RIPRENDIAMOCI LA SCENA

Promemoria per la cultura

Luigi Nono, uno dei massimi compositori di musica contemporanea, illustra i contenuti della sua opera “Al gran sole carico d’amore” – Biblioteca di Bollate  25 febbraio 1975  – Foto Giordano Minora

 “La paura della peste distrusse Atene, non la peste “

Il monito di Tucidide appare stonato in questi giorni da zona rossa e con una stagione da quarantena. Soprattutto il mondo della cultura si sente angosciato dalle privazioni subite a causa della pandemia. Lo spettacolo sospeso ormai da un anno, i teatri cittadini, Splendor e Bolla, chiusi a data da destinarsi, il solese don Bosco costretto ad una falsa ripartenza ad ottobre (dopo due date ha di nuovo calato il sipario), la biblioteca con l’attività a singhiozzo. Insomma, oltre alle difficoltà di carattere sanitario, economico, occupazionale e scolastico, anche il nutrimento dello spirito ha dovuto alzare bandiera bianca. E, si sa, una città senza cultura lentamente muore. Letto in un tale contesto, l’ammonimento di Tucidide sembra un avvertimento che lascia il tempo che trova. Al contrario, può anche essere interpretato come uno stimolo a non perdersi d’animo, a riprendere l’iniziativa, individuando chiavi di lettura per riannodare i fili di progetti lasciati a metà, magari guardando a quel bagaglio di esperienze artistiche del passato per trovare nuove motivazioni, coniugando pensieri e saperi, in vista della ripartenza di domani. L’esortazione di Tucidide risale al 430 a.C., a conferma dei corsi e ricorsi della storia. Così, per l’attuale circostanza, lo spunto può venire osservando la svolta degli anni Settanta quando,  con il cambiamento di costume avviato dal ’68, la cultura a Bollate è diventata un importante momento di crescita e aggregazione sociale, in un fermento di animazione che ha coinvolto l’intera comunità. Un esempio? Nella primavera del 1969, ad inaugurare il cine-teatro Splendor, è stato chiamato il Piccolo Teatro di Milano per mettere in scena “L’Arlecchino servitore di due padroni “, per la regia di Giorgio Strehler.

LA COMMISSIONE BIBLIOTECA

Negli anni Settanta la cultura bollatese visse un periodo di intenso fervore grazie, in particolare, alla Commissione Biblioteca. Questa struttura svolgeva infatti una autentica funzione di promozione e coordinamento della vita culturale. Per la verità, la biblioteca civica già in passato aveva assolto una importante funzione sociale, basti pensare al “Premio Pittura” che, nel decennio 1957-1967, portò in paese artisti da tutta Italia, o alla pubblicazione del periodico “L’Informatore Bollatese” che ebbe il merito di raccontare la transizione da centro agricolo ad industriale e di essere, allo stesso tempo, momento in integrazione- informativa per i nuovi cittadini che arrivavano dalle regioni del Sud o dalle zone del Polesine.

La Commissione non era composta da consiglieri comunali ma era era formata da singoli cittadini, indicati dalle forze politiche, in modo da avere al suo interno competenze esterne e pluralità di vedute. Proprio questa differenziazione di sensibilità è stata la base per attuare idee e proposte che arrivavano da associazioni o cittadini, senza dover imporre alcuna scelta “calata dall’alto“. Sono nate così svariate iniziative che hanno segnato il tracciato per analoghe esperienze future. In campo musicale, i concerti del batterista americano Freddie Kohlman e del pianista Gaetano Liguori, sono stati propedeutici alla nascita, una ventina di anni dopo, della Associazione Bollate Jazz Meeting.

Il compositore Luigi Nono con il celebre pianista classico Maurizio Pollini, presente all’incontro – 25 febbraio 1975 – Foto Giordano Minora

La biblioteca gremita per l’incontro con il compositore Luigi Nono – 25 febbraio 1975 – Foto Giordano Minora

A proposito di musica, nel 1975 la biblioteca ha organizzato un evento di caratura nazionale, ospitando in anteprima assoluta, presso la allora propria sede di via Garibaldi (attuale Caaf CGIL), la presentazione dell’opera “Al gran sole carico d’amore”, composta da Luigi Nono e diretta dal maestro Claudio Abbado, che sarebbe stata eseguita qualche giorno più tardi in prima mondiale al teatro Lirico di Milano. In una sala strapiena di pubblico intervennero, insieme a Nono, il pianista Maurizio Pollini e il regista Yuri Liubjmov. A livello teatrale si avviò invece, in collaborazione con il comune di Novate, il primo esperimento di decentramento scenico, denominato Teatronord, ossia il palcoscenico che si produce in proprio. Un seme di interazione e autoproduzione che sarebbe germogliato poco dopo, con la costituzione del Sistema Bibliotecario del Nord Ovest, successivamente ampliatosi nell’odierno CSBNO, Consorzio Sistema Bibliotecario Nord Milano, a cui aderiscono ben 32 Comuni.

L’entusiasmo suscitato da Teatronord accrebbe la voglia di palcoscenico, tanto che la Commissione decise di istituire un apposito servizio di pullman per assistere alla rappresentazioni in cartellone nelle sale di Milano. Pure in questo frangente fu una iniziativa antesignana della rassegna “Invito a teatro”, organizzata di lì a poco, dalla Provincia. 

Nel nome della storia e della memoria locale, la Commissione accolse con favore la proposta di fare da punto di raccolta del materiale fotografico per la mostra itinerante “Bollate – Cento anni di Immagini”. Una manifestazione che ottenne un elevato consenso di gradimento; basti pensare che il catalogo andò letteralmente a ruba. In questo fervore creativo sono da segnalare altresì incontri-dibattito su argomenti legati al territorio e presentazione di libri. Tra queste, merita una citazione quella del volume “Un anno a Pietralata “, con una ampia partecipazione di pubblico, alla presenza dell’autore, il maestro di origine sarda Albino Bernardini.

Luigi Quinterio – gia’ presidente della Commissione Biblioteca

Articolo sull’incontro con Luigi Nono alla Biblioteca di Bollate

La locandina delle rappresentazioni dell’opera “Al Gran Sole Carico d’Amore” al Teatro Lirico di Milano – Per gentile concessione di Marcello Zarantoniello 

UNA STORIA LUNGA 45 ANNI

Quando si guardano, abbastanza da lontano, le cose del passato ci si chiede sempre qual è stata la scintilla, il passaggio, l’elemento determinante, che ha trasformato una iniziativa singola, una come tante altre, destinata a vivere e a concludersi in un determinato periodo e contesto in un processo che ha dato il via a molte cose, che ha messo in moto dei reali cambiamenti.

E’ ciò che provo ora nel guardare agli eventi accaduti 44/45 anni fa: mi chiedo quale sia stata la scintilla che ha innescato meccanismi che hanno messo in moto processi rivelatisi poi di grande portata e dimensione. Risultati che all’epoca i protagonisti nemmeno immaginavano di provocare.

Mi riferisco agli eventi che hanno caratterizzato una stagione vivace di attività ed iniziative che hanno attraversato gli anni ’70 del secolo scorso.

In quegli anni, ma ben più dotte analisi sociologiche ne hanno disegnato i tratti, tra l’onda lunga del ’68 e l’affermazione delle sinistre, in particolare del PCI, alle elezioni amministrative del 1975, si creò un clima di partecipazione e di attivismo che caratterizzò quasi due decenni.

In questo clima si colloca un’iniziativa di decentramento teatrale avviata dal Comune di Novate Milanese nella persona dell’allora giovane assessore alla cultura Maurizio Lozza che ingaggiò un gruppo di attori professionisti guidati da un regista, Bruno Portesan, per produrre sul territorio, e in mezzo alla gente, teatro professionistico.

Un’iniziativa interessante ed innovativa destinata, però, a rimanere confinata in quel territorio e ad esaurirsi dopo una stagione, se non avesse trovato uno sbocco.

Invece scoccò una scintilla, una scintilla che cambiò il corso, oserei dire, della storia o almeno di molte cose che riguardavano le istituzioni pubbliche.

Il progetto di produzione teatrale decentrata sarebbe stato inesorabilmente destinato a non sopravvivere ad una seconda stagione se una scintilla non fosse scoccata con la fisionomia di Luigi Quinterio, presidente della commissione biblioteca di Bollate.

Nessuno di noi all’epoca aveva né visione né consapevolezza di cosa avrebbe significato la condivisone dell’iniziativa da parte del Comune di Bollate. Non solo si realizzò un’altra stagione con un nuovo spettacolo segnalato anche da un ancora giovane Ugo Volli sulla neonata Repubblica del 16 giugno 1977, ma da lì ebbe inizio la cooperazione fra le biblioteche dell’area del distretto scolastico Arese, Bollate e Novate.

Lo spettacolo teatrale ebbe un successo ampio e partecipato, d’altronde non poteva che essere così considerando che testo, recitazione, musiche, scenografie furono tutte costruite dagli attori e dal regista in mezzo alla gente, nei cortili, nelle palestre, nelle piazze. Un vero prodotto “pop” come diremmo ora pur se recitato in linguaggio aulico, e questa forse era una delle scommesse più importanti, con una scenografia realizzata dagli operai dell’ufficio tecnico comunale (che per una volta non dovevano solo aggiustare panchine ma potevano dare sfogo alla loro creatività), con le musiche e i testi che venivano continuamente “aggiustati” sulla base delle reazioni delle persone che assistevano e partecipavano alle prove. Interessante e curioso è anche rilevare che per tutta la stagione collaborò tra gli attori una giovanissima Miriam Bartolini più nota con il nome d’arte di Veronica Lario.

Lo spettacolo andò in scena all’inizio dell’estate (il 21 giugno del 1977) e oltre ad essere rappresentato in diversi luoghi dei due Comuni “impresari teatrali”, Bollate e Novate, circolò per diverse feste ed iniziative in tutto l’hinterland milanese e la Brianza, feste dell’Unità, spettacoli all’aperto organizzati dai Comuni, fiere e feste varie.

La locandina della rappresentazione “Il fantastico cavaliere Don Chisciotte della Mancia” prodotta dal Teatro Nord – Decentramento teatrale dei comuni di Bollate e Novate (Per gentile concessione  di Luigi Quinterio)

Una stagione intensa.

La cooperazione tra le biblioteche di Bollate e Novate partita con uno spettacolo teatrale si estese subito dopo ad Arese per costituire il primo nucleo di quello che per lungo tempo sarà il sistema bibliotecario di Arese, Bollate e Novate. Da settembre del 1977 si aprirono tavoli di confronto estesi in quella fase anche ai comuni di Garbagnate, Senago, Cesate e Solaro che a loro volta stavano progettando un sistema bibliotecario. Purtroppo, le “trattative” per la costituzione di un sistema unico si scontrarono con il “campanilismo” che caratterizza ancora fortemente il nostro Paese e produssero la formazione di due diversi sistemi bibliotecari. Per la cronaca il sistema di Garbagnate, Cesate, Senago e Solaro aderì alla forma di cooperazione nata da Arese, Bollate e Novate, nel 1999.

Infatti il novello e piccolo sistema di Arese, Bollate e Novate, che mi vedeva coordinatore dei servizi, si trasformò via via nel tempo, sulla base di una fortissima spinta di cooperazione, nel 1983 in un centro di servizi per le biblioteche (faceva catalogazione per un centinaio di biblioteche milanesi), poi, dal 1985, nell’Intersistema bibliotecario con i sistemi di Cusano e di Rho e nel 1997 nel Csbno, Consorzio Sistema Bibliotecario Nord Ovest (divenuto nel 2017 sempre Csbno ma con il significato di Culture, Socialità, Biblioteche, Network Operativo). Nella forma di Csbno azienda speciale dal 1997 fino al 2001 coinvolse i sistemi di Legnano, Parabiago, Garbagnate e i comuni di Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni, diventando il più grande sistema italiano di cooperazione volontaria tra biblioteche. Ed ora, nel 2021, il Csbno, nato da Arese, Bollate e Novate, è stato l’artefice della costituzione della Rete delle Rete, un sistema di cooperazione a livello nazionale che coinvolge, per ora, 31 reti bibliotecarie italiane con mille comuni e 8,5 milioni di abitanti.

Una rara selezione di immagini del lavoro teatrale   “Il fantastico cavaliere Don Chisciotte della Mancia” (Per gentile concessione del regista Bruno Portesan)

Tutto partì da uno spettacolo teatrale, il “Don Chisciotte” realizzato da due Comuni, Bollate e Novate i cui protagonisti, allora, non potevano immaginare cosa avrebbe messo in moto quel meccanismo. Forse fu il testo del “Don Chisciotte” che spinse i protagonisti a combattere una battaglia impari e forse allora considerata perdente. I cambiamenti, anche epocali, a volte avvengono proprio così, perché qualcuno ha dentro di sé un fuoco che lo spinge a fare cose che gli altri non farebbero. Riconoscere questi meriti e tributare gli onori è il minimo che oggi la comunità può fare per ringraziare le persone, come Luigi Quinterio, che allora, spesso contro tutto e tutti, realizzarono il loro futuro e il nostro presente.

Gianni Stefanini – Direttore Generale del Csbno

Un articolo che documenta l’interesse della stampa per l’iniziativa (Archivio Luigi Quinterio)

QUELL’OFFICINA CREATIVA

Dalla metà degli anni Settanta, per circa un decennio, ho fatto parte della Commissione Biblioteca che, sotto la presidenza di Luigi Quinterio, si occupava della gestione dell’attività culturale cittadina proponendo iniziative di diverso tipo che contribuirono a creare un clima di grande fermento e partecipazione. Una autentica officina creativa.

La copertina del catalogo della mostra. Il volume andò letteralmente a ruba.

BOLLATE 100 ANNI DI IMMAGINI

Una delle iniziative di maggiore rilievo rimane senza dubbio la mostra fotografica “Bollate 100 anni di immagini”, di cui venne pubblicato anche un catalogo. Se si considera l’anno in cui venne promossa, il 1978, si può sicuramente affermare che anticipò analoghe pubblicazioni che, a partire dai primi anni ottanta, vennero promosse da altri comuni della provincia.

In quell’epoca avevo iniziato ad occuparmi di fotografia assieme agli amici Giordano Bordegoni e Giorgio Brioschi, ai quali si aggiunse successivamente Giulio Mesini. Lo spunto per la mostra mi venne dal ritrovamento di una cartolina che raffigurava un’alluvione avvenuta, come era precisato sotto l’immagine, a Bollate, nel maggio 1917. Era la foto più antica che avessi mai visto di Bollate. Lo stupore destato, presto condiviso dagli altri, fu tradotto in progetto da Giordano Bordegoni, fotografo professionista, e sottoposto alla Commissione presieduta da Quinterio che, intuendone novità e potenzialità divulgativa, ne sostenne con convinzione la realizzazione

Il gruppo promotore dell’iniziativa: (da sinistra) Giulio Mesini, Giorgio Brioschi, Giuseppe Barbaro, Giordano Bordegoni, Giordano Minora.

La mostra venne inaugurata nel maggio 1978 con un’esposizione all’aperto lungo la via Roma. Successivamente, rimase allestita per l’intero mese, nel saloncino comunale di Via Sartirana, allora unico spazio pubblico disponibile. Visitata da molte scolaresche, stupite di trovarsi di fronte, per la prima volta, a immagini dei loro lontani antenati e a scorci del paese ormai mutati a seguito della urbanizzazione

Il catalogo andò letteralmente esaurito già durante il periodo dell’esposizione e divenne una rarità pressoché introvabile.

Il manifesto della mostra “Bollate Cento Anni di Immagini”. (Archivio Giordano Minora)

La cartolina con l’immagine di una inondazione a Bollate avvenuta nel 1917 il cui ritrovamento fece nascere l’idea della mostra di foto storiche della città. (Archivio Giordano Minora)

L’inaugurazione della mostra  con un’esposizione  all’aperto lungo la via Roma – maggio 1978 (Foto Giordano Minora)

Frequentando l’ambiente milanese del jazz, avevo avuto modo di conoscere i pochissimi fotografi presenti ai concerti. Tra questi Carlo Verri e Mirko Boscolo, con i quali, oltre a discutere di musica in ascolto, si parlava di pellicole, tempi, diaframmi da usare per catturare i nostri eroi in azione sui palchi, spesso poco illuminati. Allora, il massimo per un fotografo, era vedersi pubblicare una sua foto sulla storica rivista Musica Jazz, diretta da Arrigo Polillo, il maggiore critico italiano del settore. Fu cosi che si pensò ad una esposizione di questi scatti in formato maggiore rispetto a quello di una pagina della rivista. Proposi a Verri di esporre le sue foto presso la Biblioteca di Bollate, allora situata in Via Garibaldi.  Senza timore di smentita, si può affermare che quella mostra fu una delle prime in Italia, considerato che all’inaugurazione, in un pomeriggio domenicale di fine aprile del 1980, si presentarono, incuriositi dall’iniziativa, Arrigo Polillo, Franco Fayenz e Luca Cerchiari, i tre massimi rappresentanti della critica jazz italiana.

Il pianista Gaetano Liguori nel concerto promosso dalla Biblioteca Comunale al Saloncino di Via Sartirana – 8 giugno 1974 – Foto Giordano Minora

Il batterista Freddie Kolhman, veterano di New Orleans, in concerto al Teatro Splendor – dicembre 1979 – Foto Giordano Minora

Il pianista Piero Bassini in concerto presso la Biblioteca di Via Garibaldi – Febbraio 1979. – Foto Giordano Minora

Il trio composta da Daniele Cavallanti al sax, Roberto Della Grotta al contrabbasso e Filippo Monico alla batteria, in concerto al Saloncino di Via Sartirana – Settembre 1978 – Foto Giordano Minora

Il contrabbassista Walter Prati nel concerto jazz promosso dalla Biblioteca Comunale al Saloncino di Via Sartirana – 15 Aprile 1978 – Foto Giordano Minora

Manifesto della mostra Le Immagini del Jazz del fotografo Carlo Verri patrocinata dalla Biblioteca Comunale – Aprile/Maggio 1980 – Archivio Giordano Minora

Manifesto del primo concerto jazz promosso dalla Biblioteca Comunale – maggio 1974 – Archivio Giordano Minora

Depliant stampato in occasione della mostra “Le immagini del jazz” – Aprile/Maggio 1980 – Archivio Giordano Minora

Sempre nell’ambito delle attività culturale promosse dalla Commissione Biblioteca, vennero organizzati, per la prima volta in città, dei concerti di jazz. L’esordio, nel giugno del 1974, vide protagonista il pianista Gaetano Liguori alla guida di un trio. Seguirono poi altri appuntamenti con diversi musicisti dell’area milanese, fra i quali Daniele Cavallanti, Filippo Monico, Roberto Della Grotta, Walter Prati e Piero Bassini. Luoghi degli eventi furono il Saloncino di Via Sartirana e la Biblioteca di Via Garibaldi. Un altro momento importante fu il concerto, al teatro Splendor nel dicembre del 1979, del batterista Freddie Kohlman, uno dei padri del jazz tradizionale di New Orleans

Giordano Minora

L’IDEA BOLLATE OGGI

 La Biblioteca Comunale Popolare Ada Negri di Bollate è stata per un quinquennio la nostra casa; era gestita da un maturo signore che veniva chiamato professore. Un po’ sconvolto dalla nostra costante frequentazione, ci sopportò e, infine, ci prese a benvolere il professor Antonio Crimi.

La domenica, al banco di distribuzione, c’erano due ragazze: Eugenia e Paola, figlie del professore, nostre coetanee che, automaticamente, entrarono in questo allegro e strampalato gruppo di ragazzi. Era aperta anche la sera dalle 20,30 alle 23. Per cui il rifugio era a tempo pieno, tranne il mercoledì – lo spazio era adibito anche a sede dell’AVIS – dove imperversava il signor Galotti, persona ordinata e severa.

Parigi, con il maggio francese era in rivolta, l’aria del 68 si cominciava a respirare anche a Milano. Bisognava trovare qualcosa di socialmente significativo. Io ero supplente a chiamata di matematica, così decidemmo di dare ripetizioni gratis ai ragazzi meno dotati. Grande impegno, ma non bastava, bisognava fare qualcosa, bisognava cambiare la società.

E così, grazie alla professionalità e all’intuito di Giordano Bordegoni, ci venne in mente di fare un giornale. Bollate Oggi è stato concepito in biblioteca, niente soldi, per cui vendemmo ai commercianti locali spazi per la pubblicità. Quattro numeri in poco più di un anno, furono accolti con entusiasmo e questo fece sì che non lasciammo debiti.

Un numero di Bollate Oggi

Avevamo inventato la Posta al Direttore Gigi Quinterio era il lettore che mi scriveva:

‘caro direttore’

Io che rispondevo cazziandolo. Una cosa quasi fantozziana, uno scherzo

Grande scandalo suscitò la ricerca pubblicata sul non compimento degli studi dell’obbligo da parte di molti studenti, ricerca corredata con tanto di statistiche e tabelle. Articolo che non fu gradito ai professori della scuola media e al loro preside Guzzardi. Sostenemmo, da laici, l’intitolazione a Giordano Bruno della via a fianco dell’ospedale, entrando in conflitto con il cappellano don Ambrogio Rossini. Allo stesso tempo, demmo visibilità alla attività degli evangelici, allora visti come senza Dio. Godemmo alla notizia che all’ospedale era stato aperto un reparto di medicina nucleare, prendemmo  posizione sull’inquinamento.

Poi arrivò una scialba signora, nominata dalla Provincia a presidente della biblioteca, la comunista Carnevali. Tentò di normalizzare, come nello stile del suo partito, la nostra attività. Venne sostituita dal socialista Giuseppe Diotti, un giovane sindacalista della CIGL, uno di noi , pure lui scrisse per il giornale.

Ci fu un tentativo di scalata da parte DC, il compianto Nino Mazza avrebbe fatto carte false per avere Bollate Oggi, ma l’operazione non andò in portò. Ci saremmo trovati insieme, anni dopo, per il referendum sulla scala mobile, ma il giornale non c’era più. Il bisogno di soldi ci portò ad un incontro con la giunta comunale per ottenere un piccolo finanziamento, l’assessore al bilancio, il comunista Degola, lo negò, motivandolo con il fatto che eravamo una voce critica verso la amministrazione. Il sindaco Battezzati, la cui figlia Ivana era del gruppo, non fu di grande aiuto.

Luzzato Carpi, nuovo sindaco poi senatore, ci legittimò e pubblicammo un suo scritto dedicato al centenario della presa di Roma. Ma i finanziamenti latitavano e il progetto si arenò. Fine di una piccola avventura, condivisa tra gli altri da Pierino Marazzani, Sandro Fedeli. Il “Chopper” Dario Zigiotto, che ebbe il merito di portare una ventata d’aria fresca nello stantìo dibattito dell’epoca. 

Antonio C.G. Pastore

Laureato in Bocconi con una tesi sullo sviluppo industriale di Bollate, insegnante e professionista . Da sempre impegnato nel civile, sociale e culturale prima da segretario dei giovani socialisti, poi per oltre dieci anni come presidente della Commissione Biblioteca ed infine come consigliere ed assessore comunale per quattro legislature. Ha dato un fortissimo impulso alla creazione della Biblioteca Comunale in centro e nelle frazioni  sia come servizio  di lettura e prestito libri che come centro  culturale.

Luigi Quinterio

Ha sempre coltivato diverse passioni. La musica nei suoi aspetti più vari ,la fotografia, la storia locale e lo  sport   sono sempre stati al centro dei suoi interessi. .Una costante curiosità per tutto ciò che lo circonda lo ha portato a conoscere molti jazzisti italiani e americani o a scoprire aspetti dimenticati di quanto avvenuto in passato nella sua città. Ha collaborato alla realizzazione delle pubblicazioni  Bollate 100 anni di immagini (1978) , Una storia su due ruote (1989) Il Santuario della Fametta (2010) La Fabbrica dimenticata (2010) Il soggiorno a Bollate di Ada Negri (2014) . Ha curato anche diverse mostre fotografiche fra le quali La prima guerra mondiale nella memoria dei Bollatese (2015) La Fabbrica dimenticata (2010) I 40 anni di Radio ABC (1977). E’ tra i fondatori dell’Associazione Bollate Jazz Meeting (1994) di cui è segretario.

Giordano Minora

Ingegnere per caso, giornalista mancato, scrittore che non ha ancora deciso cosa scrivere. Una vita di scorribande, a far sempre cose nuove, una diversa dall’altra. Insegnante, assaltatore/postino, ricercatore CNR, ingegnere in società multinazionali, imprenditore, politico di terza classe, socialista da sempre e per sempre. Amore per il teatro, negli ultimi anni enfatizzato dalla fortunata frequentazione con Luca Ronconi ai tempi del Piccolo Teatro di Milano. Appassionato di musica classica sostiene che: ‘dopo Mozart è stato inutile scrivere musica’. Calcisticamente agnostico, ferrarista da sempre. Vanesio, si ritiene un eccellente chef. Amante di vini rossi e bollicine per accompagnare cibi. Sempre alla ricerca di persone nuove con le quali parlare, confrontarsi, discutere, litigare, bere e gustare cose golose.

Antonio Carlo Giuseppe Pastore