UNA FAMIGLIA BATTI E CORRI

Gaetano, Valentina e Sergio Marazzi

Gaetano Marazzi sul monte di lancio 

 “ Per evitare di essere tristi, giochiamo a ricordare”  (Lucio Dalla)

Adesso che l’avventura del baseball  cittadino si è forzatamente interrotta ,dopo 62 anni di attività, giochiamo a ricordare per non disperdere un patrimonio sportivo fatto di risultati, abnegazione, impegno , passione , che ha portato questa disciplina a primeggiare in città . Tra entusiasmo, successi , sconfitte e amarezze, ha consentito a generazioni di ragazzi di cimentarsi nella pratica agonistica, anche a livello internazionale, e addirittura  di tramandarla da genitori a figli: una staffetta familiare , spesso contaminata  con la versione femminile del softball, che può rappresentare uno stimolo per una futura ripartenza.  

L’esordio a Bologna, sabato 3 aprile 1970, per la neopromossa Norditalia, contro i campioni d’Italia dell’Amaro Montenegro, è disastroso, un’autentica debacle: 14 a 1.  Alberto ‘Toro’ Rinaldi, terza base del Bologna e della nazionale, dall’alto della sua grandezza, definì i bollatesi “la vergogna del baseball italiano”. L’orgoglio però  non lo devi stuzzicare anche se sei di classe superiore. La domenica pomeriggio, contro ogni pronostico, si ribalta tutto, è un netto 5 a 0 per la Norditalia, suggellato da una beffa clamorosa, compiuta da Giuliano Mori a carico di Carlo Morelli, pure lui blasonato atleta  della nazionale.   

Sergio Marazzi , chiamato comunemente Sergino, formava con l’amico del cuore Daniele Bortolomai (a destra nella foto) una coppia interbase-seconda base, affiatata e difficilmente superabile.

Gaetano Marazzi in fase di carica

Nono e ultimo attacco dei bolognesi, in svantaggio, nervosi e distratti. Morelli arriva sul sacchetto di seconda base , dopo una battuta da doppio, e il compianto Corrado   Fumagalli, raccolta la pallina sul rimbalzo, la rilancia a Giuliano Mori che la passa al lanciatore  Gaetano Marazzi per la ripresa del gioco. Nessuno chiede tempo, palla dunque ancora viva . Così,  mentre Alfredo Meli entra nel box di battuta, Gaetano esita a salire sul monte di lancio:  gli si avvicina Mori sussurrando, “‘passami la pallina” , Marazzi  lo asseconda e Mori, che da sempre ha nelle corde la ‘palla nascosta’, torna con indifferenza sul sacchetto di seconda base, mentre Morelli, non accortosi di nulla, fa un passo di lato staccandosi dalla stessa. ‘Out’, urla a quel punto Mori, toccando l’avversario col guanto contenente la pallina, ‘Out,’ urla qualche compagno accortosi dell’inganno. L’arbitro di base, a due passi, convalida l’eliminazione che sancisce la vittoria del Bollate.  Morelli si lascia andare ad una crisi isterica. I felsinei, inviperiti per la sonora presa in giro,  si scagliano contro i direttori di gara. Questi ultimi, dopo un consulto, confermano l’eliminazione e sanciscono la fine della partita. L’allenatore dell’Amaro Montenegro mette sotto protesto la partita, ricorso respinto dal giudice sportivo. Al di là della sceneggiata finale, analizzando lo ‘score” della partita, si può notare come i  campioni d’Italia siano  stati letteralmente surclassati: non sono mai riusciti a piazzare una battuta giusta e solo una volta hanno raggiunto la terza base. Per cui,  oltre alla furbata di Mori, grande merito del successo è andato al diciottenne, esordiente nella massima serie, Gaetano Marazzi, che ha lanciato come un veterano, imbrigliando le mazze pesanti ma spuntate della Fortitudo. Quella sera, piazza san Francesco, davanti al bar Vittorio, storica sede della società,  brulicava di tifosi entusiasti  che aspettavano il pullman di rientro da Bologna, per sentire dalla viva voce dei protagonisti come fosse stata possibile l’impresa di vincere in casa degli scudettati.        

Il lunedì, non solo la stampa sportiva, anche il Corriere della Sera dedicò un articolo alla clamorosa vittoria. Oscar Eleni, sulla Gazzetta dello Sport, scrisse:

”I ragazzi della Norditalia, quasi tutte matricole della serie A, elementi costruiti in casa in un ambiente entusiasta che ha scoperto il baseball come sport primario, hanno dato la prima scossa violenta al campionato. I Campioni della Montenegro che ripartivano come favoriti nella caccia allo scudetto, si sono visti sbarrare la strada da questa squadra ‘impertinente’, partita con un unico obbiettivo dichiarato: la salvezza”.

Gaetano Marazzi con la maglia della BKV – anni Ottanta

 La sorpresa della partita, Gaetano ‘Tano’ Marazzi, nasce a Bollate nel 1952 e inizia a giocare a baseball per caso. Praticava atletica leggera ma  una sera, presentandosi nella palestra della scuola media di via Fratellanza per svolgere il consueto training settimanale, la trova occupata. C’erano i Robins , seconda formazione bollatese di baseball, ,  che si stavano allenando, tra loro qualche amico che lo invita a provare ed è colpo di fulmine. Si appassiona al gioco, entra nel roster dei Pettirossi, seguito da quel ‘guru’ che rispondeva al nome di Antonio Raggi. Nel 1967 passa al Bollate BC, arricchendo il già talentuoso parco lanciatori e, nel 1969, contribuisce alla promozione in Serie A.  Nel 1970, Bollate vince il suo primo derby contro i blasonati cugini di Milano : lanciatore partente, Marazzi che tiene a bada, con grande abilità, per sette riprese le plurititolate mazze targate Europhon. 

Scrive, commentando l’inatteso successo, la Gazzetta dello Sport del 4 ottobre, “‘Punto su punto, fino al 6-5 dell’ultima ripresa, Marazzi fa la sua terza valida (su 4 turni), Paolo Soldi lo segue a ruota con un’altra valida. Guido Soldi si fa eliminare in prima base, consentendo a Marazzi e Paolo Soldi di avanzare in terza e seconda. Paolo Re centra una palla dritta e la spedisce sulla rete del fuoricampo, realizzando un doppio che manda Marazzi e Paolo Soldi a punto (della vittoria) e la folla in delirio.”     

Nel 1971 il Bollate vince i primi due derby stagionali (5-4 e 5-3) e Oscar Eleni scrive sulla rosea:  “La Norditalia con queste due vittorie garantisce che sarà una protagonista del torneo e pensare che ha tenuto in panchina un Gaetano Marazzi che da tutti è considerato il più promettente dei lanciatori italiani”. 

Il pitcher bollatese, famoso per i suoi “slider” (tipo di lancio molto praticato dalla scuola dei lanciatori locali: ti costringe a battere male, con palle sprizzate di facile presa dai compagni della difesa), si rivela  un elemento dal carattere forte e determinato. Lo certifica un episodio, avvenuto durante un match tra Bollate e Ronchi dei Legionari, che lo vede protagonista di uno scontro col guatemalteco Carlos ‘Cabrito’ Guzman (allenerà anche il Bollate nel 1990), catcher dei friulani. Guzman, nei primi due turni di battuta, piazza due smorzate maligne e imprendibili verso il lanciatore; Marazzi non ci sta a questo doppio sgarbo e, quando Guzman prova a replicare un terzo bunt, si avventa sulla pallina, la raccoglie e con il guanto tocca con rabbia il braccio dell’avversario proteso in tuffo, non solo eliminandolo ma costringendolo a lasciare il gioco per infortunio. Tenace e caparbio con i lanci, Marazzi non scherzava neppure con la mazza, era molto temuto per le sue bordate che spesso diventavano fuoricampo.                Queste caratteristiche  gli  aprono  le porte della nazionale: colleziona 11 presenze, partecipando, nel 1972, al campionato Mondiale di Managua (Nicaragua) e l’anno successivo al campionato Europeo di Harlem, dove l’Italia è sconfitta nella finalissima dagli olandesi, padroni di casa, di Charles Urbanus II.

La foto della nazionale italiana partecipante ai Campionati del Mondo del 1972  in Nicaragua pubblicata sul quotidiano sportivo  locale Jueves. Marazzi è il sesto da sinistra in piedi.

La foto della squadra dell’Italia pubblicata sul bollettino ufficiale del Campionato del Mondo del 1972 in Nicaragua. Marazzi è il secondo a sinistra accosciato. 

Milita ininterrottamente nel Bollate fino al 1981, avviando poi un valzer di trasferimenti tra Senago, Milano, Novara, ancora a Bollate e di nuovo Milano. Non per niente ha disputato 20 derby, 18 con la casacca del Bollate e 2 con quella del Milano, ottenendo elogiate prestazioni che hanno lasciato altrettanto amaro in bocca. “E’ vero, ho spesso dato dispiaceri a più di un team in lotta per lo scudetto, ma in realtà non ho mai vinto niente né con le squadre di club né con la Nazionale. E l’unico  vero rammarico che ho”. 

Due Formazioni storiche 

Una carriera agonistica dal retrogusto aspro, che non smorza però la passione perché, quando nel 1980, la moglie Lucia da alla luce Valentina, la svezza trasmettendole l’amore  per il batti e corri; dapprima facendole prendere confidenza con il baseball nelle squadre miste dei cadetti del Senago (il babbo allenava li), successivamente al Bollate Softball, giocando  prevalentemente in terza base. Debutta nella massima serie nel 1996, in un Bollate-Bussolengo finita 1-0.  Nelle fila della formazione bollatese vince tre scudetti; addirittura in quello del 2003 è nominata miglior giocatrice delle finali, pur disputandole con un dito fratturato.   

Con la maglia del Bollate Softball – 2005

Valentina affronta anche una esperienza internazionale, fortemente desiderata: si imbarca su un aereo della Quantas che la condurrà nell’altro emisfero, prima giocatrice italiana a cimentarsi in un campionato semi-professionale con le australiane del Brisbane Red Sox. Il ritorno a casa, nel 2005, è contrassegnato da un nuovo scudetto, sempre targato   Sanotint Bollate. Per 28 volte è convocata in azzurro , con la nazionale  vince gli europei del 2005 a Praga, prende parte a quelli di Valencia del 2009 e a quelli del  2011 a Ronchi dei Legionari, nei quali le italiane si classificano al secondo posto.                                                                                                                

Negli ultimi anni di agonismo, girovaga tra Caronno, Nuoro, Bussolengo e, nel 2015, contribuisce alla promozione in IBL del Saronno softball, anno in cui decide di appendere il guanto al chiodo, dopo 606 partite giocate.

Valentina Marazzi in fase di difesa

Valentina Marazzi alla battuta

Tuttavia non si stacca dall’ambiente perché  il compagno della vita, Renny Duarte, venezuelano, è attualmente pitching coach dei Pirates Pittsburgh in MLB, incarico ricoperto precedentemente anche in Accademia Dominicana e nella nazionale spagnola di baseball. 

Ennesima dimostrazione che le passioni, specialmente in ambito sportivo, diventano parte integrante del dna di famiglia. A confermare questa tesi ,c’è un altro rappresentate della dinastia originaria della Vignetta:  Sergio Marazzi, contagiato fin da bambino alla pratica di questa disciplina dal fratello maggiore Gaetano. Classe1955, Sergino, come era comunemente chiamato, apprende i rudimenti in casa, fa la gavetta nelle giovanili della Norditalia, formando con l’amico del cuore Daniele Bortolomai una coppia interbase-seconda base, affiatata e difficilmente superabile.  Esordisce in serie A nel 1971, in un Bollate-  Libertas Inter (1-13) da dimenticare,  un anno più tardi, entra stabilmente in prima squadra, lanciato da Gigi Cameroni che per lui stravedeva.              Campione d’Europa Juniores nel 1971, gioca a Bollate fino al 1979, l’anno della retrocessione. Nel 1980 è uno dei tanti bollatesi migranti che raggiungono il Milano Baseball per continuare l’avventura nella massima serie. Per ragioni professionali, in quella stagione   non è attivo e, ironia della sorte, esordisce con i rossoblù l’anno successivo in serie B (Pianorese-Milano 1-14). Nel capoluogo lombardo rimane fino al 1983, per poi passare al Senago. Aggredito dal male che non lascia scampo,scompare prematuramente nel 1987.La rivista Baseball International dedica un tributo di due pagine al talentuoso ma sfortunato giocatore, celebrato dalla penna di Claudio Cerutti, sulle pagine della Gazzetta dello Sport, con questa prosa:

Sergio Marazzi (1955-1987) uno dei protagonisti storici del baseball bollatese

per il suo caratteristico gesto atletico, per la sua velocità nell’estrarre la palla dal guanto, per quel suo modo quasi felino di ricoprire il ruolo di interbase è la ‘Carla Fracci’ del baseball italiano”.

Una definizione che di primo acchito può sembrare irriverente, ma ,per chi l’ha visto giocare, rappresenta una grande verità.

GIANLUCA ZAMPERINI

Due commossi ricordi per la scomparsa di Sergio Marazzi pubblicati dalla rivista Baseball International

Foto e documenti gentilmente concessi da Gaetano Marazzi

Classe 1951, conosciuto come Luca, è appassionato da sempre di baseball italiano e statunitense. Tifoso degli Huston Astros, militante nella Divisione Ovest della Major League. Ha collaborato con i periodici Settegiorni, il Notiziario, Tuttobaseball e Softball, Baseball International, Sport USA e Radio Caroline. Tra gli anni Settanta e Novanta è stato speaker ufficiale del Bollate baseball, classificatore ufficiale FIBS, dirigente accompagnatore. I suoi must: indossa da sempre camicie hawaiane e colleziona figurine di baseball USA.
Gianluca Zamperini