Anni Settanta, Roberto Pizzo, macchina fotografica a tracolla, diventa testimone oculare di una realtà urbana in rapida trasformazione, a livello territoriale, sociale, culturale e umano.
Attraverso i suoi scatti, rigorosamente in bianco e nero, immortala su pellicola il mutamento di un paesaggio che, da paese a vocazione agricola, in modo repentino sta avviandosi al caotico, disordinato e, soprattutto, trafficato effetto città, con tutte le innovazioni e contraddizioni del caso. Obiettivo puntato su luoghi, edifici, piazze, strade, momenti collettivi, che mostrano la fase di transizione in atto. Dai tetti delle case dai quali spuntano, come simboli di progresso raggiunto, nugoli di antenne della tv, ai nuovi insediamenti residenziali e stradali che prendono la scena a cortili e coltivazioni.