Da subito il campo divenne sede degli incontri della Bollatese: memorabili, negli anni, alcune sfide epiche, come quella di domenica 1 gennaio 1933, quando la compagine nerostellata venne scelta tra le categorie dilettantistiche, per partecipare al “Capodanno Azzurro del Littoriale”, una sfida a Bologna tra le squadre nazionali di Italia e Germania, da disputarsi in contemporanea con altre 15 partite, nelle quali altrettante compagini italiane affrontavano formazioni estere, tedesche, austriache, ungheresi, francesi e svizzere. La Bollatese, allora militante in Seconda Divisione, affrontò e batté i rossocrociati del Lugano F.C. Lugaresi, con un perentorio 6-1.
Tutt’altro che entusiasmante, fu invece l’epilogo della gara unica per la promozione al campionato regionale contro i bresciani del Chiari del giugno del 1957. Una sconfitta inaspettata e ritenuta ingiusta, secondo alcuni facinorosi tifosi che non ci stettero al deliberato sopruso decretato dall’arbitro, e invasero il campo, dando vita ad una rissa che deflagrò anche in tribuna. Risultato finale: non solo la vittoria venne assegnata a tavolino al Chiari, ma comportò pesanti strascichi per la Bollatese, con squalifiche, multe, inibizioni e, soprattutto, le dimissioni del presidente, Tonino Radice Fossati che, con un manifesto pubblico, stigmatizzò la “indegna gazzarra”.