Cantava un grande Jannacci ‘…quel che sun drè cuntà, l’è una storia vera…”
Alla fine degli anni Settanta si appalesava sempre di più la crisi della grande azienda. Le attività dismesse venivano perciò affidate a artigiani e piccole imprese.
In questa disparità di forze in gioco presero importanza i Sindacati di Impresa. Nella nostra zona erano protagoniste l’Unione Artigiani e, in maniera crescente, la CNA (Confederazione Nazionale Artigiani e piccola media Impresa) , che di matrice emiliana si era diffusa livello nazionale e si stava giocando la carta Milano.
Il legame con la politica era evidente: a guida PCI la CNA, più orientata verso il mondo cattolico l’Unione, Artigiani, anche se la guida disincantata del saggio e concreto Gabriele Lanfredini non disdegnava riferirsi al mondo del centro sinistra, specie al PSI di Craxi.
Già nel 1982, con la complicità del mio grande amico Angelo Marazzi , fui coinvolto nel riuso produttivo della ex Leon Beaux di via Aquileja a Baranzate. Nel frattempo, il presidente della locale Unione Artigiani Martino Cimbro stava realizzando l’insediamento di via Fornace Mariani a Ospiate.
Ognuno impegnato nella propria avventura, approfondimmo la nostra conoscenza attraverso i reciproci incontri in Comune dove pareva che si inventassero di tutto per complicarci la vita. Ridendo lo chiamavamo UCCS (Uffico Complicazioni Cose Semplici). Spesso Martino mi diceva: lavoriamo per la stessa causa, dai che il prossimo insediamento lo facciamo insieme? Ultimati i rispettivi compiti ci perdemmo di vista.
Approdai all’esperienza amministrativa come assessore all’urbanistica e, facendo tesoro di quella avventura, in un’area a Cascina del Sole avviai un PIP (Piano di Insediamenti Produttivi) per 50.000 mq. L’iter urbanistico fu portato a termine, vennero aperte le richieste di domande. Ne arrivarono per 90.000mq. Poi la rinnovata giunta municipale se ne dimenticò e la stessa area venti anni dopo è ancora una incompiuta. Attualmente è destinata a centro commerciale., ma solo sulla carta.
Concluso il mandato amministrativo tornai in CNA ad occuparmi di politica industriale nell’area milanese
Nel 1995 inaugurammo la sede a Bollate, con il supporto di Gigi Quinterio , Sandro Fedeli, e del mio braccio destro Alessandro Tosti ,raggiungendo oltre 400 imprese associate.
Vendevamo servizi alle imprese esattamente come l’Unione. La competizione cominciava a farsi dura.
Ci salvò dall’acerrimo dualismo la Confraternita del Salame. Forse è cosa poco nota che i vecchi bollatesi fanno (facevano) i salami, e che i salami devono stagionare in luogo a umidità controllata. Tale luogo esiste (esisteva) nella Cascina delle Monache, ogni giorno un addetto entrava, valutava l’umidità e se la giudicava troppo secca spruzzava il pavimento in terra battuta con acqua per favorirne la pastosità. I soci , anche non produttori ,hanno (avevano diritto) a fruire dei salami.
Cercai invano di entrare nella Confraternita, ma mi dissero che si poteva far domanda solo se si liberava un posto: cosa che accadeva unicamente con il decesso di un socio.
Mia moglie è bollatese doc (nata nel Cantun Sciatin), e il Cimbro ogni tanto capitava a casa con un sacchetto con salame e mortadelle di fegato dicendo: Piera sono per te, piacevano tanto al tuo zio Carlo (celebre bombardino della locale banda santa Cecilia). E così ripresero le frequentazioni.