Cristian si è specializzato pure nella tecnica del bouldering, la arrampicata su massi naturali o artificiali, talvolta declinata nello stile free, ossia senza corde e imbragatura. “Dopo quindici anni di gare ho cominciato ad avere una visione globale del vivere la montagna, quindi non solo arrampicata ma anche alpinismo e sci”.
Cosi, nel 2005, entra nel gruppo del soccorso alpino delle Fiamme Gialle, abbandona il filo agonistico dandogli un taglio (aveva già dovuto tagliare, come richiesto dal regolamento del corpo, i giovanili capelli stile rasta – dread fatti per una scommessa con il padre- a favore di un look più consono), sostituendolo con una corda più voluminosa, quella dell’attività alpinistica come tecnico di soccorso. “Dal 2006 faccio un lavoro che mi permette di vivere la montagna 365 giorni l’anno in tutta la sua complessità. Non posso definirmi un alpinista professionista in quanto non posso gestire il mio tempo e pianificare i miei progetti, tuttavia, quando sono libero da impegni di lavoro, posso dedicarmi a scoprire nuove opportunità tra sentieri, rocce e pareti, un modo anche per tenermi in allenamento. Come militari soccorritori dobbiamo infatti avere un livello accettabile di prestazione su ogni tipo di terreno dove siamo chiamati ad operare e con qualsiasi condizione meteo”. Da alpinista non mancano però altri allori: nel 2005 partecipa alla spedizione Up- Project, sulle cime del Karakorum in Pakistan, aprendo la via Up & Down sullo scudo del Chogolisa Valley a 5 mila metri di quota. Nel febbraio 2008, in cordata con Hervé Barmasse, supera in Patagonia l’inviolata parete nord del Cerro Piergiorgio, che più volte aveva respinto tentativi di scalata.