LA CROCIFERA
La vecchia ch’è dritta come un tronco
e com’esso nocchiuta, a niun concede
portar la Croce in processione. Sola
il superbo diritto a sé difende.
Greve il peso del Cristo al corpo scarno,
nella vampa del sole: ma se a volte
la Croce oscilla, non oscilla il passo.
Saldi i piedi alla terra, invitto il cuore
alla fatica appassionata, fisso
duramente fra i solchi delle rughe
lo sguardo innanzi, ella procede avvinta
al suo Gesù. Con lei l’umili donne
in file nere, le fanciulle in file
candide vanno e cantano: dei salmi
le lunghe note anch’esse vanno e colmano
di preghiera le strade, i campi, il cielo.
Forse da due millenni
la Crocifera vive. In Galilea
trasse i suoi giorni al tempo che il Figliuolo
di Dio vestì la dolorosa carne
dell’uomo. In pianto, con le tre Marie,
tutte calcò le pietre del Calvario.
Vide il supplizio, s’aggrappò alla Croce,
agonizzando all’agonia del Cristo;
e caddero su lei stille del sangue
divino. Per quel sangue
che la consacra, non poté, non può morire.
Eterna pellegrina, passa sovra la terra e nulla chiede:
solo chiede portar la Croce. E il simulacro
fra le sue braccia si fa Cristo vero.
ADA NEGRI
(poesia scritta durante il soggiorno bollatese del 1943 vedendo passare una processione)