Nella nostra banda, oggi sarebbe chiamata “compagnia”, nota come quella di Noi, i ragazzi della via Pontida, (eravamo davvero tanti, tutti a giocare in strada, sempre a fare scorribande, prima in bicicletta e più tardi in motorino) c’era già chi studiava (parola grossa) alla scuola professionale della vicina Alfa Romeo, quindi il recupero e la rimessa in funzione del catorcio apparve subito possibile. Oggi si parlerebbe di “restauro vintage”, allora si sperava solo di rimetterlo a posto per consentirci, a turno, di scorrazzare con un mezzo a motore, al posto delle solite malmesse biciclette.
La ricerca dei ricambi o di ciò che serviva fu lunga e laboriosa. Soldi zero, spazio allora a ricerche minuziose nelle cantine e negli altri “depositi rifiuti” sparsi in altre zone del paese. Ma la vera miniera era soprattutto rappresentata dai bidoni degli scarti del ciclista Verga, che aveva il negozio e l’officina dove oggi c’è la farmacia Comunale 4, via Martiri di Marzabotto, e del Lincetti, nel cortile di via Leone XIII vicino alla chiesa.
La caccia al tesoro, inteso come pezzo di ricambio, andò finalmente a buon fine e il vecchio Dingo tornò a ruggire (oddio, a miagolare!) in una calda serata di inizio estate, fra il tripudio di soddisfazione di noi ragazzi, accompagnato dal fumo di olio vecchio che emanava la miscela.
Già, la miscela! Quel miscuglio di olio al 5% misto a benzina che per averlo bisognava comprarlo dal benzinaio in piazza San Francesco, il Morelli, o dal Mella in via IV Novembre, poco prima del passaggio a livello, l’attuale sottopasso, in quegli anni Settanta, era di là da venire.
Cinquecento lire al litro era però tanta roba, maledetta crisi energetica! Tuttavia, con una colletta cumulativa, in dieci siamo riusciti ad acquistarne un litro. Ovviamente i dieci avevano diritto ad un giro, corto, corrispondente alle 50 lire devolute.