IL CALCIO DI NOTTE

L’estate dei tornei serali

Giugno 1974 : i numerosi trofei in palio al torneo serale organizzato dall’Ardor. Sul palco ,da sinistra: Angelo Alzati, Sandro Borroni, Carlo Carli, Luigi Ghezzi  e Lino Annoni

“Cerco l’estate tutto l’anno e all’improvviso eccola qua”

e, negli anni Cinquanta- Sessanta, la tanto attesa stagione delle nostre vacanze decollava con il pallone di notte. Finivano i campionati di categoria, accompagnati dall’ultima campanella dell’anno scolastico, e partiva il fischio di inizio dei tornei calcistici notturni. Si accorciavano i terreni da gioco, spostando le porte, si piazzavano i pali della luce e si montavano tubi e assi per le tribune. Squadre di 6 giocatori, incontri di circa mezz’ora (15 per tempo) ad eliminazione diretta. Ogni sera dalle 4 alle 5 partite, per la goduria degli appassionati che, per tutto il mese di giugno, potevano uscire di casa godendosi, insieme ai gol e alle emozioni dello sport preferito, la compagnia di amici e un po’ di fresco, degno prologo alle ferie d’agosto. L’occasione non solo per animare le serate cittadine, ma anche per mettere in vetrina giocatori provenienti da diverse zone del milanese, una sorta di passerella che serviva a dirigenti, allenatori e osservatori per scoprire talenti o visionare atleti che potevano essere inseriti nella loro formazione l’annata successiva. Erano, dunque, un’attrattiva irresistibile per calciatori di tutte le età e categorie, tanto che qualche squadra, per lo più promossa da esercizi commerciali o aziende locali -che puntavano a far primeggiare sul territorio il proprio marchio come prestigio personale- non badava a spese, ingaggiava giocatori esperti offrendo, oltre a scarpe e divise da gioco, laute ricompense in denaro, con quote che aumentavano di vittoria in vittoria.

Tribune gremite al campo di via Mazzini (1960)

Capitava così che i più richiesti fossero chiamati, nella stessa sera, a disputare due se non tre partite in tornei diversi, sottoponendosi a rocamboleschi tour de force per far combaciare gli orari di gara e i trasferimenti da luogo a luogo, cambiandosi in macchina, durante il tragitto, per essere già pronti a scendere in campo in caso di arrivo al fotofinish. Questi straordinari forzati erano ben remunerati dal punto di vista economico: racimolavano un bel gruzzolo, spesso rimpinguato dai premi in denaro in caso di successo finale o di piazzamento nelle posizioni di testa, che permetteva loro di pagarsi le vacanze.

Il premio in soldi era riservato, di solito, alle prime cinque formazioni classificate, per gli altri piazzamenti c’erano coppe di consolazione. Ci scappavano anche orologi, cesti salumi, targhe, per il capocannoniere, il miglior portiere, la squadra più disciplinata, sempre generosamente offerti da esercenti locali. Siccome erano competizioni molto sentite e seguite, alcune con montepremi decisamente consistenti, la Gazzetta dello Sport dedicava giornalmente una pagina intera ai numerosi tornei estivi che si disputavano a Milano e in Lombardia. Talvolta, specialmente per le partite della fase finale, scendevano in campo calciatori professionisti di serie B o serie A, con nome camuffato per non dare nell’occhio e non rischiare eventuali squalifiche. A Bollate, le prime luci del calcio by night si accesero negli anni Cinquanta con ben due competizioni differenti che si disputavano nello stesso periodo. Una, promossa in parternariato da Ardor e Bollatese, presso il campo dell’oratorio di via Repubblica, l’altra su iniziativa della Benvenuta calcio. Quest’ultima, addirittura,  allestiva un terreno ad hoc in via Mazzini, nello spiazzo verde sormontato dal celeberrimo grattacielo, chiamato così perché ,con i suoi 8 piani, era uno dei più alti del paese. Tali eventi avevano tutti gli ingredienti per entrare nella memoria collettiva, a cominciare dal fatto che si giocavano di sera, una novità a quell’epoca. Scrive in proposito Mario Carissimi, sulle colonne de l’Informatore Bollatese, commentando la manifestazione organizzata dalla Benvenuta nel giugno del 1960, “ si è detto un grandioso torneo e altro aggettivo non poteva essere scelto se si pensa che sul campo di via Mazzini (per l’occasione provvisto di un buon impianto di illuminazione e circondato da funzionali tribune) , si disputavano ogni sera  cinque e persino sei partite, con il pubblico accorso sempre numeroso e puntuale per partecipare , con un tifo coloratissimo , ai veri e propri ‘forcing’ delle squadre in campo”. Tra i promotori della manifestazione, vanno citati Ernesto Radice, presidente della Benvenuta calcio, supportato, tra gli altri, dai suoi dirigenti organizzativi Giovanni Gola e Aldo Meroni.

Il servizio biglietteria posto all’ingresso del campo di via  Mazzini  (1960). Da sinistra: Annoni, Bianchi, Schieppati e Defendi

Il calcio di notte era un’occasione di grande richiamo, oltre che un momento di socialità per i bollatesi. Ecco un gruppo di tifosi, con al centro Franco Nizzola, gloria del ciclismo bollatese, in attesa di entrare nel campo di via Mazzini

Sulla tribuna del campo di via Mazzini, due celebrità dello sport bollatese: Antonio Seveso (primo a sinistra) e Franco Nizzola (secondo da destra)

La squadra  dei Madonna, vincitrice del torneo di paletto,  festeggia con i numerosi sostenitori – 2015

Un’autentica rarità vintage: la valigetta del primo  soccorso dell’Ardor, utilizzata nel corso dei tanti tornei serali

Qualche anno più tardi, l’espansione residenziale del rione ha richiesto nuovi spazi e, all’albore degli anni Sessanta, il terreno di gioco ha cambiato destinazione d’uso (nuovi edifici) ed è calato il sipario sulla manifestazione. Altrettanto seguito ed interesse facevano registrare i tornei del binomio Ardor-Bollatese, nonostante la competizione concorrente, basti pensare che a quello del giugno 1959 presero parte ben 96 compagini, un record, con il successo finale della Nuova Solese, che ha preceduto il bar Scuinett, il bar Limiti, la macelleria Restelli e il bar Sport di Garbagnate. Nei primi anni Sessanta, a causa anche “di manovre poco chiare, pastette e polemiche- riporta ancora L’Informatore Bollatese, questa volta a firma di Ennio Nava- che hanno reso poco leale la credibilità dei tornei”,  le luci del pallone by night si sono spente, riaccendendosi  poco dopo, nell’estate del 1965, sul campo dell’oratorio maschile. Lino Annoni, insieme agli amici Massimo Santambrogio, Luigi Ghezzi e Luigi Monti, alla guida della polisportiva Ardor, e con il supporto del coadiutore di allora, don Angelo Gervasoni, decise di riproporre in grande stile il “torneo calcistico notturno”: 64 squadre, con partite  ad eliminazione diretta. Vennero chiamati arbitri federali legati all’UISP, su tutti l’inflessibile Bagarotti, per evitare combine sottobanco e favoritismi. In palio sostanziosi premi. Il montepremi era davvero munifico, tanto che le iscrizioni si esaurivano in un baleno, mentre il pubblico di appassionati e tifosi cresceva di gara in gara: nelle serate di finale il tutto esaurito era sempre garantito. In qualche occasione era richiesto l’intervento della forza pubblica sia per favorire l’ordinato afflusso degli spettatori sia per calmare gli animi esagitati dei supporter di alcune compagini, in particolare durante le sfide decisive. Per la cronaca, l’edizione della ripartenza (dedicata allo storico medico condotto Antonio Argenteri, scomparso improvvisamente quell’anno), è stata vinta dalla “Lilion Snia” che annoverava nelle sue fila, in qualità di attaccante e non come portiere, la gloria cittadina Antonio Seveso, già estremo difensore di Milan e Catania nella massima serie. Una manifestazione, quella oratoriana, proposta fino al 1980, quando sono iniziati i lavori per la costruzione dell’attiguo palazzetto dello sport. Tuttavia, già sul finire degli anni Settanta, modificati gli interessi sociali e di intrattenimento, le luci dei tornei serali si stavano progressivamente spegnendo. Dopo un ventennio di oscurità, con l’avvio degli anni Duemila, sotto forme nuove, su innovativi campi in sintetico, sono riapparsi con la denominazione di tornei di calcetto. In ambito cittadino, a riaccendere i riflettori del pallone di sera, si segnalano le 15 edizioni del torneo dell’oratorio di Castellazzo, l’ultima edizione nel 2015,  appannaggio, dopo una sfida infinita, della agenzia di assicurazioni Vernasca, e le 6 di quello di paletto, al “parchetto degli amici” in via Garbiera-Musco, organizzato da Riccardo Tagni, nella penultima  edizione del 2015 vinto dai “Madonna”,  prima del tribolato ultimo capitolo del 2016, costellato da continui rinvii causa maltempo. Competizioni che hanno avuto il merito di rilanciare l’entusiasmo  intorno a questo tipo di competizioni notturne togliendole, seppur momentaneamente, dall’archivio delle cose perdute del calcio bollatese.  Un po’ di nostalgia rimane, ma in fondo anche quella fa parte del gioco.

PAOLO NIZZOLA

Articoli sui tornei serali dell’epoca, tratti da L’Informatore Bollatese

IL ”NOSTRO” TORNEO

I tornei serali erano molto di moda a quei tempi. Il nostro non poteva certo competere, a livello di premi e notorietà, con altri più prestigiosi, come i milanesi de l’ Oransoda, che si disputava al piccolo San Siro, lo Zucca sui campi di  Niguarda ,quello degli Inter club all’Arena Civica, o, per stare nei dintorni, la coppa d’oro del San Carlo di Rho o quelli di Senago e Lainate, però era apprezzato e invidiato. Anzitutto perchè all’Ardor potevamo contare su qualcosa in più rispetto agli altri, avevamo a disposizione una struttura autonoma, in una location ideale: manto tutto erboso, circondato da alti alberi, la presenza di ampi parcheggi e la possibilità per il pubblico di potersi disporre su comode panchine a bordo campo. Inoltre, potevamo contare su una formidabile organizzazione derivata dal serbatoio di giovani e ragazzi dell’oratorio, molto motivati e che,in cambio dell’accesso gratuito al campo e di una gita premio  a fine edizione, leggendaria quella a Ponte di Legno del 1969,  erano pronti ad impegnarsi nelle varie attività, con un entusiasmante unità di intenti. Sotto la supervisione dell’assistente don Angelo Gervasoni, del presidentissimo Luigi Monti e dei suoi  consiglieri Lino Annoni, responsabile del bar, Luigi Ghezzi senior , il coordinatore del tutto, e Massimo Santambrogio, custode di palco e premi, ciascuno svolgeva una sua mansione. C’era chi, come Luigi Dusi, conosciuto in zona sia come autotrasportatore sia, soprattutto, per la sua intraprendenza, che già qualche mese prima, tra amici, aziende e negozi, avviava  la caccia al premio . Chi, come l’esperto segretario Franco Mornati, si attivava, affiancato da  Elio Schieppati, presso l’Uisp per ottenere la presenza degli arbitri, unica spesa extra da coprire. Poi, nel corso del torneo, entrambi si occupavano,  in compagnia del jolly tuttofare Pietro Boniardi,  delle pratiche di assicurazione e della documentazione relativa ai giocatori che scendevano in campo. Luigi Ghezzi junior, in compagnia di Pietro” Palò “Redaelli,   era addetto alla biglietteria e al borderò giornaliero per la SIAE. Sul fronte delle mansioni più manuali, ai fratelli Giacomo e Gino Carsana, con la collaborazione del cugino Angelo, era affidata la cura del manto erboso, con regolare taglio e rizollamento. Con il robusto supporto di Ambrogio Ballabio, ricoprivano pure le funzioni di security, specialmente nelle serate più calde.

Gino Rossi, speaker ufficiale del torneo serale de la Benvenuta, con lui: Cornelio Boniardi, Antonietta Galuppini e Aldo Grassi

A Martino Tuzzi (il cinema era in pausa estiva) facevano capo le lunghe operazioni preparatorie di installazione dei pali della luce e l’allacciamento elettrico, con tanto di trabattello movimentato dai suoi elettricisti, Sandro Borroni, Primo Albani e un giovanissimo, futuro ingegnere, Angelo Alzati. Alla cura di spogliatoi e docce, parecchie volte si allagavano, provvedeva Pietro Lazzati, che aveva anche il compito di recuperare i palloni che finivano nell’orto della casa parrocchiale o nei campi confinanti della agricola Tosi.  Sovente, insieme al pallone, tornava con un mazzo di carote da sgranocchiare o qualche pomodoro da masticare. Al bar, allestito appositamente in modo laterale al campo, sotto la giurisdizione di Lino Annoni, tra bottiglioni di barbera, bibite, panini imbottiti al salame, tranne al venerdì che veniva sostituito dalle acciughe o dal brusco, provvedeva Giuseppe Ascherio, affiancato da giovani baristi  come Cesare Ghezzi, Mario Nizzola, Renzo Giavedoni.  Poi c’era una autentica brigata  di ragazzi pronti per ogni evenienza , dallo spostare le panchine intorno al campo allo stracciare i biglietti di ingresso ,dalla custodia delle biciclette al supporto  alla segreteria , al bar o al palco,  in  questo’ ultimo caso per consegnare a Osvaldo Marangoni i fogli con i nomi delle formazioni da annunciare,  Ricordo, in ordine sparso,  Franco Banfi, futuro presidente della polisportiva,  Tino Rossetti, Gaetano Quatela,  Luigi Dell’Acqua, Enrico Minora, e poi tutti quelli che giocavano con me  nella prima squadra dell’Ardor,  Ernesto Grassi, Santino Boniardi, Maurizio Panza,  Walter Galli, Paolo Bonini, Franco Pirolo, Domenico Alzati, Antonio Monti, Massimo Vaghi , i fratelli Giordano e Sandro Vitali, Antonio Baldina  e molti altri . Di mansione in mansione qualcuno ha compiuto tutta la trafila, è il caso di Carlo Carli: ha cominciato da responsabile del parcheggio, passando a ricoprire il ruolo di speaker ufficiale, fino  ad approdare alla segreteria generale.  Per questi servizi occasionali, il più delle volte si faceva ricorso proprio a quelli che giocavano nei vari tornei  e quindi non potevano garantire una presenza continua. Inizialmente, le squadre nascevano spontaneamente tra amici, ma più spesso erano sponsorizzate da bar, negozi, aziende che puntavano a fare bella figura e ottenere lusinghieri risultati, per cui  i proprietari erano piuttosto munifici negli ingaggi per accaparrarsi i giocatori migliori.  A vincere ci tenevano davvero parecchio: era tutta pubblicità per il loro marchio, un prestigio locale  che durava fino alla stagione successiva. 

Il fornitissimo servizio bar del campo di via  Mazzini (1960)

Rammento sfide accesissime, sia in campo che sugli spalti, tra il bar Origgi e il bar Sandro di Baranzate, o tra il circolo Solese e quello di Novate. Per non parlare di squadre “foreste” quali, gli universitari del bar Matricola di Milano , i dopolavoristi della Termoventil di Baranzate o i total black del Club dei Nababbi di Cologno Monzese, formazioni che avevano un largo seguito di   tifosi e che aumentava di anno in anno. Il pubblico era veramente numeroso e partecipava con calore, talvolta fin troppo, tanto che bisognava ricorrere all’aiuto dei carabinieri per calmare gli spiriti bollenti. Una media di 400-500 persone nelle eliminatorie, più di mille nelle fasi finali.  A testimoniare la consistente e vivace affluenza, il ricordo di un allora giovanissimo Giovanni Nizzola, che aveva il compito di passare tra gli spettatori per la vendita dei gelati, “non arrivavo neppure a metà  del percorso  che la cassetta era già vuota e  quindi dovevo tornare a  rifornirmi”, anche da questo particolare si capisce l’atmosfera e il calore che gravitava attorno alla manifestazione. Per noi, che facevamo parte della organizzazione, era una esperienza veramente esaltante ed entusiasmante, talmente coinvolti che, prima dello spegnimento delle luci, a mezzanotte inoltrata, ci lanciavamo in  partitone , 15 contro 15, un modo per sfogare la nostra felicità per la buona riuscita della serata. Soprattutto, però, di sentirci parte di un’ avventura  di crescita  umana e non solo  sportiva.  E poi era pur sempre l’inizio delle nostre vacanze.

P.S. Personalmente ne ho disputati molti di tornei serali, tra Bollate e dintorni, vincendone anche qualcuno o piazzandomi nei primi posti, ma sempre con lo spirito di affrontarli come un gioco che mi divertiva e mi appassiona tuttora.

  MARCELLO TONETTO

(hanno collaborato: Carlo Carli, Cesare Ghezzi, Giovanni Nizzola).

La popolarità guadagnata

Nel 1976, Silvano Citton subentrò nella gestione del circolo San Martino di via Leonardo da Vinci con l’idea di creare un punto di aggregazione per i giovani. Il nome scelto per il locale fu Bar Snoopy, ispirato  al personaggio del fumetto, allora molto di moda  tra le nuove generazioni.

Ben presto iniziò ad essere frequentato da giovani che praticavano diversi sport come il calcio, il baseball e lo sci. Il locale fungeva anche da sede per il Motoclub e lo Sci Club di Bollate.

Fu così che, tra i tavoli del bar, nacque l’idea di creare una squadra di calcio per partecipare ai vari tornei serali che, nel periodo estivo, prosperavano sia a Bollate che nei paesi limitrofi con grande seguito di pubblico pagante.  Silvano si mostrò subito disponibile a sostenere l’iniziativa, inizialmente facendosi carico della quota di iscrizione al torneo che si svolgeva sul campo dell’Ardor presso l’Oratorio Maschile. Del reclutamento dei giocatori si occupò Renato Ponzoni, che aveva già un’esperienza calcistica maturata in diverse società.  Vennero inseriti nella formazione calciatori esperti come Tonetto, Merlino, Merisi, Meroni, Caraglia, oltre allo stesso Ponzoni, con Toffanin nelle vesti di allenatore. La squadra  partecipò al torneo dell’estate 1977 . Imponendosi in tutte le sfide ad eliminatoria, la formazione del bar Snoopy si trovò ad affrontare la finale, contro la temibile compagine  della “Cassinetta”, che aveva spesso primeggiato nelle edizioni passate ed era  sostenuta da una agguerrita schiera di tifosi folkloristici ma piuttosto infervorati. 

La squadra dello bar Snoopy festeggiata da tifosi e sostenitori

La squadra sponsorizzata dal bar Silvano, vincitrice del torneo serale di Novate del 1985

La squadra del bar Snoopy, vincitrice del torneo serale organizzato dall’Ardor  nel 1977 Da sinistra: Toffanin (allenatore), Tonetto, Merlino, Merisi, Silvano Citton (patron).Accosciati, da sinistra: Ponzoni, Meroni, Caraglia

A guidarli era la gigantesca figura di  Valentino Gorini, personaggio ben noto in città proprio per la sua imponente mole che, per l’occasione, si presentò con un asino, rimasto a bordo campo per tutta la partita,  pronto per festeggiare , con  una beffarda  cavalcata, la vittoria dei suoi. Ma il campo diede un  risultato diverso, favorevole al bar Snoopy, che si aggiudico’ l’ambito trofeo che, per  anni, Silvano orgogliosamente ha messo in bella  mostra  pure nella Trattoria che portava il suo nome, aperta nel 1979, in via Cinque Giornate .Sulla scia di questo entusiasmante successo e della nomea sportiva acquisita in zona, nel biennio  1985 – 1986, sponsorizzò pure una squadra, per lo più composta da calciatori provenienti dalla zona di  Quarto Oggiaro e Novate, che  partecipò a due edizioni del torneo serale, con formazioni a 11 giocatori, promosso dall’Osal Novate, ottenendo risultati lusinghieri: una vittoria e un secondo posto. A sottolineare la popolarità che derivava da queste competizioni.

Il trofeo vinto dallo Snoopy bar,  esposto per tanti anni da Silvano Citton nella sua Trattoria di via 5 giornate

FOTO GENTILMENTE CONCESSE DA: Cooperativa edificatrice Bollatese, Silvano Citton, Marcello Tonetto, Francesco Nizzola. Alcune immagini sono tratte dal  libro “Cento Anni di Calcio “– Us Bollatese 1919

Una vita a maneggiare notizie tra giornali, radio e tv,  tanto da farne un libro autobiografico, Ho fatto solo il giornalistaMilanista da sempre, (ritiene che la sua più bella intervista l’abbia realizzata con Gianni Rivera), appassionato di ciclismo, (è coautore del libro Una storia su due ruote), amante della musica jazz (è presidente dell’Associazione Bollate Jazz Meeting). Gaudente a tavola, soprattutto in buona compagnia.  Insomma, gran curioso di storie, di umani e di situazioni.
Paolo Nizzola

Ha sempre coltivato diverse passioni. La musica nei suoi aspetti più vari, la fotografia, la storia locale e lo  sport sono sempre stati al centro dei suoi interessi. Una costante curiosità per tutto ciò che lo circonda lo ha portato a conoscere molti jazzisti italiani e americani o a scoprire aspetti dimenticati di quanto avvenuto in passato nella sua città. Ha collaborato alla realizzazione delle pubblicazioni Bollate 100 anni di immagini (1978), Una storia su due ruote (1989), Il Santuario della Fametta (2010), La Fabbrica dimenticata (2010), Il soggiorno a Bollate di Ada Negri (2014). Ha curato anche diverse mostre fotografiche, fra le quali La prima guerra mondiale nella memoria dei Bollatese (2015), La Fabbrica dimenticata (2010), I 40 anni di Radio ABC (1977). È tra i fondatori dell’Associazione Bollate Jazz Meeting (1994) di cui è segretario.
Giordano Minora