Fu un inizio che lasciò immediatamente un’impronta perché riaccese la voglia di esserci di persone, quartieri, aziende, istituzioni: il palco ci venne omaggiato dall’impresa del geometra Borsa, le luci dalla ditta di Angelo Marazzi, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Rolando Russo, stanziò un contributo di 5 milioni rimasto continuativo ed invariato nel tempo. Il Carnevale Bollatese si riaccese di passione, arrivarono nuovi fattivi collaboratori al Comitato Direttivo, Gianni Bonini, Giuseppe Cherubini, Nunzio Pace, Manuel Carli, figlio del primo storico promotore della iniziativa; si ampliò il numero dei rioni partecipanti, ognuno mandava un proprio rappresentante sia nel Comitato sia come membro della giuria; si allargò la collaborazione anche con altri comuni, Garbagnate, Novate, Senago,che partecipavano con loro carri; venne stabilito un percorso più ampio e articolato in modo da toccare diversi punti della città; si affiancò alla manifestazione una ricca lotteria allo scopo di raccogliere fondi. Insomma, intorno all’evento crescevano interesse ed euforia al punto che, nel 1980, allestimmo, dietro il piazzale della Casa del Popolo, una tendone da circo che per una settimana propose spettacoli: al pomeriggio per bambini e alla sera per adulti. Nel contempo cresceva lo spirito di competizione tra i rioni, con tanto di sfide campanilistiche a livello di derby, soprattutto tra la Cassinetta e il Coo de sot. Rivalità decisamente accese e dentro le quali, insieme a vivaci scambi di opinioni, non mancavano aspetti da spy story. A testimoniarlo quanto accaduto nella edizione del 1981: primo premio assegnato al carro di Ospiate a tema ecologico. I rappresentanti di quella frazione, capeggiati dal tandem Moretti- Brambilla, nel corso della fase di allestimento, adducendo ogni volta una scusa, non avevano mai permesso ai membri del Comitato di visionare le lavorazioni, come avveniva regolarmente per tutti i partecipanti. Il perché di questa reticenza emerse subito dopo la sfilata che portò gli ospiatesi a conquistare il primo premio. Una vittoria accolta con l’amaro in bocca dagli esponenti del Coo de sot ,giunti secondi, che non si dicevano convinti da quel carro troppo ben elaborato e curato fin nei minimi dettagli. Ad indispettirsi ,in particolare, un componente del rione che operava in una azienda con sede in Toscana. Questi, muovendosi con fiuto da detective, dopo una brevissima ma accurata ricerca fotografica, aveva scoperto che il carro vincitore aveva sfilato l’anno prima ad Oleggio ed era proveniente nientemeno che dal prestigioso carnevale di Viareggio. Morale: era stato acquistato e non creato in proprio come da regolamento. Inganno scovato però fuori tempo massimo quando ormai la premiazione era avvenuta.