La “Cento” ebbe un ampio risalto sulla stampa nazionale. In fase di organizzazione il promotore Vincenzo Torriani, novatese e patron per anni del Giro d’Italia, ed il suo fidato braccio destro Antonio Vegetti, sono stati supportati in ogni minimo dettaglio dall’associazionismo locale: dal Pedale Bollatese, che si è accollato l’onere di seguire gli atleti lungo tutto il percorso, alla polisportiva Ardor, che ha messo a disposizione i locali dell’oratorio e gli addetti alla logistica, fino a singoli cittadini resisi disponibili attraverso la loro competenza professionale, il dottor Bruno Mannucci per la parte medico sanitaria, Carmen Bonomo per la sistemazione degli atleti, il gruppo interpreti composto da Paola Mannucci, Alfredo Opel, direttore artistico della Ceramica Bollatese, l’insegnante Giuseppina Vimercati, Gianni Albani e la banda Santa Cecilia, diretta dal maestro Lucio Sanvito, che dovette imparare tutti gli inni nazionali. Proprio a sottolineare lo sforzo corale che ha coinvolto la comunità cittadina scrive ancora Carissimi: “sarà stato per l’importanza della gara ma Bollate illuminata a giorno dai potenti riflettori della TV ci è sembrata diversa, più bella, conscia dell’importanza della manifestazione che ospitava. La folla presente era numerosa e allo scoppio del colpo di mortaio che stava ad indicare la partenza, altra è apparsa alla finestra e sui balconi. Ma ci è sembrato che stesse lì da un pezzo e che aspettasse quello scoppio solo per avere una scusa per affacciarsi. La gente è aumentata man mano che veniva giorno lungo tutto il percorso, tuttavia è rimasta sempre ordinata dietro le transenne di protezione, pronta ad applaudire i primi e a incoraggiare gli attardati”.
Una manifestazione dunque che ha coinvolto l’intero paese suscitando interesse e memoria.
A mezzo secolo di distanza, il 1 novembre 2010, è stata rievocata con una mostra celebrativa presso la Fabbrica Borroni dal titolo
Un momento che ha permesso a tanti di ricordare, a molti di venire a conoscenza e stupirsi di quanto accaduto.