Nono e ultimo attacco dei bolognesi, in svantaggio, nervosi e distratti. Morelli arriva sul sacchetto di seconda base , dopo una battuta da doppio, e il compianto Corrado Fumagalli, raccolta la pallina sul rimbalzo, la rilancia a Giuliano Mori che la passa al lanciatore Gaetano Marazzi per la ripresa del gioco. Nessuno chiede tempo, palla dunque ancora viva . Così, mentre Alfredo Meli entra nel box di battuta, Gaetano esita a salire sul monte di lancio: gli si avvicina Mori sussurrando, “‘passami la pallina” , Marazzi lo asseconda e Mori, che da sempre ha nelle corde la ‘palla nascosta’, torna con indifferenza sul sacchetto di seconda base, mentre Morelli, non accortosi di nulla, fa un passo di lato staccandosi dalla stessa. ‘Out’, urla a quel punto Mori, toccando l’avversario col guanto contenente la pallina, ‘Out,’ urla qualche compagno accortosi dell’inganno. L’arbitro di base, a due passi, convalida l’eliminazione che sancisce la vittoria del Bollate. Morelli si lascia andare ad una crisi isterica. I felsinei, inviperiti per la sonora presa in giro, si scagliano contro i direttori di gara. Questi ultimi, dopo un consulto, confermano l’eliminazione e sanciscono la fine della partita. L’allenatore dell’Amaro Montenegro mette sotto protesto la partita, ricorso respinto dal giudice sportivo. Al di là della sceneggiata finale, analizzando lo ‘score” della partita, si può notare come i campioni d’Italia siano stati letteralmente surclassati: non sono mai riusciti a piazzare una battuta giusta e solo una volta hanno raggiunto la terza base. Per cui, oltre alla furbata di Mori, grande merito del successo è andato al diciottenne, esordiente nella massima serie, Gaetano Marazzi, che ha lanciato come un veterano, imbrigliando le mazze pesanti ma spuntate della Fortitudo. Quella sera, piazza san Francesco, davanti al bar Vittorio, storica sede della società, brulicava di tifosi entusiasti che aspettavano il pullman di rientro da Bologna, per sentire dalla viva voce dei protagonisti come fosse stata possibile l’impresa di vincere in casa degli scudettati.