QUEL RAVVEDIMENTO OPEROSO

 E Bollate batté l’evasione fiscale

Un folto pubblico assiste ad una seduta del Consiglio Comunale nell’aula Consiliare, allora situata nel seminterrato della scuola di via Diaz – Foto Stefano Rossi

“Uno dei compiti di una amministrazione comunale è il controllo delle entrate tributarie, onde procurarsi risorse finanziarie per garantire i servizi, evitando l’evasione e l’elusione e, allo stesso tempo, abbassando la pressione fiscale a vantaggio di tutti i cittadini.”

Quando Bollate ha fatto scuola in materia di tasse locali. Correva la fine degli anni Novanta e le amministrazioni pubbliche erano in enorme difficoltà ad incassare le imposte non pagate per la mancanza di dati certi su cui fare i controlli e l’impossibilità di chiedere la collaborazione dei contribuenti, pur riducendo le sanzioni pecuniarie, perché ritenute un danno all’erario. Da qui l’istituzione del ravvedimento operoso, una sorta di sanatoria flessibile, per chi aveva compiuto errori o aveva evaso le allora ICI, ICIAP, TOSAP e tassa rifiuti. Iniziativa innovativa che ha consentito al Comune di recuperare l’evasione, ampliare la base imponibile e fare da battistrada in ambito nazionale.

Piccolo promemoria, mentre si avvicinano le scadenze di TARI e IMU.

LA SANATORIA FISCALE DEL 1998.

Nel 1995, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giovanni Nizzola, con il sottoscritto in qualità di assessore alle finanze, decise di effettuare i controlli sugli importi dalla tassa rifiuti – a quei tempi si basava esclusivamente sui metri quadrati calpestabili degli immobili – e ben presto si accorse che non esisteva un archivio generale dei contribuenti mentre, i dati a disposizione, prodotti dalla ditta SOGET incaricata in precedenza, erano completamente inattendibili.

Così, con la preziosa collaborazione di tutto il settore tributi, diretto dalla dottoressa Barbara Rinaldi, abbiamo deciso di avviare una sanatoria relativa agli introiti di questa imposta per gli anni 1996/97, permettendo ai cittadini che non avevano pagato o pagato solo in parte, di rifare la dichiarazione e liquidare il dovuto senza alcuna sanzione.

L’ operazione fu all’inizio bloccata dalla Corte dei Conti, con la motivazione che incassare   l’imposta senza sanzione, dopo la normale scadenza, era da considerarsi danno erariale. Tuttavia, una legge emanata poco dopo l’esperienza bollatese, ha riconosciuto la possibilità di incassare senza sanzioni, in caso di errori di accertamento nella rilevazione delle superfici-come avvenuto a Bollate con i dati forniti dalla SOGET- e quindi il Comune ha potuto proseguire nella sua opera di sanatoria.

Giovanni Nizzola  Sindaco di Bollate nel periodo del suo primo mandato 1995 – 1999. Foto Stefano Rossi

Assessore Luigi Quinterio

Intervista dell’assessore alle finanze Luigi  Quinterio, nella quale presenta le sue linee d’azione

Lo stesso problema di mancanza di dati, si presentò anche quando si decise di controllare le posizioni contributive dell’allora ICI. Infatti non esisteva, a quell’epoca, un catasto di Bollate aggiornato, tanto che i dati ICI, riportati dai contribuenti nella dichiarazione dei redditi, erano indicati solo nella copia destinata al ministero e non su quella in possesso del comune.

A rendere ancora più complessa la situazione, una vicenda paradossale: le copie nella disponibilità del ministero furono mandate, per essere elaborate, parte in Albania, dove rimasero inevase a seguito della crisi sopraggiunta con quel Paese, e in parte a Trieste, con molte dichiarazioni elaborate in modo approssimativo e addirittura parecchie che vennero sommerse dall’acqua e quindi non più utilizzabili.

Di fronte ad una situazione così deficitaria, per non dire beffarda, mi sono mosso con determinazione, sollecitando con insistenza il catasto di Milano per fare in modo sia di sistemare tutto l’arretrato, sia di aggiornare la situazione catastale del territorio bollatese, attraverso l’apertura in città di un apposito ufficio competente.

Una volta aperto l’ufficio catasto, l’amministrazione comunale lanciò una nuova sanatoria che comprensiva di tutti i tributi locali, comprese le irregolarità formali ,chiedendo la collaborazione dei cittadini: invitandoli a rifare i conteggi, versare i tributi omessi, oppure chiedere il rimborso se versati in eccesso. In questo secondo provvedimento, l’amministrazione comunale applicò l’istituto del ravvedimento operoso, ossia l’applicazione di sanzioni ed interessi ridotti. Pure in questa occasione, attuandola prima che la procedura diventasse legge in materia.

 Due sanatorie, coniugando i principi di equità e di gettito, che hanno anticipato i tempi e dettato la linea a livello nazionale. Provvedimenti, che dopo un avvio incerto, hanno conseguito un grande successo tra i contribuenti producendo, senza vessare i cittadini e senza costi aggiuntivi, un gettito di oltre 5 miliardi di lire , rimborsi per oltre 200 milioni di lire , insieme ad un cospicuo recupero di base imponibile che portò incrementi di entrate negli anni futuri

LUIGI QUINTERIO – Assessore al bilancio e finanze dal 1995 al 1999

Riceviamo e Pubblichiamo.

TARI 2021 – FACCIAMO CHIAREZZA 

In questi giorni sono in consegna i bollettini TARI 2021 e tutti noi abbiamo verificato, purtroppo, un aumento rispetto alla quota tariffaria dell’anno 2020. E’ doveroso precisare che l’incremento NON è voluto e deciso dal comune di Bollate ma da ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente che svolge attività di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore, che ha IMPOSTO il nuovo calcolo TARI, obbligando a conteggiare una serie di costi che prima erano sostenuti dall’amministrazione comunale e dal 2021, invece, prescrive che siano addebitati direttamente ai contribuenti.
In sostanza veniamo penalizzati in quanto nel passato siamo stati “virtuosi” nel far pagare una tariffa più bassa ai propri cittadini!
Il comune di Bollate, insieme ad altri comuni d’Italia, ha presentato ricorso al TAR per l’annullamento della delibera dell’autorità (a questo link https://bit.ly/3z1vY4J la delibera di Giunta Comunale del 2020 con la quale si è impugnato il provvedimento) ma fino al pronunciamento del tribunale (non ancora avvenuto) il comune di Bollate e gli altri comuni ricorrenti sono obbligati ad applicare l’aumento. In caso di vittoria in sede giurisdizionale saranno restituite a tutti gli utenti le somme aggiuntive versate nel 2021.

Francesco Vassallo – Sindaco di Bollate

Facciamo un po’ di storia

Come spendevano e come misuravano i nostri antenati

Nel 1859, con la pace di Zurigo, liberata la Lombardia dal regno Lombardo-Veneto, Bollate, con una popolazione di circa 7000 abitanti, veniva nominata capoluogo del X mandamento di Milano, comprendente 12 comuni e una Pretura

Essendo un paese tipicamente agricolo era molto diffuso il baratto, tant’è che la prima moneta utilizzata era il bestiame, chiamato “pecus”, da qui poi il nome pecunia, assunto del successivo denaro.

La moneta coniata si chiamava “asse” ed era di bronzo. Sottomultipli dell’asse erano il “sestante” e l’oncia”. Poi c’era il “sesterzo”, moneta coniata in argento.

Le misure di peso avevano come base la libbra kg 0,323, utilizzata per equilibrare la bilancia, denominata stadera.

Misure di lunghezza erano: Il “dito”, circa 2 cm, il “passo”, quasi un metro e mezzo e il “miglio”, mille passi, pari a km 1,478.

Molto utilizzato invece per i solidi, in particolare il frumento, il “maggio”, misura di capacità pari ad otto litri e tre quarti, mentre per i liquidi erano usate, l’“urna”, litri 13,3 e l’“anfora”, pari a due urne, litri 26,26.

I terreni venivano misurati con appositi strumenti cilindrici in ferro, chiamati “groma” e il tecnico che li utilizzava era conosciuto come l’agronomo.

Fra le misure di superficie era noto anche l’”ingero”, che coincideva con la quantità di terreno che poteva essere arato in un giorno da due buoi, corrispondeva a circa 2500 mq. L’unità di superficie era denominata “il piede quadrato”, uguale a mq 0,87.

Dagli appunti di Ada Borroni Croce – datati 1940

Particolare del quaderno di appunti di Ada Borroni Croce – datati 1940

Società Mutua Bestiame-Bollate: un esempio di autogestione dei nostri antenati.

Verbale dell’Assemblea dei Soci della Società Mutua Bestiame, svoltasi presso l’Asilo di via Sartirana il 7 dicembre 1919 con all’ordine del giorno la gestione dell’anno 1918-1919 – Archivio Giordano Minora

Scheda della Società Mutua Bestiame  – Bollate,  con indicazione dei nomi dei soci e dei valori dei loro animali – Anno 1940 – Archivio Giordano Minora

Contrassegno in metallo rilasciato ai soci della Società Mutua Bestiame per identificare l’animale assicurato

Laureato in Bocconi con una tesi sullo sviluppo industriale di Bollate, insegnante e professionista . Da sempre impegnato nel civile, sociale e culturale prima da segretario dei giovani socialisti, poi per oltre dieci anni come presidente della Commissione Biblioteca ed infine come consigliere ed assessore comunale per quattro legislature. Ha dato un fortissimo impulso alla creazione della Biblioteca Comunale in centro e nelle frazioni  sia come servizio  di lettura e prestito libri che come centro  culturale.

Luigi Quinterio

Ha sempre coltivato diverse passioni. La musica nei suoi aspetti più vari, la fotografia, la storia locale e lo  sport sono sempre stati al centro dei suoi interessi. Una costante curiosità per tutto ciò che lo circonda lo ha portato a conoscere molti jazzisti italiani e americani o a scoprire aspetti dimenticati di quanto avvenuto in passato nella sua città. Ha collaborato alla realizzazione delle pubblicazioni Bollate 100 anni di immagini (1978), Una storia su due ruote (1989), Il Santuario della Fametta (2010), La Fabbrica dimenticata (2010), Il soggiorno a Bollate di Ada Negri (2014). Ha curato anche diverse mostre fotografiche, fra le quali La prima guerra mondiale nella memoria dei Bollatese (2015), La Fabbrica dimenticata (2010), I 40 anni di Radio ABC (1977). È tra i fondatori dell’Associazione Bollate Jazz Meeting (1994) di cui è segretario.
Giordano Minora