BOLLATE NOVECENTO

La vita di una borgata contadina

Fanciulli bollatesi in posa in via Roma – Anni Dieci

In famiglia ci sono nonni che ricordano e raccontano ”

Bollate all’inizio del Novecento. Com’era e come appariva nel prologo di quello che gli storici considerano il “secolo breve”. Ad aiutarci a decifrare il ritratto dei nostri avi è una pubblicazione del novembre 1913, redatta in occasione del giubileo prepositurale del prevosto don Antonio Donadeo, dal titolo:“ Dopo Venticinque anni..”. Nel documento, oltre ai messaggi di affetto e stima verso il “padre, pastore e guida”, si possono individuare tracce di come era strutturata la società locale, basata soprattutto su tre principi cardine: Religiosità, Statualità, Laboriosità .

Numero unico della pubblicazione edita in occasione del 25esimo anniversario di sacerdozio di don Antonio Donadeo – Anno 1913

Don Antonio Donadeo

RELIGIOSITA’

Essendo un numero unico -è datato Bollate 9 Novembre 1913 e ha un costo di 5 centesimi- dà ampio spazio alla vita parrocchiale, per cui l’aspetto legato alla devozione è prevalente. Leggendo tra le righe, si può tuttavia notare come il fattore religioso fosse particolarmente diffuso tra i bollatesi all’epoca, si legge infatti nell’incipit: “il giorno 20 ottobre 1888 don Antonio Donadeo faceva il suo ingresso trionfale e alla immensa folla che pendeva dalle sue labbra diceva, ‘dobbiamo ampliare la chiesa’”. Promessa che venne accolta con favore e che sarà mantenuta grazie ad un grande ed entusiasta coinvolgimento popolare, un’adesione di intensa generosità. Nel 1895 il cardinal Andrea Ferrari pose la prima pietra e nel 1899 la nuova chiesa venne consacrata, completamente ingrandita, con la costruzione del transetto, del presbitero e del coro. Una celebrazione che cadde nel mezzo di una settimana di festeggiamenti, “ricordo ancora il magnifico discorso di ringraziamento del signor Prevosto, prorompeva in lagrime e singhiozzi e l’immensa folla ne condivideva la gioia e la commozione”.

Bambini bollatesi, per la maggior parte scalzi, assistono in piazza della chiesa al passaggio delle carrozze in occasione della festa pasquale delle palme – Anni Dieci

Rifatta la chiesa (nel 1902 venne aggiunta la cappella della Madonna del Rosario), bisognava pensare al campanile perché durante i lavori di ampliamento “aveva subito delle impressionanti screpolature”. Partì cosi una nuova mobilitazione popolare, con tanto di voto del previsto a Maria Ausiliatrice :”qualora l’avesse aiutato e sostenuto nella grande impresa la sua statua avrebbe brillato ai raggi del sole dall’alto della torre maestosa”. Nell’ottobre del 1908 “il nuovo e superbo campanile, opera dell’ingegner Roncoroni e del capomastro Galimberti era terminata”. La terza domenica di ottobre il Prevosto benediceva la statua di Maria Ausiliatrice sulla cima del campanile “e dall’altezza di 65 metri invitava la folla innumerevole raccolta sulla piazza ad acclamare la Regina del Cielo” . Dunque si registra  un’ampia partecipazione alle opere legate al culto, che trova conferma in questa descrizione,“ Bollate è il paese delle belle feste. Le folle accorrono dai paesi vicini perché conoscono quanto si sappia fare qui di magnifico negli apparecchi per le processioni”.

Avventori in posa all’ingresso del caffé Origgi, situato in via Sartirana. Anni Venti

La via Leone XIII addobbata dai suoi abitanti in occasione di una celebrazione religiosa – Anni Dieci

Un corteo funebre, proveniente dalla via Roma, attraversa il ponte sul fiume Pudiga – Primi anni Dieci

Il riferimento è alle porte trionfali che venivano erette dai vari cortili per rendere omaggio al passaggio delle processioni, vere e proprie coreografie decorative realizzate in maniera corale da ogni rione. Ennesima testimonianza di come il senso religioso permeasse la vita del paese.

STATUALITA’ E LABORIOSITA’

In una colonna intitolata Amministrazione Pubblica è riportata una serie di notizie che permette invece di conoscere il contesto socioeconomico del periodo.

“Bollate è una borgatina di 7000 abitanti. Comprende le frazioni di Baranzate, Cassina Nuova, Cascina del Sole, Castellazzo e Ospiate. Dista dalla Metropoli Lombarda circa 10 kilometri e ad essa è congiunta con linea ferroviaria e tramviaria. Il suolo è piano e saluberrimo. Non mancano il telegrafo, il telefono, l’illuminazione elettrica ed il gas”. Dopo questo excursus sulla conformazione geografica, i collegamenti e i servizi erogati, il documento illustra le attività sociali presenti sul territorio.

“Parecchie sono le istituzioni di beneficenza locali e tra le principali (oltre l’Asilo Infantile, l’attuale scuola materna Maria, edificato nel 1902), le Società di Mutuo Soccorso per il bestiame, le Società Mutue sulla mortalità del Bestiame, il Patronato per la Cura Balneare.”.

Verbale Assemblea della Società Mutua Bestiame la Previdente, tenutasi il 7 dicembre 1919 presso l’asilo Maria

Tessera del Partito Socialista per l’anno 1917. L’iscrizione rappresentava per gli operai un modo di partecipare all’emancipazione della classe lavoratrice.

Le diverse utilità sociali erano invece cosi presentate sul territorio.

SALUTE: “il servizio sanitario è disimpegnato da due medici condotti, quello veterinario da un apposito veterinario comunale, per il servizio infortuni funziona un apposito ambulatorio comunale e gli ammalati bisognosi della cura ospedaliera vengono trasportati a Milano con un autolettiga comunale (servizio combinato con la ‘Vigile’)”

L’ospedale eretto in memoria dei caduti bollatesi per volontà di don Luigi Uboldi che donò il terreno su cui venne edificato. Venne aperto Il 6 febbraio 1928 con 20 posti letto, sotto la direzione sanitaria del dottor Vittore Rossi .

Il Dottor Giovanni Gallina (1867-1951) ha rappresento la prima figura di medico condotto di Bollate dall’inizio del secolo scorso per quattro decenni. Aveva il suo studio nella Curt dei Pe’ Bianc in via Piave 1. Svolgeva anche le funzioni di dentista del paese. Si serviva della bicicletta per visitare i pazienti a domicilio mentre per raggiungere le frazioni utilizzava il calesse.

LUOGHI PUBBLICI: “l’attuale Amministrazione Comunale, composta da 20 consiglieri da oltre 10 anni al potere, ha saputo in quest’ultimo biennio (1910-12) dotare la nostra Borgata di sue splendidi edifici pubblici, uno per le Scuole, l’altro per gli Uffici Municipali. (entrambi situati in via Garibaldi). L’edificio scolastico, comprendente 12 aule grandiose e parecchi altri locali di servizio, non poteva riuscire migliore sotto qualsiasi aspetto. La spesa di costruzione (compreso il terreno) ammontò a lire 120.000, quella per il Municipio ed abitazione del Segretario Comunale (comodo e rispondente a tutte le esigenze) costò circa lire 40.000, il progetto è stato redatto dall’ingegner Paolo Vanotti”.

In tutto il territorio di quella che era definita “una borgatina” le scuole ammontavano adesso a 17, per un totale di 1.100 alunni

La via Magenta ha sempre costituito il principale accesso al paese dalla Varesina  – Anni Dieci

Scolari in posa davanti alle scuole di via Garibaldi da poco edificate – Anni Dieci

Il ponte sul fiume Pudiga visto dalla via Cavour – Anni Venti

La via Leone XIII, già via Vittorio Emanuele,  con i suoi abitanti all’inizio del secolo scorso

Il complesso rappresentato dal Palazzo Municipale e dalla scuola elementare, edifici realizzati contemporaneamente ed inaugurati l’11 novembre 1912

La via Roma all’inizio del secolo scorso

La regia privativa Vaghi Giovanni di via Roma – Anni Dieci

SICUREZZA:“è affidata alla locale stazione dei Carabinieri, mentre il compito di estinzione degli incendi ad un apposito Corpo di Pompieri, dotato di tutto il necessario e moderno materiale”.

ECONOMIA:“la popolazione é agricola e laboriosissima. Non mancano però circa 1200 operai che trovano lavoro per numero 800 negli stabilimenti locali (15) e per numero 400 nella vicina Milano”

Questa la fotografia che rappresenta il come eravamo di inizio Novecento, dentro la quale  si possono trovare i segni dei tempi dove il classico detto” casa, chiesa, lavoro”, da sottolineare quel “laboriosissima”, scandiva effettivamente i diversi momenti di una comunità prevalente dedita all’attività contadina.

In quest’ambito, fondamentale per la sussistenza di famiglie ed economia locale sono risultate le forme di attività mutualistica -saranno i prodromi del movimento cooperativo che si diffonderà più avanti, dapprima in ambito di beni di consumo e successivamente in quello edilizio-. Su tutte, il mutuo soccorso sul bestiame, garantiva una sorta di polizza assicurativa sulla mortalità dello stesso. La sua istituzione ha rappresentato effettivamente una grande conquista: “combattuta aspramente dai proprietari, è una vera provvidenza per i contadini”. In questo contesto tipicamente rurale, non manca però uno sguardo attento alla alfabetizzazione: la costruzione della nuova scuola che va ad aggiungersi a quelle esistenti per incrementare la domanda di educazione didattica. Anche a livello di servizi di pubblica utilità la “borgata” era coperto da una capillare presenza di funzioni pubbliche.

Al contrario, in fatto di costume basta questo particolare per comprendere il clima dell’epoca. Leggendo il programma dei festeggiamenti emerge come la celebrazione della cresima fosse rigorosamente suddivisa tra maschi e femmine, un turno ciascuno, e come pure la rappresentazione, al teatro dell’oratorio, della commedia Costantino fosse riservata, il lunedì sera agli uomini e il martedì “per sole donne”.  L’emancipazione sociale avrebbe dovuto compiere ancora tanta strada..

DOCUMENTI

CREDITI: Ove non espressamente indicato  – Foto e documenti Archivio Giordano Minora

Una vita a maneggiare notizie tra giornali, radio e tv,  tanto da farne un libro autobiografico, Ho fatto solo il giornalistaMilanista da sempre, (ritiene che la sua più bella intervista l’abbia realizzata con Gianni Rivera), appassionato di ciclismo, (è coautore del libro Una storia su due ruote), amante della musica jazz (è presidente dell’Associazione Bollate Jazz Meeting). Gaudente a tavola, soprattutto in buona compagnia.  Insomma, gran curioso di storie, di umani e di situazioni.
Paolo Nizzola

Ha sempre coltivato diverse passioni. La musica nei suoi aspetti più vari, la fotografia, la storia locale e lo  sport sono sempre stati al centro dei suoi interessi. Una costante curiosità per tutto ciò che lo circonda lo ha portato a conoscere molti jazzisti italiani e americani o a scoprire aspetti dimenticati di quanto avvenuto in passato nella sua città. Ha collaborato alla realizzazione delle pubblicazioni Bollate 100 anni di immagini (1978), Una storia su due ruote (1989), Il Santuario della Fametta (2010), La Fabbrica dimenticata (2010), Il soggiorno a Bollate di Ada Negri (2014). Ha curato anche diverse mostre fotografiche, fra le quali La prima guerra mondiale nella memoria dei Bollatese (2015), La Fabbrica dimenticata (2010), I 40 anni di Radio ABC (1977). È tra i fondatori dell’Associazione Bollate Jazz Meeting (1994) di cui è segretario.
Giordano Minora