Siamo in una perfetta staffetta professionale e istituzionale: Alessandro segue le orme del padre e si laurea in ingegneria. Neolaureato, entra nello studio tecnico milanese di Giuseppe Colombo. Intellettualmente piuttosto curioso, amante delle belle arti, ha come sogno nel cassetto quello di diventar pittore. Per esaudire il suo desiderio archivia la laurea e si dedica alla pittura. Oltre a dipinti e disegni, nutre forti interessi nel campo politico e della pubblica amministrazione, quelli che, del resto, respira in casa con un padre impegnato in ambito civile e come richiede il censo familiare che, all’epoca, garantiva uno specifico peso economico e sociale. Così, mentre accresce la sua fama divenendo direttore de“Famiglia artistica milanese”, comincia contemporaneamente ad occuparsi di amministrazione pubblica. Nel 1882 si sposa con Carolina Ghiotti, frequenta ambienti intellettuali e politici, diventa amico del poeta e librettista Giuseppe Giacosa, di Camillo Boito, architetto progettista della Casa di Riposo Giuseppe Verdi a Milano, oltre che scrittore di novelle (tra cui la famosa “Le notti bianche”, dalla quale Luchino Visconti trasse il celebre film) nonché fratello di Arrigo, noto musicista (ha composto l’opera “Mefistofele” ed è stato l’ultimo librettista di Verdi), e di Gerolamo Rovetta, commediografo e drammaturgo. Instaura pure relazioni internazionali, in particolare un lungo rapporto di condivisione di progetti ed idee con l’italo portoghese Alfredo De Andrade, restauratore, archeologo e pittore paesista operante in Piemonte e Liguria.
Tra le sue frequentazioni c’è anche il conte Pietro Sormani Verri, senatore del regno e, ironia del destino, sindaco di Bollate il quinquennio prima di suo padre Augusto. Sormani fu anche direttore della Casa di Riposo Giuseppe Verdi di Milano dal 1909 al 1934, anno in cui morì.