COME ERAVAMO

La Bollate degli anni Settanta nelle foto 

di Roberto Pizzo

Campo giochi di via Fermi

“Lavoro con la mia macchina fotografica per preservare in uno scatto la memoria di un mondo, di un tempo, la nostra memoria”. (Steve Mc Curry)

Anni Settanta, Roberto Pizzo, macchina fotografica a tracolla, diventa testimone oculare di una realtà urbana in rapida trasformazione, a livello territoriale, sociale, culturale e umano.

Attraverso i suoi scatti, rigorosamente in bianco e nero, immortala su pellicola il mutamento di un paesaggio che, da paese a vocazione agricola, in modo repentino sta avviandosi al caotico, disordinato e, soprattutto, trafficato effetto città, con tutte le innovazioni e contraddizioni del caso. Obiettivo puntato su luoghi, edifici, piazze, strade, momenti collettivi, che mostrano la fase di transizione in atto. Dai tetti delle case dai quali spuntano, come simboli di progresso raggiunto, nugoli di antenne della tv, ai nuovi insediamenti residenziali e stradali che prendono la scena a cortili e coltivazioni.

Cantun Sciatin, sullo sfondo il palazzo di via Concordia

Via IV Novembre. Attesa al passaggio a livello

Veduta panoramica con antenne – sullo sfondo l’Ospedale di Bollate

Via IV Novembre 

Cantun Sciatin,  casa del “magnan”. Sullo sfondo il palazzo di via Sartirana

A rendere l’idea della metamorfosi strutturale, i cantieri edili che diventano motivo di gioco e attrazione per i ragazzini. Frammenti di immagini di una comunità locale che cambia rapidamente pelle nel modo di abitare, lavorare, muoversi, divertirsi. Stili di vita che si adeguano ai tempi nuovi che avanzano.

Via Tagliamento – Cascina del sole

L’ingresso del Cantun Sciatin da piazza Solferino

Via Caruso – scena urbana

“la rotonda”, l’area giochi di via Fermi

Via Zara –  Cascina del sole. La via come terreno di gioco

Via Zara – Cascina del sole. Quando non esistevano i videogiochi

I grappoli di biciclette, immortalati al parcheggio dell’allora area del mercato settimanale, lasceranno strada a fiammanti e strombazzanti automobili, il venditore di palloncini, le giostre dell’autoscontro, entreranno presto nell’album delle foto ricordo, insieme alle lunghe code nei pressi dei “romantici” passaggi a livello;

Posteggio bici mercato. Via Gramsci

Venditore palloncini. Piazza Carlo Marx

Giostre dietro alla casa del popolo

L’ autoscontro

Bancarelle  mercato, via Cristoforo da Bollate

La ruota panoramica

addirittura la Pampanini, con il carretto delle caldarroste davanti all’asilo Maria, diventerà uno scatto iconico nell’immaginario collettivo cittadino.

La Pampanini, con il carretto delle caldarroste, davanti all’asilo Maria

Spazio a nuove tendenze di svago: nei bar, il flipper affiancherà il jukebox e soppianterà il biliardo. Per non parlare dei costumi: abbigliamento e acconciature si faranno più colorate e variopinte, in sintonia con le mode che impazzano, provenienti dall’estero: si esibiva un look, non ci si limitava a vestirsi. Un’epoca se ne va, una comunità muta i suoi connotati, immagine ben raffigurata da un cavallo che, percorrendo la via IV Novembre, all’apparenza vuoto, porta con sé un immaginario carico di materiali fatto di memorie, nostalgie, cianfrusaglie varie di una età che va a scomparire. A conferma che “ci sono fatti, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è una fotografia che li racconta”

Paolo Nizzola

Jimmy

Viandante, soprannominato “Cinq ghei”, ascolta il suo giradischi portatile in piazza Solferino – angolo via Cavour

Via IV Novembre, Lo Spoldi alla guida del suo “tumarell”, immagine che sembra raffigurare il passo d’addio della Bollate agricola

 

Se fotografando nasce una mostra

Questa carrellata di fotografie è frutto della lunga amicizia che mi lega a Roberto, nata proprio all’epoca di questi scatti. Ai tavolini del bar Jolly in via Piave, allora locale di riferimento dei giovani bollatesi, abbiamo iniziato a discorrere, tra un disco dei Beatles e un’aranciata, di pellicole Asa/Din, teleobiettivi, camera oscura, sviluppo, fissaggio, carta lucida o mat.

Dalle foto che, in maniera entusiasta, Roberto mostrava, appariva evidente lo spiccato senso di osservazione che lo caratterizzava. Un senso artistico che, nel corso degli anni, ha applicato pure alla pittura e alla scultura, hobby ritagliati nel tempo libero dalla sua attività di commerciante che lo ha portato a lasciare Bollate, dove è cresciuto e ha vissuto fino ai 30 anni.

Il Bar Jolly di Via Piave fu il primo locale a distinguersi dai modelli esistenti  di circoli e osterie e per questo divenne luogo di ritrovo preferito dai giovani bollatesi.

Autoritratto dell’autore all’interno del bar Jolly: un “selfie” ante litteram

Avendolo più volte sollecitato a cercare le foto di quel periodo  , dentro una scatola di sughero, Roberto ha ritrovato i negativi che, attraverso la moderna evoluzione della camera oscura e dell’ingranditore, ossia lo scanner e il computer, hanno ridato luce e, soprattutto anima, agli scatti, proposti, poi, in una mostra, dal titolo “Bollate anni 70”, allestita presso la biblioteca comunale, dal nel  maggio del 2014.

 Giordano Minora

Roberto Pizzo all’inaugurazione della mostra alla Biblioteca di Bollate – maggio 2014

Un’inconsapevole finestra sul domani

“Ho riscoperto queste foto che, al momento dello scatto, potevano sembrare anche banali, in quanto rappresentavano la quotidianità di quel periodo ma che, a distanza di 40 anni, assumono il carattere di testimonianza storica di una realtà socioeconomica, culturale e di costume, destinata, nel successivo decennio, a subire profondi cambiamenti che ne hanno mutato l’aspetto”.

Roberto Pizzo- autore delle fotografie

La Bollate dimenticata

“Facce e volti noti di concittadini che, con noi, hanno percorso e segnato un pezzo della nostra storia passata, forse un pò dimenticata. Ricordi di un paese che sarebbe presto diventato città, un pò maltrattato, con troppo e inutile cemento, spesso in sostituzione di corti e cortili…Mi piace ripensare che, in quegli anni, alla fine della via Leonardo da Vinci, all’incrocio con via Buonarroti, il paese finiva e si aprivano ampie distese di verde, dove noi ragazzini andavamo a giocare e a passare un pò del nostro tempo”.

Ubaldo Bartolozzi – già  Assessore alla Cultura (dal dépliant di presentazione della mostra del 2014)

Foto © Roberto Pizzo – Riproduzione riservata.

Una vita a maneggiare notizie tra giornali, radio e tv,  tanto da farne un libro autobiografico, Ho fatto solo il giornalistaMilanista da sempre, (ritiene che la sua più bella intervista l’abbia realizzata con Gianni Rivera), appassionato di ciclismo, (è coautore del libro Una storia su due ruote), amante della musica jazz (è presidente dell’Associazione Bollate Jazz Meeting). Gaudente a tavola, soprattutto in buona compagnia.  Insomma, gran curioso di storie, di umani e di situazioni.
Paolo Nizzola

Ha sempre coltivato diverse passioni. La musica nei suoi aspetti più vari, la fotografia, la storia locale e lo  sport sono sempre stati al centro dei suoi interessi. Una costante curiosità per tutto ciò che lo circonda lo ha portato a conoscere molti jazzisti italiani e americani o a scoprire aspetti dimenticati di quanto avvenuto in passato nella sua città. Ha collaborato alla realizzazione delle pubblicazioni Bollate 100 anni di immagini (1978), Una storia su due ruote (1989), Il Santuario della Fametta (2010), La Fabbrica dimenticata (2010), Il soggiorno a Bollate di Ada Negri (2014). Ha curato anche diverse mostre fotografiche, fra le quali La prima guerra mondiale nella memoria dei Bollatese (2015), La Fabbrica dimenticata (2010), I 40 anni di Radio ABC (1977). È tra i fondatori dell’Associazione Bollate Jazz Meeting (1994) di cui è segretario.
Giordano Minora