venne omaggiato dall’impresa del geometra Borsa, le luci dalla ditta di Angelo Marazzi, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Rolando Russo, stanziò un contributo di 5 milioni rimasto continuativo ed invariato nel tempo. Il Carnevale Bollatese si riaccese di passione, arrivarono nuovi fattivi collaboratori al Comitato Direttivo, Gianni Bonini, Giuseppe Cherubini, Nunzio Pace, Manuel Carli, figlio del primo storico promotore della iniziativa; si ampliò il numero dei rioni partecipanti, ognuno mandava un proprio rappresentante sia nel Comitato sia come membro della giuria; si allargò la collaborazione anche con altri comuni, Garbagnate, Novate, Senago,che partecipavano con loro carri; venne stabilito un percorso più ampio e articolato in modo da toccare diversi punti della città; si affiancò alla manifestazione una ricca lotteria allo scopo di raccogliere fondi. Insomma, intorno all’evento crescevano interesse ed euforia al punto che, nel 1980, allestimmo, dietro il piazzale della Casa del Popolo, una tendone da circo che per una settimana propose spettacoli: al pomeriggio per bambini e alla sera per adulti. Nel contempo cresceva lo spirito di competizione tra i rioni, con tanto di sfide campanilistiche a livello di derby, soprattutto tra la Cassinetta e il Coo de sot. Rivalità decisamente accese e dentro le quali, insieme a vivaci scambi di opinioni, non mancavano aspetti da spy story. A testimoniarlo quanto accaduto nella edizione del 1981: primo premio assegnato al carro di Ospiate a tema ecologico. I rappresentanti di quella frazione, capeggiati dal tandem Moretti- Brambilla, nel corso della fase di allestimento, adducendo ogni volta una scusa, non avevano mai permesso ai membri del Comitato di visionare le lavorazioni, come avveniva regolarmente per tutti i partecipanti. Il perché di questa reticenza emerse subito dopo la sfilata che portò gli ospiatesi a conquistare il primo premio. Una vittoria accolta con l’amaro in bocca dagli esponenti del Coo de sot ,giunti secondi, che non si dicevano convinti da quel carro troppo ben elaborato e curato fin nei minimi dettagli. Ad indispettirsi ,in particolare, un componente del rione che operava in una azienda con sede in Toscana. Questi, muovendosi con fiuto da detective, dopo una brevissima ma accurata ricerca fotografica, aveva scoperto che il carro vincitore aveva sfilato l’anno prima ad Oleggio ed era proveniente nientemeno che dal prestigioso carnevale di Viareggio. Morale: era stato acquistato e non creato in proprio come da regolamento. Inganno scovato però fuori tempo massimo quando ormai la premiazione era avvenuta.

Oddone Alzati , Paolo Fabbro, Giorgio Strada, Giuseppe Minora impegnati nei preparativi del carro del Coo de Sot del 1980

Angelo Albani da gli ultimi ritocchi al carro Il Mago d’Oz vincitore dell’edizione 1985 (per gentile concessione di Angelo Albani)

Giacomo in una fase dell’allestimento di un carro del rione Cooperativa (per gentile concessione di Angelo Albani)

il mago della saldatura, Franco Meazza, alle prese con i preparativi del carro della Cooperativa  ( per gentile concessione di Angelo Albani)

Ettore Minora e Paolo Fabbro impegnati nella preparazione del carro del Coo de sot del 1981

Episodio che rende l’idea di come la manifestazione fosse sentita e i rioni ci tenessero a primeggiare, non per niente reclutavano tecnici, allestitori, artisti per rendere sempre più attraenti le loro opere, studiando addirittura anche materiali e soluzioni innovative. Pratiche che dimostrano il clima di sfida sollecitato per conquistare la primogenitura cittadina, sollecitazione alla quale si aggiungeva pure il fatto che successivamente ci si metteva in mostra nel celebrato corteo del Carnevale Ambrosiano di Milano del sabato grasso, partecipazione, quest’ultima, prestigiosa nonché richiesta dallo stesso Palazzo Marino, con tanto di Ambrogino d’oro assegnato al Carnevale Bollatese per la sua eccellenza. La manifestazione aveva infatti raggiunto una notevole reputazione in ambito provinciale richiamando la partecipazione di carri provenienti addirittura dal bustocco con la loro maschera del Tarlisù.

Bagno di folla per il carro del Coo de sot in piazza Duomo – 1982

La trasferta milanese in piazza Duomo del carro del Coo de sot, subito dopo  aver partecipato alla sfilata pomeridiana di Bollate – 1980 

Il carro del Coo de Sot vincitore dell’edizione 1982

Una lunga serie di successi quelli che si sono susseguiti nelle otto edizioni effettuate, contrassegnata anche da qualche situazione di preoccupazione e tensione. In una delle prime, per motivi di sicurezza, abbiamo chiesto un intervento più marcato da parte della forza pubblica perché temevamo qualche azione di ritorsione dimostrativa, durante lo svolgimento della manifestazione, perché era stato scoperto da poco un covo delle Brigate Rosse a Baranzate. Invece, in una edizione degli anni Ottanta, si è rischiato l’annullamento del tutto: la libreria Punto e Virgola si è presentata a sorpresa ,qualche giorno prima della sfilata, chiedendo di intervenire con un proprio carro. Una volta concesso l’assenso, nelle immediate ore della vigilia abbiamo scoperto che la richiesta di adesione nascondeva una provocazione in aperta polemica con la costruzione della nuova abitazione del sindaco Aquino, riportava infatti un cartello sul fondo del carro:“ Aquino non fare il villino lasciaci il giardino”, aggiungendo nella riga sotto, “cazzo ma questo è un palazzo”. Questa frase ha innescato una accesa discussione, sia perché solo all’ultimo momento era stato svelato il contenuto del carro e quindi andava contro il regolamento, sia perché metteva a repentaglio il rapporto con il Comune. Nacque un duro braccio di ferro tra le parti che minacciava di far saltare l’intera manifestazione, Alla fine fu trovato un accordo di compromesso: il carro prendeva parte alla sfilata cancellando la scritta incriminata, sostituendola con la dicitura “censura”.

Il carro preparato dalla libreria Punto e Virgola con una maschera raffigurante il sindaco dell’epoca (1984)

Tuttavia, al di là di questi aspetti, posso affermare che il Carnevale Bollatese ha rappresentato per noi promotori un’ esperienza straordinaria, siamo riusciti a ricreare un clima di coinvolgimento tra i residenti dei vari rioni, che si ingegnavano ed impegnavano, autotassandosi, in uno spirito di competizione permeato però da un’atmosfera di allegria e buonumore, sentimenti di divertimento che si toccavano con mano quando andavamo a seguire le varie fasi di preparazione dei carri.

Proprio questo aspetto, unito alle scene di gioioso entusiasmo che suscitava il passaggio della sfilata, è stato il fattore che ci ha appagato maggiormente e arricchito umanamente. Sentivamo che il nostro sforzo era gradito, apprezzato e approvato da tutta la comunità

GIULIO MESINI – organizzatore del Carnevale Bollatese dal 1978 al 1985

Giulio Mesini racconta

ALBO D’ORO DEL CARNEVALE BOLLATESE

1978 – rione Cassinetta

1979- rione Madonna in Campagna

1980- rione Coo de sot

1981- rione Ospiate

1982 -rione Coo de sot

1983- rione Cassinetta

1984- rione Coo de sot

1985 – rione Cooperativa

 QUEI GIOIOSI CORIANDOLI

Al solo pronunciare la parola CARNEVALE si pensa a una esplosione di colori e di risate: i coriandoli, le maschere e i travestimenti, poi i carri allegorici, accompagnati da cortei festosi, una invasione di persone grandi e piccole.

Una festa  in allegria che unisce e allontana per un po’ anche le più grandi preoccupazioni.

Ricordo, allora, quando Giulio Mesini, nel suo negozio di fotografia che ha sempre usato come “ritrovo” per  incontri sociali, oltre che di amicizia, verso la fine degli anni ‘70, ha proposto, a me e pochi altri, di riorganizzare la sfilata di carnevale che a Bollate era ormai sospesa da molti anni.

Fu un attimo mettere insieme un gruppo di volontari, del quale mi onoro di aver fatto parte, e  riorganizzarla, con sacrifici davvero notevoli, ma allo stesso tempo appassionanti.

Ci siamo messi a lavoro, impegnando per mesi le nostre serate e siamo riusciti a riportare per le strade cittadine i carri, insieme a migliaia di persone festose.

Neanche il freddo del capannone industriale, usato per costruire il “veliero “ per la nostra prima sfilata, è mai riuscito a smorzare quell’entusiasmo.

FRANCESCO FEDELE

NOI DELLA COOPERATIVA EDIFICATRICE

Correva l’anno 1980, quattro amici, Angelo Albani, Lino Cozzi, Franco Meazza e Giacomo Valassina, rendendosi conto che alle sfilate del Carnevale Bollatese cresceva la presenza di carri di rioni diversi, decisero di mettere insieme le loro forze per fare in modo che anche il quartiere della Cooperativa Edificatrice Bollatese ne avesse uno tutto suo. Il debutto fu subito d’impatto:un’allegoria legata ad una vicenda molto attuale in quegli anni, lo scandalo dei petroli. Con il box messo a disposizione da Giacomo, e con le offerte dei soci cooperatori, si cominciò ad assemblare l’opera. Nessuno aveva mai costruito uno di questi particolari manufatti , ma mettendo a disposizione ciascuno le proprie capacità (Angelo, cesellatore, Franco, mago della saldatura, Lino, esperto meccanico , e Giacomino, storico idraulico), con tanta, tantissima buona volontà ed anche una buona dose di sacrifici, nel febbraio del 1981 riuscimmo a far sfilare per le strade il primo carro della Cooperativa.

Il carro della Cooperativa: Il Mondo delle Fiabe – Edizione 1983 (per gentile concessione di Angelo Albani)

L’anno successivo, sulla scorta del buon esito dell’esperienza d’esordio, la Direzione della Cooperativa, con lungimiranza, mise a disposizione del gruppo quello che era il vecchio lavatoio in via Mazzini al 2; una volta sistemato, divenne il laboratorio da dove, per altri quattro anni, furono realizzati i carri che andarono a perfezionarsi di volta in volta grazie all’aumentare dell’esperienza acquisita dal gruppo, fino ad arrivare a fare muovere strutture di oltre quattro metri di altezza. Strutture che, vista l’altezza limitata del laboratorio, venivano poi assemblate in un vecchio capannone dell’ex azienda Tosi, sito nell’attuale zona mercato.
Durante questo periodo, Angelo, Franco e Lino rimasero le colonne portanti ,a loro si aggiunsero molti altri volontari che si avvicendavano nelle varie fasi operative, dalla costruzione all’assemblaggio, fino alla pittura del carro. Questa attività era affiancata dal supporto della manodopera femminile che si prodigava in abili lavori di taglio e cucito per creare i costumi in sintonia con il soggetto rappresentato.
Nei primi anni di partecipazione, oltre al carro, il rione Cooperativa ideò pure due statuette in bronzo (il Meneghino e la Cecca, le tradizionali maschere ambrosiane) che erano  destinate come trofeo ai vincitori.
Inoltre, sempre con la collaborazione della CEB, sotto la presidenza di Claudio Castagna,  per varie edizioni venne organizzato un concorso di disegno, legato alle tematiche carnevalesche, cui aderirono moltissimi ragazzi e ragazze.

Nei cinque anni di presenza alla manifestazione, i carri della Cooperativa Edificatrice Bollatese sono sfilati con i seguenti soggetti:

1981 – Scandalo petroli. 1982 – Spaghettata di mezzanotte. 1983 – Il mondo delle fiabe . 1984 – Braccio di ferro. 1985 – Il mago di Oz., vincitore del primo premio dell’ultima edizione promossa. Un successo che ha consentito alla CEB di conservare nei suoi uffici lo storico labaro della manifestazione.

CINZIA CASTAGNA e ANGELO ALBANI

L’asso nella manica del Coo de Sot

Nel 1979 il  mio rione Coo de Sot partecipò all’edizione della  ripresa del Carnevale Bollatese con il carro I tre porcellini, allestito in poche settimane.  Oddone Alzati, Ettore Minora, Giorgio Strada , Luigi Minora, accogliendo l’invito di Giulio Mesini di dar vita nuovamente a quelle mitiche sfilate degli anni 50 e 60 di cui erano stati protagonisti, decisero, coinvolgendo molti altri,  di cimentarsi di nuovo con filo di ferro, carta di giornale e colla, vernice, per creare ancora un carro allegorico che ispirasse divertimento e risate, spensieratezza e buon umore in pieno spirito carnevalesco.

La base operativa era l’officina  dei fabbri Cesare e Fiorentino Anteo che si trovava nella Cort di Murun.

Al nucleo iniziale si aggiunsero i fratelli Luigi e Ambrogio Rossi, detti i “Pumpun”, i fratelli Adelio e Pierluigi Boniardi, Giuseppe Minora,  Luigi Dusi e Giuseppe Rossi.

Il mastodontico Re Carnevale del Coo de Sot , vincitore dell’edizione 1984,  transita in via Magenta 

Quell’edizione venne vinta dal rione della Madonna in Campagna. Alla cerimonia di premiazione, svoltasi sotto un tendone montato sull’area dietro la Casa del Popolo, incontrai il pittore Paolo Fabbro al quale proposi  di collaborare con il Coo de Sot per l’edizione successiva sottolinendogli  che la sua arte,  abbinata all’esperienza dei “veterani” del rione,  avrebbe dato sicuramente dei risultati positivi.

Ebbe così  inizio una collaborazione che portò  alla vittoria il carro del rione in ben tre edizioni (1980 – 1982 – 1984), che avrebbero potuto essere quattro se non ci fosse stato il “trucco” con cui Ospiate si aggiudicò l’edizione  del 1981.

Il carro ‘contestato’ con cui Ospiate vinse l’edizione 1981 scatenando accese polemiche  (Foto Cesare Motta)

Edizione 1981 carro

Giuseppe Cherubini nelle vesti di attivissimo organizzatore  – Edizione 1980

Emilietta e Luigi Dusi  tornano soddisfatti dalla trasferta milanese – 1980 

Musica e danza  nel corteo in transito in via Madonna Speranza – 1984

La collaborazione con Paolo Fabbro (leggi l’articolo dedicato al carnevale di Paolo Fabbro) portò all’adozione di nuove tecniche rappresentate dall’uso di grandi blocchi di polistirolo per la costruzione delle figure del carro.  Grazie all’utilizzo di un apposito strumento termico a resistenza elettrica si potevano  modellare i vari elementi , anche di grandi dimensioni,  come nel caso del gigantesco Re Carnevale presentato nell’edizione vincente del 1984. Per finanziarne i costi  venne ideata una raccolta fondi attraverso la vendita di  una serie di stampe con disegni  di vedute della Vecchia Bollate che,  grazie alla loro novità per l’epoca, incontrarono subito un favorevole accoglienza.

Il carro vincitore del Coo de Sot sfila davanti al palco della giuria in piazza San Francesco – Edizione 1980

Silvano Citton guida i suoi scatenati amici  sul carro preparato dal bar Snoopy – Edizione 1979 (Per gentile concessione di Silvano Citton)

Sfilata del Sabato Grasso del carro  vincitore del Coo de Sot – 1980

Fu sicuramente un’esperienza positiva che ha permesso di approfondire la conoscenza e l’amicizia fra i partecipanti grazie alle serate invernali di lavoro comune per la preparazione  dei carri. Il   fumo delle sigarette, il  vino rosso, le risate, gli aneddotti in rigoroso dialetto su personaggi e avvenimenti del passato, le polemiche sui risultati calcistici della domenica, le informazioni carpite su quello che stavano facendo i concorrenti,  costituivano la cornice in cui si svolgevano questi autentici momenti di vita.

GIORDANO MINORA

A sinistra, Giuseppe Rossi “Pumpun”, ha sempre trainato con il suo trattore i carri del Coo de Sot . In centro, Roberto Pizzo, brillante speaker dell’edizione 1980, commenta i carri che sfilano dal palco di piazza San Francesco. Al suo fianco l’assistente Manuel Carli. A destra, Oddone Alzati riceve dal sindaco Elio Aquino il labaro e la targa destinati al carro vincitore del Coo de Sot nell’edizione del 1980.

Il fascino della sfilata  del Martedi Grasso. Il carro Re Carnevale del Coo de Sot fa il suo ingresso in una stracolma  piazza San Francesco dove la giuria lo proclamerà vincitore dell’edizione 1984

UN CARNEVALE PIU’INTIMO MA SPONTANEO

Nel 1986 cala nuovamente il sipario sui fasti del Carnevale Bollatese: la mancanza di spazi adeguati per allestire i carri, la defezione di alcuni rioni per lo smorzarsi di entusiasmi e la conseguente scarsità di manodopera disponibile, i minori supporti economici, hanno portato la manifestazione ad assumere, dopo una stagione di tentata riproposizione, un aspetto differente, meno grandioso e istituzionale, ma più consono con la situazione socio culturale che si stava prefigurando: un evento più articolato e, se si vuole, anche maggiormente coinvolgente rispetto alle edizioni trionfali del passato. ”Bollate ha riscoperto il piacere di un carnevale più intimo”, titolava il settimanale Settegiorni dell’epoca, sottolineando come, in linea con il mutamento dei tempi ,degli stili di vita e della  particolare transizione urbana in atto (il paese stava prendendo le sembianze di città a tutti gli effetti), trovavano spazio iniziative spontanee di scuole, asili, oratori, biblioteche, associazioni ricreative, dal centro alle frazioni, ciascuna con una propria proposta, un suo corteo allegorico del sabato grasso, un concorso di mascherine o di disegni, un momento aggregativo di festa ,“a dimostrazione-scriveva ancora Settegiorni – che esiste in città una serie di esperienze libere che sono comunque in grado di mobilitarsi per promuovere momenti di partecipazione e cultura popolare, a vantaggio soprattutto di bambini e giovanissimi, ormai veri beneficiari di questo appuntamento colorato”. E questo modello è diventato nel tempo la piattaforma per far decollare un Carnevale diverso, meno sfarzoso e solenne, ma più legato alla giocosità, creatività, fantasia, di bambini e famiglie, anche dei nuovi residenti, che trovano nell’evento un punto di incontro, aggregazione e condivisione con la comunità a cui appartengono.

I trofei destinati ai vincitori delle ultime edizioni del Carnevale Bollatesi 

lo storico labaro del Carnevale Bollatese, con le iscrizioni dei rioni vincitori, attualmente conservato in una teca dalla Cooperativa Edificatrice Bollatese  A fianco, la targa per la migliore satira assegnata al rione Coo de sot vincitore dell’edizione del 1980

Ove non espressamente indicato tutte le foto sono di Giordano Minora

Una vita a maneggiare notizie tra giornali, radio e tv,  tanto da farne un libro autobiografico, Ho fatto solo il giornalistaMilanista da sempre, (ritiene che la sua più bella intervista l’abbia realizzata con Gianni Rivera), appassionato di ciclismo, (è coautore del libro Una storia su due ruote), amante della musica jazz (è presidente dell’Associazione Bollate Jazz Meeting). Gaudente a tavola, soprattutto in buona compagnia.  Insomma, gran curioso di storie, di umani e di situazioni.
Paolo Nizzola

Ha sempre coltivato diverse passioni. La musica nei suoi aspetti più vari, la fotografia, la storia locale e lo  sport sono sempre stati al centro dei suoi interessi. Una costante curiosità per tutto ciò che lo circonda lo ha portato a conoscere molti jazzisti italiani e americani o a scoprire aspetti dimenticati di quanto avvenuto in passato nella sua città. Ha collaborato alla realizzazione delle pubblicazioni Bollate 100 anni di immagini (1978), Una storia su due ruote (1989), Il Santuario della Fametta (2010), La Fabbrica dimenticata (2010), Il soggiorno a Bollate di Ada Negri (2014). Ha curato anche diverse mostre fotografiche, fra le quali La prima guerra mondiale nella memoria dei Bollatese (2015), La Fabbrica dimenticata (2010), I 40 anni di Radio ABC (1977). È tra i fondatori dell’Associazione Bollate Jazz Meeting (1994) di cui è segretario.
Giordano Minora