SOSPESO A UN FILO

I saliscendi di Cristian

Un filo come destino umano e sportivo. Vi ha appeso la sua esistenza Cristian Brenna, bollatese classe 1970. Grazie alla passione per la montagna, trasmessagli fin da bambino da papà Paolo lungo i sentieri della Valle d’Aosta, ha fatto dell’arrampicata una ragione di vita, “soprattutto per non continuare a spellar fili” in qualità di praticante elettricista. Su pinza, forbici e cacciavite, all’età di 17 anni, è prevalso il fascino rischioso della parete rocciosa. Un fascino scoperto “quasi per caso”, appreso da quattro amici del CAI di Bollate,Virgilio,Pier, Claudio e Fausto, e diventato amore a prima vista trasformandosi ben presto da pratica amatoriale in professione agonistica. “Nel maggio del 1987 ho messo per la prima volta le mani sulla roccia e da quel giorno non ho mai più smesso di arrampicare, la scalata è diventata la mia ragione di vita”. Quindici anni di carriera sportiva con risultati di rilievo: nel 1991 debutta in Coppa del Mondo ed è subito protagonista nella spettacolare disciplina, tanto da divenire l’atleta italiano che può vantare le migliori prestazioni nei campionati mondiali della specialità. Ha fatto parte della nazionale italiana per più di dieci anni salendo sul podio di tappa per sette volte, prima posizione nel 1998, nello splendido scenario di Courmayeur, alla quale si aggiungono tre secondi posti e tre terzi posti. Nella classifica finale delle varie edizioni cui ha preso parte ha ottenuto due terzi posti, rispettivamente nelle stagioni 1996 e 2000, e il secondo nell’annata 1998.

La gemma che suggella questi risultati di rilievo la ottiene nel 1999, il successo nella decima edizione del prestigioso Master Serre Chevalier, nelle Alpi francesi, vittoria salutata con toni entusiasti dalla stampa internazionale di settore:“a magnificent victory by Cristian Brenna, the only athlete to complete the 8b+work-out route”. Un palmares arricchito in ambito europeo da due medaglie d’argento, Norimberga 1998 e Monaco di Baviera 2000, entrambe nella specialità lead, e un altro argento nella categoria velocità, Francoforte 1992. A significare, tra l’altro, che le rocce tedesche gli portavano bene. In Italia ha conquistato tre titoli nazionali e ha alzato altrettante volte la Coppa Italia nella arrampicata lead (classica salita con la corda dal basso su pareti lunghe tra i 15 e 25 metri e l’obiettivo di raggiungere il punto più alto possibile del tracciato nel tempo massimo di 6 minuti).

“Ho sempre vissuto l’arrampicata come motivo per viaggiare, conoscere gente e vedere posti nuovi, un mio vero bisogno fisico, per questo come climber non sono mai stato legato ad una falesia particolare. Inoltre,avendo sempre prediletto l’ arrampicata a vista, il viaggio è diventato parte integrante: ovunque alla ricerca di vie nuove da salire e ammirare”.

Scarica l'intervista di Cristian Brenna

Il pdf integrale dell’ intervista a Cristian Brenna uscita sulla rivista ALP.

Cristian si è specializzato pure nella tecnica del bouldering, la arrampicata su massi naturali o artificiali, talvolta declinata nello stile free, ossia senza corde e imbragatura. “Dopo quindici anni di gare ho cominciato ad avere una visione globale del vivere la montagna, quindi non solo arrampicata ma anche alpinismo e sci”.

Cosi, nel 2005, entra nel gruppo del soccorso alpino delle Fiamme Gialle, abbandona il filo agonistico dandogli un taglio (aveva già dovuto tagliare, come richiesto dal regolamento del corpo, i giovanili capelli stile rasta – dread fatti per una scommessa con il padre- a favore di un look più consono), sostituendolo con una corda più voluminosa, quella dell’attività alpinistica come tecnico di soccorso. “Dal 2006 faccio un lavoro che mi permette di vivere la montagna 365 giorni l’anno in tutta la sua complessità. Non posso definirmi un alpinista professionista in quanto non posso gestire il mio tempo e pianificare i miei progetti, tuttavia, quando sono libero da impegni di lavoro, posso dedicarmi a scoprire nuove opportunità tra sentieri, rocce e pareti, un modo anche per tenermi in allenamento. Come militari soccorritori dobbiamo infatti avere un livello accettabile di prestazione su ogni tipo di terreno dove siamo chiamati ad operare e con qualsiasi condizione meteo”. Da alpinista non mancano però altri allori: nel 2005 partecipa alla spedizione Up- Project, sulle cime del Karakorum in Pakistan, aprendo la via Up & Down sullo scudo del Chogolisa Valley a 5 mila metri di quota. Nel febbraio 2008, in cordata con Hervé Barmasse, supera in Patagonia l’inviolata parete nord del Cerro Piergiorgio, che più volte aveva respinto tentativi di scalata.

“Per riuscire a salirla siamo tornati per due anni di fila. La Ruta de lo Hermano è una via di mille metri su roccia non sempre di ottima qualità. Una salita difficoltosa e impegnativa, completandola abbiamo finalmente centrato uno degli obiettivi dei celebri Ragni di Lecco, che ci avevano provato senza successo già dal 1995”.

Nell’ottobre 2013 Cristian ha conseguito il brevetto di guida alpina/maestro di alpinismo: “mi piacerebbe mettere la mia esperienza a disposizione degli altri. E’ giusto parlare di vie e gradi da esplorare, ma sarebbe più bello spiegare cosa c’è dietro alla conquista di una via, conoscerne la sua storia e al tempo stesso i sacrifici e la determinazione che richiedono per affrontarla e raggiungerla”.

LA LUNGA AVVENTURA IN PATAGONIA

Pdf scaricabile con un click dell’impresa in Patagonia con i Ragni di Lecco

Vive con la famiglia, la moglie Jana e i due figli, Sofia e Filippo, ad Arco di Trento, uno dei paradisi naturali per chi ama la arrampicata, ma presta servizio nella caserma della Guardia di Finanza di Tione, dopo alcuni anni di stanza ad Edolo in Valcamonica, in un pendolarismo di spostamenti che non gli dispiace affatto “perché sono uno abbastanza nomade, passo un sacco di tempo a preparare borse, scaricare e caricare il furgone, la mia casa preferita”, dentro un’avventura umana di movimento perenne immaginata fin da ragazzo. Del resto, sosteneva lo scrittore francese Guy de Maupassant, “il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno”. Altro che spellar fili per i quadri elettrici.

PAOLO NIZZOLA

La carriera

Cristian Brenna- Bollate 22 luglio 1970

 Primo classificato Master Serre Chevalier nel 1999

Coppa del Mondo – specialità Lead

Secondo piazzato nel 1998;

Terzo piazzato nel 1996 e 2000.

Campionati Europei – specialità Lead

Secondo piazzato nel 1998 e 2000;

Campionati Europei -specialità velocità

Secondo piazzato nel 1992.

Italia

Tre titoli nazionali;

3 Coppa Italia 

Foto sono tratte dalla rivista ALP e dal sito www.cristianbrenna.com

Una vita a maneggiare notizie tra giornali, radio e tv,  tanto da farne un libro autobiografico, Ho fatto solo il giornalistaMilanista da sempre, (ritiene che la sua più bella intervista l’abbia realizzata con Gianni Rivera), appassionato di ciclismo, (è coautore del libro Una storia su due ruote), amante della musica jazz (è presidente dell’Associazione Bollate Jazz Meeting). Gaudente a tavola, soprattutto in buona compagnia.  Insomma, gran curioso di storie, di umani e di situazioni.
Paolo Nizzola

Ha sempre coltivato diverse passioni. La musica nei suoi aspetti più vari, la fotografia, la storia locale e lo  sport sono sempre stati al centro dei suoi interessi. Una costante curiosità per tutto ciò che lo circonda lo ha portato a conoscere molti jazzisti italiani e americani o a scoprire aspetti dimenticati di quanto avvenuto in passato nella sua città. Ha collaborato alla realizzazione delle pubblicazioni Bollate 100 anni di immagini (1978), Una storia su due ruote (1989), Il Santuario della Fametta (2010), La Fabbrica dimenticata (2010), Il soggiorno a Bollate di Ada Negri (2014). Ha curato anche diverse mostre fotografiche, fra le quali La prima guerra mondiale nella memoria dei Bollatese (2015), La Fabbrica dimenticata (2010), I 40 anni di Radio ABC (1977). È tra i fondatori dell’Associazione Bollate Jazz Meeting (1994) di cui è segretario.
Giordano Minora