Quando si guardano, abbastanza da lontano, le cose del passato ci si chiede sempre qual è stata la scintilla, il passaggio, l’elemento determinante, che ha trasformato una iniziativa singola, una come tante altre, destinata a vivere e a concludersi in un determinato periodo e contesto in un processo che ha dato il via a molte cose, che ha messo in moto dei reali cambiamenti.
E’ ciò che provo ora nel guardare agli eventi accaduti 44/45 anni fa: mi chiedo quale sia stata la scintilla che ha innescato meccanismi che hanno messo in moto processi rivelatisi poi di grande portata e dimensione. Risultati che all’epoca i protagonisti nemmeno immaginavano di provocare.
Mi riferisco agli eventi che hanno caratterizzato una stagione vivace di attività ed iniziative che hanno attraversato gli anni ’70 del secolo scorso.
In quegli anni, ma ben più dotte analisi sociologiche ne hanno disegnato i tratti, tra l’onda lunga del ’68 e l’affermazione delle sinistre, in particolare del PCI, alle elezioni amministrative del 1975, si creò un clima di partecipazione e di attivismo che caratterizzò quasi due decenni.
In questo clima si colloca un’iniziativa di decentramento teatrale avviata dal Comune di Novate Milanese nella persona dell’allora giovane assessore alla cultura Maurizio Lozza che ingaggiò un gruppo di attori professionisti guidati da un regista, Bruno Portesan, per produrre sul territorio, e in mezzo alla gente, teatro professionistico.
Un’iniziativa interessante ed innovativa destinata, però, a rimanere confinata in quel territorio e ad esaurirsi dopo una stagione, se non avesse trovato uno sbocco.
Invece scoccò una scintilla, una scintilla che cambiò il corso, oserei dire, della storia o almeno di molte cose che riguardavano le istituzioni pubbliche.
Il progetto di produzione teatrale decentrata sarebbe stato inesorabilmente destinato a non sopravvivere ad una seconda stagione se una scintilla non fosse scoccata con la fisionomia di Luigi Quinterio, presidente della commissione biblioteca di Bollate.
Nessuno di noi all’epoca aveva né visione né consapevolezza di cosa avrebbe significato la condivisone dell’iniziativa da parte del Comune di Bollate. Non solo si realizzò un’altra stagione con un nuovo spettacolo segnalato anche da un ancora giovane Ugo Volli sulla neonata Repubblica del 16 giugno 1977, ma da lì ebbe inizio la cooperazione fra le biblioteche dell’area del distretto scolastico Arese, Bollate e Novate.
Lo spettacolo teatrale ebbe un successo ampio e partecipato, d’altronde non poteva che essere così considerando che testo, recitazione, musiche, scenografie furono tutte costruite dagli attori e dal regista in mezzo alla gente, nei cortili, nelle palestre, nelle piazze. Un vero prodotto “pop” come diremmo ora pur se recitato in linguaggio aulico, e questa forse era una delle scommesse più importanti, con una scenografia realizzata dagli operai dell’ufficio tecnico comunale (che per una volta non dovevano solo aggiustare panchine ma potevano dare sfogo alla loro creatività), con le musiche e i testi che venivano continuamente “aggiustati” sulla base delle reazioni delle persone che assistevano e partecipavano alle prove. Interessante e curioso è anche rilevare che per tutta la stagione collaborò tra gli attori una giovanissima Miriam Bartolini più nota con il nome d’arte di Veronica Lario.
Lo spettacolo andò in scena all’inizio dell’estate (il 21 giugno del 1977) e oltre ad essere rappresentato in diversi luoghi dei due Comuni “impresari teatrali”, Bollate e Novate, circolò per diverse feste ed iniziative in tutto l’hinterland milanese e la Brianza, feste dell’Unità, spettacoli all’aperto organizzati dai Comuni, fiere e feste varie.