Nel 1859, con la pace di Zurigo, liberata la Lombardia dal regno Lombardo-Veneto, Bollate, con una popolazione di circa 7000 abitanti, veniva nominata capoluogo del X mandamento di Milano, comprendente 12 comuni e una Pretura
Essendo un paese tipicamente agricolo era molto diffuso il baratto, tant’è che la prima moneta utilizzata era il bestiame, chiamato “pecus”, da qui poi il nome pecunia, assunto del successivo denaro.
La moneta coniata si chiamava “asse” ed era di bronzo. Sottomultipli dell’asse erano il “sestante” e l’oncia”. Poi c’era il “sesterzo”, moneta coniata in argento.
Le misure di peso avevano come base la libbra kg 0,323, utilizzata per equilibrare la bilancia, denominata stadera.
Misure di lunghezza erano: Il “dito”, circa 2 cm, il “passo”, quasi un metro e mezzo e il “miglio”, mille passi, pari a km 1,478.
Molto utilizzato invece per i solidi, in particolare il frumento, il “maggio”, misura di capacità pari ad otto litri e tre quarti, mentre per i liquidi erano usate, l’“urna”, litri 13,3 e l’“anfora”, pari a due urne, litri 26,26.
I terreni venivano misurati con appositi strumenti cilindrici in ferro, chiamati “groma” e il tecnico che li utilizzava era conosciuto come l’agronomo.
Fra le misure di superficie era noto anche l’”ingero”, che coincideva con la quantità di terreno che poteva essere arato in un giorno da due buoi, corrispondeva a circa 2500 mq. L’unità di superficie era denominata “il piede quadrato”, uguale a mq 0,87.
Dagli appunti di Ada Borroni Croce – datati 1940