Dovettero passare tanti anni prima che questa innegabile necessità venisse presa in considerazione.
Del resto, fra i lutti della prima guerra, i disordini del dopo, le varie ed interminabili crisi economiche, le avventure coloniali, la seconda guerra, tante di certo continuavano ad essere le preoccupazioni per tutte le famiglie bollatesi ma, particolarmente, per le famiglie di Cascina del Sole, emarginate nelle loro corti. Per forza di cose, quella dell’educazione dei bambini risultava essere, purtroppo, un assillo di secondaria importanza.
Gli anni successivi al secondo dopoguerra furono caratterizzati da un grande sviluppo economico (così detto”boom”) e dal conseguente miglioramento delle condizioni di vita. Grazie anche alla più decisa coscienza politica e l’acquisizione di una maggiore consapevolezza dei propri diritti, maturò nei solesi la volontà di risolvere il problema della scuola per l’infanzia e la decisione di farselo da soli l’asilo per i bambini della loro frazione.
Il problema dell’educazione infantile era aggravato da contingenze economiche e sociali straordinarie: la massiccia immigrazione dalle regioni meridionali, l’alluvione del Polesine, ed il conseguente fenomeno delle “coree” che stava interessando pesantemente il territorio bollatese.
Così, nel 1951, ben 158 solesi, praticamente tutti i capo famiglia, si riunirono per diventare, come dice un preciso documento d’archivio, “Soci fondatori dell’Asilo di Cascina del Sole”. L’elenco inizia con il nome di Ascherio Ernesto e si conclude con quello di Zicchetti Vincenzo.
Certi dei benefici che ne avrebbero avuto i bambini, si impegnavano a versare, settimanalmente, cento lire. Alle famiglie che si fossero trovate in momentanea difficoltà, era data la possibilità di contribuire con prodotti del pollaio.