Mauro Cerioni

Il rito pressoché quotidiano: in tarda mattinata seduto ai tavolini del “ Number Five”  sorseggia la tazzina di caffè macchiato immerso nella lettura, da buon juventino, di “Tuttosport”, giornale  che ha appena ritirato alla vicina edicola dell’amico Aureliano.

 Mauro Cerioni , originario di Castelvetro nel piacentino,dove è nato nell’agosto del 1948, è ormai un bollatese a tutti gli effetti ,ci abita da più di 35 anni con la moglie Mirella , ex insegnante all’ ITC.  Eppure ,ancora oggi ,appena incroci il suo sguardo scatta immediato il flashback.: anni Settanta, Palalido domenica pomeriggio , derby d’Italia di pallacanestro, Olimpia Milano, quell’anno targata Innocenti, contro gli eterni rivali dell’ Ignis di Varese. Diretta tv, partita tiratissima , si gioca punto a punto. Tre secondi alla fine, varesini avanti di uno, Cerioni riceve palla si alza dalla lunetta e infila il canestro del sorpasso. (allora non c’era ancora il tiro da 3 punti)  Quello della vittoria a fil di sirena sarà il suo marchio di fabbrica . “In ben 3 occasioni sono risultato decisivo, con Varese, ma anche a Torino e a Venezia, tra la rabbia e lo sconcerto di giocatori e tifosi avversari”.

La pallacanestro è stata la mia vita

“La pallacanestro è stata la mia vita, mi ha dato tutto. Non ho nessun rimpianto perchè fino a 45 anni ho potuto praticare lo sport che mi piaceva, mi ha dato notorietà , soldi per poter vivere, girare il mondo e soprattutto conoscere mia moglie con la quale sono felicemente sposato da più di 40 anni”.

 Il suo terzo tempo a canestro comincia a 14 anni nel collegio dei salesiani di Genova Sampierdarena. Nel 1965 lo nota il ct della nazionale Nello Paratore che sta selezionando  giovanissimi cestisti per la formazione juniores , farà parte del mega raduno di 75 giocatori a Bassano del Grappa che rappresenteranno il futuro del basket italiano. Dopo la gavetta in serie B alla Italsider Genova lo chiama Cesare Rubini all’Olimpia Milano e nella stagione 1967-68 il debutto nella massima serie insieme al suo grande amico, il compianto Pino Brumatti. Esordio nelle mitiche scarpette rosse con mostri sacri del calibro di Riminucci e Pieri, “due autentici uomini squadra che con una semplice frase ti insegnavano  e ti spronavano allo stesso tempo”. Per sei anni sarà una delle colonne della formazione: difensore grintoso, “essendo una guardia di quasi due metri, 1,96 per l’esattezza, ero in grado di curare giocatori della mia statura o più piccoli.Formidabili gli scontri con il messicano della Ignis Manuel Raga, anche se l’avversario che mi ha messo maggiormente in difficoltà è stato George Bucci, italoamericano di 1,91 . Militava nel Siena e mi faceva letteralmente impazzire con i suoi movimenti continui”.

Mike D’Antoni,” un professionista straordinario con una rapidità di pensiero tattico incredibile”

 Sotto la guida di Cesare Rubini (“ la sua intelligenza è stata quella di attorniarsi di uno staff di prim’ordine, Sandro Gamba per la parte tattica e Basilio Andolfo per quella organizzativa”), vince uno scudetto nella stagione 1971-72, allo spareggio contro Varese (64 – 60) ,risultando il miglior in campo; due coppe delle coppe, contro i russi di Leningrado e la Stella Rossa di Belgrado, e una coppa Italia. Fa parte della spedizione olimpica ai giochi di Monaco del 1972, gli azzurri perderanno per un punto il bronzo ,sconfitti da Cuba, ma avrà l’onore di essere inserito nel quintetto dei migliori giocatori del torneo.”Avventura fantastica perché, a differenza di altre manifestazioni, nel villaggio olimpico vivi gomito a  gomito con atleti di nazionalità diverse e discipline svariate. Atmosfera macchiata purtroppo dal tragico’attentato alla delegazione israeliana”. Sei anni a Milano e poi il trasferimento a Rieti per altre cinque stagioni ad alto livello, un passaggio a Reggio Calabria per tornare ancora sotto il Duomo agli ordini del funambolico Dan Peterson : “ ha fatto emergere la figura dell’allenatore. Lo slavo Aza Nikolic a Varese, qualche anno prima, aveva dato un senso professionistico al basket in generale, Dan ha invece valorizzato la figura del coach.” Di compagni e avversari conserva bei ricordi , dal suo playmaker Giulio Iellini, “uno che sapeva far tutto,” ai battaglieri Arthur Kenney e Dino Meneghin, “due che non mollavano mai e davano sempre il massimo”, fino a Mike D’Antoni,” un professionista straordinario con una rapidità di pensiero tattico incredibile ,una testa pensante pareggiata solo dal play varesino Aldo Ossola”.  Carriera finita a Marsala e poi allenatore di formazioni di secondo piano con una promozione in B1 a Sassari e un’esperienza a Lugano in Svizzera.

In difesa contro Joe Isaac 

 “Quando ho visto che l’adrenalina da competizione non c’era più ho deciso di smettere con l’agonismo. Mi sono dedicato al marketing e ora mi godo la pensione in una città che mi piace abitare e dove mi sono creato amicizie e abitudini. Integrato al punto che, quando allenavo a Vigevano, venni  definito “il mago di Bollate” . Il basket lo seguo ancora, seppur da spettatore. Mi piace confrontare le giocate di oggi con quelle dei miei tempi”. E notare le differenze di una vita vissuta a canestro.

E notare le differenze di una vita vissuta a canestro.

2019 – Mauro Cerioni – © Foto G. Minora

Mauro Cerioni

nata a Castelvetro (PC) il 3 agosto 1948

cestista-altezza 1,96

1963-64 giovanili don Bosco Genova

1965-66 Italsider Genova – serie B

1967-1974 Olimpia Milano – serie A

vince campionato 1971-72, Coppa Italia 1972. Coppa delle Coppe 1970-71, 1971-72

1974-1979 Rieti – seria A

1979-80 Reggio Calabria – seria B

1980-81 Olimpia Milano – seria A

1981-82 Banco Ambrosiano – serie C

1982-83 Marsala – serie B

1972 fa parte della squadra nazionale ai giochi olimpici di Monaco

Paolo Nizzola, una vita a maneggiare notizie tra giornali , radio e tv,  tanto da farne un libro autobiografico “ Ho fatto solo il giornalista”.

Milanista da sempre, (ritiene che la sua più bella intervista l’abbia realizzata con Gianni Rivera), appassionato di ciclismo, (è coautore del libro “una storia su due ruote”), amante della musica jazz (è presidente dell’Associazione Bollate Jazz Meeting) .Gaudente a tavola, soprattutto  in buona compagnia.
Insomma, gran curioso di storie, di umani e di situazioni.

Paolo Nizzola

Giornalista