Passato e futuro

…io e i compagni eravamo vecchi e tardi….

dei remi facemmo ala al folle volo….

Metti una sera.

Metti una sera di metà gennaio, di quelle già buie alle sei, con una pioggia sottile e gelida.

Sei in giro ed è presto per rientrare a casa. Un tuo caro amico non sta bene, e sai che non lo rivedrai più.

Cerchi qualcuno dei tuoi amici: una telefonata a Paolo andata a vuoto, al secondo colpo risponde Giordano Minora.

Lui è sempre alla ricerca di qualcosa da fare, fotografie, libri, jazz e quanto altro gli permetta di coinvolgere altri.

Tono di comando perentorio:  ma dove sei, vieni subito, stiamo finendo il libro.

Penso qui ci scappa in prosecco, e giungo cosi nello studio fotografico fondato da Giordano Bordegoni il mio miglior amico. Era dai tempi della sua scomparsa che non ci tornavo: troppi ricordi.

Arrivo e insieme a Giordano Minora c’è Filippo Bordegoni il figlio di Giordano, del quale ha seguito la strada

Subito l’atmosfera si agita e mi viene detto: il libro sul Centenario della Bollatese Calcio è finito. Siamo incerti se inserire un vecchio articolo della fine anni 60 firmato da Giancarlo Meroni, fa vedere, guardo il foglio, lo riconosco e dico ma questa è una pagina di Bollate Oggi.

Datato 1969, tra i fondatori. e direttore responsabile lo scrivente.

Un tuffo in un passato di mezzo secolo fa.

Giordano Bordegoni e io fondammo quel giornale, finanziato dalla generosa pubblicità di tanti negozianti bollatesi.

Sede nella Biblioteca Comunale, allora in via Garibaldi 52, diretta dal prof. Antonio Crimi, prima sconvolto da tanta confusione poi maestro ricco di consigli: lui aveva lavorato nei ‘giornali veri’,

Quattro numeri che fecero scalpore per gli argomenti trattati.

Per quello su Giordano Bruno scoppiò una querelle tra me don Rossini. Debbo dire che il monsignor Sala si tenne elegantemente fuori da ciò.

Era il 1969, prima del 12 dicembre, fu un periodo di sogni di libertà e giustizia. Don Milani con ‘Lettere a una professoressa ‘ era per noi studenti una guida,

Pubblicammo perciò una ricerca sull’abbandono della scuola dell’obbligo a Bollate, titolata ‘Bocciare o no’, con tanto di statistiche e tabelle illustrative. Un successo di vendite. 

Io, in compenso persi il posto di professore supplente di matematica alle medie di via Fratellanza.

Finii gli studi integrando il sostegno familiare, dando lezioni private a fanciulle bene,

leggendo contatori elettrici in Fiera Milano e consegnando pacchi.

Mi laureai presto e di ciò se ne accorse il Distretto Militare che fece sì che chiamassero alle armi. Diciotto mesi soldato semplice con incarico di assaltatore postino a Torino. Con il sogno di riprendere le pubblicazioni del giornale. Ma al ritorno non c’era più nessuno. Era finita un’epoca.

Andai a fare l’ingegnere in Siemens, dicendomi sarà pure uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare.

Qualche sera fa convocato nel ‘locale’ di Giordano trovo il Paolo e Filippo.

Mi siedo e mi dicono riprendiamo le pubblicazioni di Bollate Oggi, ci stai?

Li ho guardati basito e ho chiesto: perché?  

Da lì un lungo pistolotto circa la digitalizzazione, la possibilità di accompagnare gli articoli tematici con foto e filmati, il Filippo ci ha fatto vedere una bozza.

Molto bella!

Ho pensato alle notti passate con il papà di Filippo a correggere bozze, a montare foto sulle veline, cercare soldi e consegnare il giornale alle edicole.

Mi hanno parlato di sezioni tematiche. Più parlavano e più pensavo questi sono matti.

Poi mi hanno contagiato e mi sono detto perché no, sarà una botta di gioventù.

E ho pensato all’Ulisse dantesco:

…io e i compagni eravamo vecchi e tardi….

dei remi facemmo ala al folle volo….

Ingegnere per caso, giornalista mancato, scrittore che non ha ancora deciso cosa scrivere. Una vita di scorribande, a far sempre cose nuove, una diversa dall’altra. Insegnante, assaltatore/postino, ricercatore CNR, ingegnere in società multinazionali, imprenditore, politico di terza classe, socialista da sempre e per sempre. Amore per il teatro, negli ultimi anni enfatizzato dalla fortunata frequentazione con Luca Ronconi ai tempi del Piccolo Teatro di Milano. Appassionato di musica classica sostiene che: ‘dopo Mozart è stato inutile scrivere musica’. Calcisticamente agnostico, ferrarista da sempre. Vanesio, si ritiene un eccellente chef. Amante di vini rossi e bollicine per accompagnare cibi. Sempre alla ricerca di persone nuove con le quali parlare, confrontarsi, discutere, litigare, bere e gustare cose golose.

Antonio Carlo Giuseppe Pastore

Ingegnere