Bollate – Ghisallo

62 kilometri di storia

Nel voluminoso romanzo su due ruote, scritto dal Pedale Bollatese a partire dal 1927, ci sono capitoli epici: il velodromo di via Piave (che sostituì a livello internazionale il leggendario Vigorelli nell’immediato dopoguerra); le notti magiche post Giro d’Italia (con i campionissimi Coppi, Bartali, Magni, che richiamavano in paese fiumane di spettatori da tutta la Lombardia); affiancati da pagine meno eclatanti, più intime, sempre però scritte all’insegna della passione dei promotori. A partire dai molteplici circuiti cittadini, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, nei quali alcuni “enfant du pays” riuscivano a mettersi in mostra davanti ai tifosi locali, è il caso di Adelio Boniardi, Massimo Sattolo, il baranzatese Felice Uboldi e il talento di Cascina Sciessa, Luigi Bonfanti. Tuttavia, il fiore all’occhiello, quello che ha reso celebre il sodalizio nell’ambito del ciclismo giovanile, è stato la Bollate – Ghisallo, competizione ben presto assurta a un ruolo di prestigio grazie a un albo d’oro di prim’ordine.

Il via sotto la pioggia da piazza San Francesco dell’edizione 1988

Edizione inaugurale 13 maggio 1955, qualche prova di rodaggio e poi nel 1959, anno in cui sarà intitolata al suo principale supporter Luigi Pasqualini, scomparso prematuramente, la Bollate-Ghisallo prende quota: 180 corridori al via, successo del cremasco Pietro Scandelli, diventerà un valente gregario di Adorni, Dancelli e Merckx. L’anno dopo è un biondino di Cassano d’Adda, di nome Gianni Motta, ad imporsi allo sprint, mentre in sesta posizione si piazza un combattivo bergamasco della Sedrinese, Felice Gimondi. Una competizione che viene dunque interpretata come ideale trampolino di lancio per campioni di domani, tendenza che si rafforza con il passare degli anni diventando sempre più ambita e prestigiosa, tanto da essere battezzata come “la classicissima di primavera, la Milano Sanremo della categoria allievi”, definizione che trova conferma scorrendo il palmarès delle varie edizioni della gara, che nel frattempo è stata programmata nel calendario ciclistico il 25 aprile. Tra i vincitori si registrano i futuri campioni iridati, Gianni Bugno e Giuliano Figueras, Bruno VIsentini e il ligure Luca Barla, negli anni 2000 vincitore di 2 edizioni consecutive, nei piazzati, Mattia Gavazzi, Ivan Basso, Mauro Santaromita, Fabio Aru. Per non parlare della classifica dell’ultima edizione, disputata nel 2014, con un podio che si dimostra un profetico viatico per i primi due arrivati, sul gradino più alto Alessandro Covi, al posto d’onore Andrea Bagioli, due giovani che si stanno facendo onore nelle loro prime stagioni da professionisti.

Foto storica. Al termine dell’edizione 1957, soci e sostenitori posano con l’ospite d’onore, Adriano Rodoni (al centro con il mazzo di fiori), presidente della Federazione Ciclistica Internazionale, che con la sua presenza volle manifestare concretamente il favore con cui venne accolta la nuova gara in linea, promossa dal Pedale Bollatese,destinata a diventare nel tempo una classica per la categoria allievi. Accanto a lui da sinistra: Luigi Pasqualini, Alfredo Oldani,  Mario Clerici “Sculcina”, Pietro Minora. 

I cicloamatori del Pedale, premiati  dal Presidente Vittorio Crivellaro, in occasione della Bollate Ghisallo del 1975. Da sinistra riconoscibili Remo Fugagnoli, Ambrogio Rossi.

Il gruppo di soci cicloamatori protagonisti del rilancio del Pedale e della classica Bollate Ghisallo dalla prima metà degli anni settanta.

Il direttore sportivo Mario Boniardi “Eroe” con i corridori del Pedale che hanno portato a termine una delle prime edizioni della corsa. 1957

Aldilà però dell’aspetto agonistico, la Bollate Ghisallo ha rappresentato un esempio di autentica dedizione profusa nella impegnativa fase organizzativa tra permessi, vigilanza da garantire nei comuni di ben 3 province, staffette e macchine del seguito da allestire, iscrizioni, montepremi, impegno che si trasformava al tempo stesso in un momento di partecipazione comunitaria: finita la adrenalina da competizione, ci si poteva rilassare in allegria concedendosi un piacevole pranzo, con familiari e ospiti al seguito, nei ristoranti dal panorama incantevole della zona d’arrivo, sulle alture di san Primo ,oppure sulle terrazze vista lago di Civenna o di Barni, coniugando fatica e diletto in una sorta di festa sociale secondo i dettami tipici dello spirito associativo. Diventava l’occasione per rivivere non solo le fasi salienti della corsa quanto, soprattutto, il dietro le quinte, autentica miniera di aneddoti, episodi, facezie, talvolta al limite dell’inverosimile, che una volta risolti, superando comprensibili attimi di rabbia e smarrimento, si sono trasformati in gustose memorie diffuse.

Il duro tratto finale di Magreglio di una edizione di fine anni Cinquanta

Un insieme di accadimenti che hanno contribuito di volta in volta a comporre le dispense del romanzo dell’evento che ha tagliato l’ultimo traguardo alla edizione numero 57 quando, a causa di nuovi rigorosi regolamenti, problematiche logistiche, di sicurezza ed economiche, insostenibili per un club dilettantistico ha dovuto suo malgrado fermarsi. Allora, per dirla con  Lucio Dalla, ”per evitare di essere tristi giochiamo a ricordare” e sfogliamo l’album dei ricordi.

Foto ufficiale della partenza della 30^ edizione della Bollate Ghisallo Trofeo Piero Minora. Da sinistra: si riconoscono: Antonio Pastore, Giordano Minora, Sandro Fedeli, Ezio Longoni, il senatore Bruno Luzzato Carpi e il Presidente Luigi Dusi. –  25 aprile 1985

Per molti anni la concessionaria Fiat Bettonica e Gargan ha ospitato le partenze della gare

La partenza dalla concessionaria Fassina sponsor della gara – 2009

L’entusiasmo dei partenti dell’Edizione 2009

In gruppo verso le rampe del Ghisallo

I corridori percorrono via Magenta dietro la macchina di servizio dal cui finestrino spunta la mitica paletta rossa dell’inflessible speaker della corsa Massimo Salmistrari – 2009

La carovana transita da Via Magenta – 2009

In gruppo verso le rampe del Ghisallo

Gli arrivi nella storia della Bollate – Ghisallo

La fine delle corse con alcune premiazioni e interviste

Massimo Salmistrari , energico speaker ufficiale della Bollate Ghisallo per tanti anni

Alessandra Mesini fotografa ufficiale di diverse edizioni della corsa

L’originale punto di ripresa del fotografo Giulio Mesini

RITORNANDO DAL GHISALLO

Mio padre, Pietro Minora, oltre che essere stato uno dei fondatori del Pedale Bollatese nel 1927 e Presidente per diverse stagioni sino primi anni  sessanta,  è sempre stato orgogliosamente attaccato alla Bollate – Ghisallo che,  con Luigi Pasqualini e altri, aveva contribuito a creare nel lontano 1955.

Fino alla tarda età ha  sempre voluto  assistere agli arrivi sulla mitica linea di arrivo, posta   a qualche metro del Santuario della Madonna del Ghisallo. Ogni anno si ripeteva il rito della gara  e del pranzo che ne seguiva. Era una sorte di evento sociale in “in trasferta” al quale si presenziava con abito da circostanza, giacca e cravatta, e in compagnia di numerosi amici e sostenitori. Tra questi  era sempre presente il suo amico milanese  Cattaneo  che,  in qualità di giudice di gara, appare nelle foto del record dell’ora di Coppi del 1942 al Vigorelli  mentre regge la sella prima della partenza verso la grande impresa.

A sinistra, il comissario Cattaneo. In centro, premiazione di Pietro Minora, uno dei creatori della corsa,  al termine dell’Edizione del 1976. Con lui, il giornalista Guerino Sostaro, il presidente Vittorio Crivellaro e  il commissario  della Federazione Cattaneo. A destra, il folto gruppo di bollatesi presenti al Ghisallo per l’Edizione del 1975 . Ogni anno si ripeteva il rito della gara  e del pranzo che ne seguiva. Era una sorte di evento sociale “in trasferta” al quale si presenziava con regolare giacca e cravatta. Da sinistra si riconoscono: Re Guido, Giuseppe e Pietro Minora, Enrico Banfi “Negher”, Carlo Pasqualini, Giuseppe Mantegazza “Gepp”, Alessandro Toia, Ambrogio Brioschi, il commissario  della Federazione Cattaneo (primo seduto sulla destra)

Per diversi anni ho quindi trasportato  al Ghisallo  mio padre e i suoi “coetanei”  per permetter loro di presenziare all’arrivo e partecipare all’allegro convivio che seguiva. Succedeva poi sempre  che sulla strada del ritorno,  all’altezza del santuario di Lasnigo, scattasse puntuale il ricordo di una disavventura metereologica.

Ricordava che, in sella alla sua Guzzi 500 Falcone, durante un viaggio di ritorno,  si scatenò un tremendo nubifragio che lo costrinse a fermarsi per cercare riparo in un casolare  che si trovava al di sotto del livello  della strada. Con la luce ridotta dal  cielo buio e la fretta di entrare  ,  aperta la porta e varcata la soglia, si trovò immerso nell’acqua sino al ginocchio. Bagnato per bagnato attese che spiovesse per riprendere la via del ritorno.

GIORDANO MINORA

Al bordo della strada che conduce a Lasnigo, sulla destra,  il capanno in cui avvenne l’illusorio  riparo durante il nubifragio sulla via del ritorno dal Ghisallo.

CERCASI MEDICO DISPERATAMENTE

Edizione 2001: pochi minuti alle otto, orario di partenza. I più di cento corridori, dopo aver passato la regolamentare prova rapporti sulla bicicletta, escono dai capannoni della concessionaria Fiat Bettonica e si mettono in fila lungo via Repubblica pronti per la partenza. Intanto i vigili urbani, capitanati da Ernesto Riboldi, hanno già fermato il traffico. Senonché il presidente di giuria, l’esperto Giovanni Meraviglia, alle spalle prestigiose direzioni a Tour de France, Vuelta di Spagna, Giri d’Italia, classiche e campionati del mondo, chiede al presidente del Pedale Luigi Dusi e al direttore di corsa Giannino Poppi di poter individuare il medico di gara e “finché non si presenta non posso autorizzare il via”. Sicura la risposta di Dusi,” non abbiamo il medico ma in compenso abbiamo due ambulanze, come da regolamento”, ma Meraviglia replica secco, “se non c’è il medico non si fa la corsa, ci vuole comunque un medico a bordo”. Attimi di panico e smarrimento, comincia un vivace consulto tra i presenti, il segretario Antonio Farina scova tra il pubblico a bordo strada un medico, lo avvicina proponendogli di partecipare, lui spiega che è lì di passaggio, è di turno all’ospedale. “Ma noi paghiamo la sua prestazione e le offriamo il pranzo”, precisa Farina. Questi spiega che a quell’ora gli è impossibile cambiare il turno, spiacente deve declinare la proposta. Scatta un rapido giro di telefonate e, oltretutto, essendo un giorno festivo non si trova nessuno disponibile sui due piedi. Nel frattempo la strada è bloccata, i vigili chiedono lumi, considerato che si sta formando una discreta coda di macchine strombazzanti, corridori e ammiraglie fremono non capacitandosi del ritardo del via, il tempo stringe. Dusi, allo stremo, ha un’improvvisa illuminazione, chiama il giornalista al seguito, Paolo Nizzola, implorandolo di chiamare a casa la moglie medico e di invitarla ad intervenire. 

Parte la telefonata, la consorte, Fatima Bonomo, che pregustava il giorno di festa, nicchia davanti alla ossessiva richiesta del marito, anche perché deve svegliare e sistemare i due figli piccoli. Nel corso della concitata conversazione, Dusi si impossessa del telefono e in lacrime chiede un aiuto personale, vista la piega che sta prendendo la situazione e la figuraccia che si sta appalesando all’orizzonte, con le relative poco piacevoli conseguenze. Al termine di un rapido scambio di istruzioni e rassicurazioni, Dusi urla ai commissari, “la dottoressa Fatima sta arrivando, sta portando i piccoli dalla nonna”, cercando in tal modo di tacitare il nervosismo crescente. Una manciata di minuti e “la dottoressa Fatima “si presenta davanti al giudice di gara che a questo punto concede il via libera, assegnandole la postazione sull’auto medica, condotta da Francangelo Meroni. Con quasi mezz’ora di ritardo, finalmente si parte in direzione Ghisallo: sarà una gara ricca di scatti e contro scatti ma che richiederà un unico intervento medico, un corridore caduto sui binari della tramvia a Seregno si lusserà un braccio. Durante il percorso, quasi a scaricare la tensione accumulata, Dusi concluderà tutte le diverse comunicazioni via radio con la frase “e ringraziamo la dottoressa Fatima che ci ha consentito di fare la Bollate – Ghisallo.” Al termine della competizione, espletate le operazioni antidoping e consegnato ai giudici il referto medico, “la dottoressa Fatima”, accompagnata da Vittorio Crivellaro, tornerà dai suoi figli a casa per il pranzo, mentre, passato lo spavento iniziale e scaricato lo stress da competizione, al ristorante la Madonnina di Barni potrà celebrarsi un sontuoso banchetto, spesso interrotto da brindisi dedicati al provvidenziale intervento medico. Della serie: tutto è bene quel che finisce bene, anche se non mancherà qualche strascico polemico per le disattenzioni regolamentari, quell’anno ,oltre a due ambulanze, era presente anche una doppia assistenza di cambio ruote ,mancava invece il medico! Come segno di gratitudine per il fondamentale e disinteressato intervento risolutivo, Luigi Dusi, a nome del Pedale, omaggerà “la dottoressa Fatima” con un’ artistica anfora, realizzata dalle ceramiche Grufa

“SPOSTESS PIRLA”

Da presidente della Bollatese calcio ero invitato dal collega del Pedale, Luigi Dusi, a presenziare come ospite alla Bollate- Ghisallo, era l’occasione anche per discutere di una sua idea, una festa dello sport da allestire insieme a tutte le associazioni sportive locali. Come al solito, prendo posto sulla macchina dell’organizzazione, con tanto di targa lasciapassare sulla fiancata, con gli amici Giordano Minora e Paolo Nizzola. Seguiamo un percorso alternativo ai corridori in modo da poter immortalare da punti diversi il loro passaggio. La sosta classica è al bar caffetteria nei pressi della rotonda di Lurago, qui il gruppo transita sempre a tutta velocità, la strada è in discesa, e quindi si possono osservare i ciclisti nel massimo del loro sforzo. Nella pausa caffè viviamo pure un incontro ravvicinato del terzo tipo con Gherardo Colombo, celebrato giudice di Mani Pulite. Torniamo sulla strada e, con sorpresa ,vediamo che non ci sono ancora i vigili per segnalare il passaggio della gara. Da lontano si sente già la macchina apri corsa, con la inconfondibile voce, sparata a tutto volume dall’altoparlante, del mitico speaker Massimo Salmistrari che sta annunciando l’ imminente arrivo del gruppo compatto ad andatura piuttosto sostenuta, richiamando l’allerta generale con il suo classico refrain, “attenzione, attenzione è in arrivo la Bollate Ghisallo, la classicissima di primavera, la Milano Sanremo della categoria allievi“. Quando ci vede si accorge che , bandierine alla mano, stiamo eseguendo l’operazione di fermare il traffico in sostituzione dei vigili del luogo: la gara è in anticipo sulla tabella di marcia. Massimo apprezza il nostro intervento provvidenziale ed esclama a tutta voce, “ ciao ragazzi e grazie”,aggiungendo poi di seguito tutto d’un fiato,“ spostess pirla”in direzione di una vettura che non voleva mettersi da parte. Imprecazione fulminea che ha fatto breccia nel nostro immaginario, tanto da essere simpaticamente rievocata ogni volta che parliamo della manifestazione.

CARLO COSTA – Presidente U.S. Bollatese

UNO SPONSOR PER AMICO

Per anni come Fiat, dapprima come concessionaria Bettonica, successivamente come Fassina, abbiamo fatto da sponsor alla Bollate – Ghisallo, raccogliendo con simpatia le pressanti richieste dell’amico Luigi Dusi, bravissimo nel ruolo di procacciatore di premi, non per niente si definiva, con slang tipicamente meneghino, “el fra cercota”. Oltre al trofeo in palio per il primo classificato, mettevamo a disposizioni alcune auto per il seguito:direzione di corsa, giuria, medico, staffette dell’organizzazione . Inoltre,per rendere anche più coinvolgente il nostro supporto, con i dipendenti delle concessionarie che lo desideravano, partecipavamo alla gara come carovana pubblicitaria, sfilando lungo il percorso con gli ultimi modelli della nostra gamma di autovetture. Prendevamo poi parte da protagonisti alla cerimonia di premiazione, sempre molto munifica, considerato il ricco montepremi a disposizione, testimonianza diretta delle abili capacità del “fra cercota” nel racimolare riconoscimenti concreti tra aziende,  cooperative, negozi, banche, amici. C’era di tutto, somme in denaro, materiale e abbigliamento ciclistico, orologi, cesti salumi, quadri, composizioni floreali, addirittura una volta una cucina, e naturalmente coppe e medaglie. Infine eravamo ospiti del luculliano banchetto. Questa fattiva adesione, affiancandoci alla organizzazione della Bollate Ghisallo, aveva per noi un duplice significato, da un lato incontrarci con gli amici della bicicletta e dall’altro  far socializzare colleghi che lavoravano fianco a fianco ogni giorno.Opportunità dunque per aiutare in maniera concreta un evento del territorio all’insegna della reciproca armonia.

MARIANO BARBIERI

L’IRRUZIONE NEL CORTEO

Quel 25 aprile della metà degli anni Duemila rappresentava per quella edizione della Bollate Ghisallo un insieme di debutti: nuovi dirigenti per il Pedale, novizi gli agenti della stradale che fungevano da battistrada, esordio per il giovane direttore di corsa. Alla partenza, l’esperto Giorgio Minora, da sempre eccentrico esponente “ad personam” della scorta tecnica, si accorda con i poliziotti e la staffetta motorizzata apri corsa sul percorso da seguire: per loro è la prima volta quindi necessitano delle giuste indicazioni. Percorrendo la Comasina, nei pressi di Nova Milanese, Giorgio indietreggia verso le ammiraglie, convinto che la Polstrada e la staffetta di testa abbiamo ormai preso confidenza con le frecce che segnalano il percorso. Succede però che ad un incrocio di più strade, l’avanguardia della corsa tiri dritto ed improvvisamente si trovi ad imboccare un viale, nei pressi di Muggiò, dove dall’altra parte si sta incamminando il corteo celebrativo della ricorrenza, con autorità, gonfaloni, labari, banda musicale. Capito il pericolo, alfine di evitare una imbarazzante e rischiosa collisione, gli agenti accelerano a tutto gas , azionano le sirene sulle moto, per cercare di fermare l’avanzare del corteo e consentire il passaggio del gruppo che sta sopraggiungendo a tutta velocità incurante del cambio di percorso. A rendere ancora più spettacolare la situazione, tra sirene a tutto spiano, incredulità generale, musica della banda in lontananza, la voce agitata dello speaker che irrompe urlando a squarciagola,” attenzione gara ciclistica in arrivo, liberare la strada”, Una autentica scena da film d’azione, con momenti di sorpresa, apprensione, tensione, risoltasi grazie ad una provvidenziale ampia rientranza sulla carreggiata all’interno della quale ha trovato rifugio momentaneo il corteo, con i vigili urbani del luogo attoniti che chiedevano lumi ai poliziotti i quali, nella convulsione degli attimi e degli animi, ammettevano candidamente di aver sbagliato strada e aver ingannato i corridori. sul tragitto da seguire. Passato il gruppo , espletate le formalità dei dovuti chiarimenti e delle scuse del caso,  il corteo è ripartito, la corsa è tornata sul percorso stabilito evitando così di incorrere in ulteriori sorprendenti rischi. Un clamoroso equivoco risoltosi, tra lo spavento generale, in maniera fortunosa e che ha contributo ad aggiungere l’ennesima incredibile chicca da raccontare nella storia della corsa.

L’arrivo con replay

Alla Bollate-Ghisallo può succedere anche questo: durante l’arrivo dell’edizione del 2006 si verificò un curioso e inusuale inconveniente.

Il corridore in fuga, forte del distacco ormai incolmabile sugli inseguitori, si stava preparando, a braccia levate e ad andatura a favore di  inquadratura con sorriso,  a tagliare il  traguardo, dietro il quale decine di fotografi e cineoperatori erano pronti ad  immortalare il momento. Ma non avevano fatto i conti con l’intruso, la moto di servizio guidata da Giorgio Minora che, a bordo di una Guzzi d’epoca e con una vistosa  tuta  modello poliziotto ,con tanto  di paletta rossa, precedeva di pochi metri il vincitore. Ebbene, senza alcun preavviso,  Giorgio si frappose improvvisamente tra gli obiettivi pronti a scattare e il vincitore, impallando la scena dell’arrivo, incurante  degli avvertimenti urlati da fotografi e cineoperatori e diventando di fatto il  protagonista della  situazione. In pratica il vincitore arrivò sotto lo striscione d’arrivo coperto dall’ intruso,  all’indirizzo del quale si scatenarono proteste e imprecazioni.

Fu cosi che per evitare spiacevoli inconvenienti, dopo che si era conclusa la gara, venne concordato di far ripetere l’arrivo a mani alzate al  vincitore, considerato che era giunto sul traguardo  da solo e con notevole distacco sugli inseguitori . Si verificò così un perfetto replay che ha accontentato tutti e placato gli animi.

Giorgio Minora, già ex presidente del Pedale, in sella alla sua Moto Guzzi in servizio

L’arrivo dell’Edizione 2006 con il vincitore “impallato” alla moto di servizio

QUELLA SPERICOLATA AMICIZIA

Nell’assemblea dei soci del Pedale di fine anno 1977, l’allora presidente Vittorio Crivellaro rese nota una direttiva della Federazione Ciclistica che imponeva ad ogni società di  dotarsi di un Direttore di corsa da affiancare ai giudici per garantire il regolare svolgimento delle manifestazioni che venivano organizzate.  La matura età anagrafica della maggior parte dei partecipanti, indusse gli stessi a chiedere la mia disponibilità a ricoprire tale ruolo. Accettai così di seguire il corso, presso il Coni di Milano, alfine di ottenere l’apposito tesserino.

Il debutto avvenne nella Bollate –  Ghisallo del 1978 e nell’occasione ebbi modo di conoscere Luigi Dusi che iniziava ad affiancare il presidente Crivellaro nella gestione dell’attività societaria del Pedale. Dusi si propose di farmi da autista  per l’importante compito  che dovevo affrontare. Salito a bordo della sua Alfa, sul cofano della quale campeggiava bene in vista la  targa  che indicava la direzione di corsa, ebbi modo fin da subito di sperimentare la sua destrezza al volante, una abilità che  gli derivava dalla sua attività di autotrasportare.

Tuttavia, oltre a guidare a tutta velocità per non perdere le varie fasi della corsa, mi fece pure  prendere qualche spavento per la grinta  con cui affrontava, in particolare nel tratto finale della competizione, le vetture che giungevano in senso contrario al transito della corsa, costringendole, in modo non proprio consono alle regole , a fermarsi ai  bordi della strada per non intralciare il passaggio dei corridori . Confesso che il mio sguardo era quasi più concentrato su questo aspetto della sicurezza che non sull’ andamento della  gara, conclusasi senza imprevisti ma con un po’ di batticuore per la mia integrità fisica. Fu un esame di maturità che mi consentì di instaurare con Luigi una sincera amicizia, supportata dalla la sua simpatia e spontanea genuinità, sempre espressa nel più stretto lessico dialettale. Un’ intesa che si è protratta per tutto il periodo della sua presidenza e fino  alla sua scomparsa.

A sinistra, Luigi Dusi per molti anni Presidente appassionato e generoso  del Pedale. In centro, dalla macchina di servizio di Direzione Gara guidata da Dusi  permanentemente a sinistra per tenere sotto controllo lo svolgimento della corsa. A destra, il tesserino di Direttore di Gara

  DIETRO LE QUINTE DELLA BOLLATE – GHISALLO

Un colorito sguardo al femminile sulla corsa

25 Aprile 2006, ore 8,45: un nugolo di cappellini, magliette, selle, ruote, pedali; un attimo di ticchettio sull’asfalto e … via !

96 ragazzi tra i 14 e i 16 anni, provenienti da più regioni italiane, danno inizio alla cinquantesima edizione della Bollate – Ghisallo.

Pietro Minora, Mario Boniardi e Luigi Pasqualini erano riusciti, con la loro passione e tenacia, a far istituire questa gara, riservata alla categoria Allievi, nel 1955, anno in cui si svolse la prima edizione. Il percorso è misto: 65 chilometri tra pianura e salita. I ragazzi sono giovani e forti, ma la fatica e la durezza del percorso che si snoda fra il bel paesaggio della Brianza si fanno sentire: qualcuno cade, qualcuno buca, molti sono vinti dalla stanchezza. Solo 33 arrivano al traguardo! Ecco i primi tre classificati: 1° Davide Orico – 2° Enrico Barbin – 3° Giordano Giupponi. Complimenti a loro e a tutti gli altri partecipanti che, con la loro passione, costanza e sacrificio, tengono vivo uno sport salutare, ecologico e naturalistico! Tutto questo detto da me che li seguivo in auto e che, per altro, di sport ne capisco poco. Qualche chicca, però, ve la posso raccontare.

Alla testa del gruppo , su una Guzzi 500 del ’36, Giorgio Minora. Sul suo pettorale  una scritta: “Scorta tecnica”. Ma, tutto quello che di tecnico c’è su quella moto è una vecchia radio da campo che funziona con dei fili volanti attaccati ad una batteria tenuta insieme da alcuni elastici; però … Giorgio indossa la maglietta originale del Pedale Bollatese, risalente al 1929 !

Dietro al gruppo una lunga fila di auto della Concessionaria Fassina, sponsor ufficiale della corsa, sulle quali trovano posto il Commissario di gara, il medico sportivo, i vari organizzatori, uno dei quali si sbraccia a più non posso sorpassandoci in continuazione, e i curiosi come me. All’arrivo, il buon Minora offusca l’onore del primo arrivato interponendosi tra lui e l’obiettivo del fotografo! Beh, pazienza, speriamo che qualcun altro abbia scattato una foto da una diversa angolazione! Paolo Nizzola, aiutato da Giordano Minora, si occupa della premiazione: con la pacatezza e la professionalità che gli sono proprie, chiama vincitori, premianti e sponsor. Fra gli organizzatori un brulichio. Chi passa una medaglia, chi un mazzo di fiori, chi un orologio offerto dal Curti, chi altri omaggi, chi salamini e bottiglie di vino; tutti si danno un gran da fare: peccato che il primo classificato dimentichi di ritirare la sua coppa e che al cameramen di Telereporter finisca la batteria della cinepresa proprio al momento della premiazione. Cose che capitano!

Poi, tutti a tavola. C’è il tavolo dei motociclisti che hanno prestato servizio di scorta, capitanati da Alfredo Berardi: bei ragazzoni che mangiano, bevono e ridono. Si divertono, mangiano e chiacchierano animatamente anche i meccanici e i venditori della concessionaria Fassina che hanno fatto sfilare le ultime novità automobilistiche fra cui la nuova Panda, la 16, prima Suv di casa Fiat e l’ultimo coupè dell’Alfa, la bella Brera! Con loro anche il medico della corsa, il giovane Luca Pizzi, prontamente accorso in aiuto ai ciclisti caduti. C’è il tavolo del Presidente Malerba, dei vice-presidente e dei vari consiglieri; c’è quello del presidente onorario Luigi Dusi, con Carlo Verga, public relation della Società; c’è quello degli sponsor con la figlia di Mesini, Alessandra, che scatta foto e fa la Miss ufficiale della gara, offrendo fiori e il classico bacio ai vincitori; con loro i coniugi Crippa e Massimo Salmistrali, consigliere, cassiere e speaker spiccio ed incisivo. Non mancano neppure il simpatico e colto Commissario di gara e il prete del Santuario della Madonna del Ghisallo, il quale, col suo impegno, è riuscito ad ottenere la partenza di una tappa del prossimo Giro d’Italia proprio dalla sua Chiesetta. C’è il tavolo con l’infaticabile Farina, segretario e factotum dell’organizzazione, quello dei tanti consiglieri tutti gasati e contenti per il buon esito della manifestazione. Ascolto qualche pettegolezzo e mi diverto. Arriva il momento della foto con la torta. –Dai, venite!- Qualcuno si avvicina prontamente e c’è subito chi commenta: -“Te vist? Quel lì el se met subit in prima fila!- -Per forza! L’è el pussè picinin! – “( Hai visto? Quello lì si mette subito in prima fila!- -Per forza, è il più piccolo! ). Mi guardo attorno e penso ai bei cognomi bollatesi che da tanto tempo non sentivo così numerosi: Doniselli, Dusi, Farina, Meroni, Minora , Nizzola, Radice, Verga … e a quelli bollatesi d’adozione come Papillo. . Tutte persone queste che si danno da fare appassionatamente e spassionatamente per i giovani d’oggi.  Vedendoli, mi sembrano appartenere ad un’unica famiglia, i cui membri sono più o meno monelli, più o meno chiacchieroni, più o meno creativi…ma affiatati ed uniti nel bisogno e penso che se ci fosse stato Pietro Minora, “ el Presidentun ” , avrebbe esclamato ancora una volta: “ Sum cume la pita cunt i so’ purasitt “ ( Sono come la chioccia coi suoi pulcini ).

E’ ora di tornare a casa. La mia passione per le auto mi spinge a chiedere a Maurizio, il giovane pilota della Brera, un passaggio fino a Bollate. –“Se non ha paura!-“,la sua risposta secca. – Neanche per idea! – ed ero già al posto del passeggero. Parte con una sgommata, curva e contro curva a tutta birra: mi guarda di sottecchi pensando o sperando di trovarmi atterrita; resta deluso, ma anche piacevolmente sorpreso e ci divertiamo fino a casa.

Marisa Restelli

Marisa Restelli report d’eccezione dell’edizione 2006 della Bollate Ghisallo

PERCHE’ NON SI CORRE PIU’

Sono molteciplici le motivazioni che hanno indotto noi del Pedale Bollatese a non proseguire con l’organizzazione della nostra storica manifestazione ciclistica per categoria allievi, la Bollate-Ghisallo, dopo essere arrivati a ben 57 edizioni!

Era un fiore all’occhiello della nostra associazione, lo sappiamo, ma purtroppo ci siamo ritrovati a dover fare i conti con alcune problematiche e tematiche difficili da affrontare e sostenere.

La prima, quella di dover fare i conti con un ricambio generazionale, che nel nostro gruppo purtroppo non è avvenuto. Ci siamo così trovati a non avere forze fresche” che potessero coadiuvare e collaborare per organizzare l’evento. E sappiamo bene quanto lavoro, burocratico e non solo, sia indispensabile per organizzare una corsa ciclistica “in linea” che attraversa ben 23 Comuni di 3 Province lombarde.

La seconda, quella delle eventuali responsabilità che ricadrebbero sui dirigenti dell’associazione, in caso vi fosse un incidente o qualcosa andasse male, in fase di svolgimento della manifestazione. E qui entra in causa la pericolosità delle nostre strade, poco adeguate e ormai poco sicure per una corsa in bicicletta.

La terza riguarda l’aspetto economico, ovvero i costi da sostenere, che per una associazione come la nostra, viste anche le attuali difficoltà nel recuperare i quattrini utili al sostegno delle spese vive, “pesano” davvero tanto.

Foto di gruppo dello staff dirigenziale del Pedale Bollatese, dopo lo svolgimento della 57esima edizione della Bollate – Ghisallo, all’interno dell’omonimo storico museo.Al centro il campione olimpico, nonché assessore regionale allo sport, Antonio Rossi. ( per gentile concessione del Pedale Bollatese) 

Siamo davvero rammaricati di non vedere più inserita la nostra classicanel calendario ciclistico federale e nelle successive classifiche finali di testate giornalistiche locali e del web.

Lo siamo, perché per molti anni ci eravamo abituati a vedere sotto lo striscione d’arrivo del mitico Ghisallo, ragazzi che negli anni a venire abbiamo poi ritrovato tra i professionisti del nostro amato sport.

E ancora lo siamo, perché la soddisfazione al termine della corsa era davvero grande, sapendo di aver dato il nostro contributo al ciclismo dei giovani.

Da quel 1927, anno della fondazione, di anni ne sono passati ben 95, ma la nostra attività comunque prosegue, eventi e manifestazioni nel frattempo si sono susseguiti e continuano a susseguirsi e i cento anni di storia ciclistica sono uno dei nostri prossimi obiettivi.

Ci stiamo preparando!

Fabiano Andreoli
A nome del Presidente Doniselli Virginio e di tutti i soci

Il manifesto della 30^ Edizione della Bollate Ghisallo Memorial Minora Pietro  – 1985

Ove non espressamente indicato – Foto Giordano Minora – Archivio Giordano Minora

Una vita a maneggiare notizie tra giornali, radio e tv,  tanto da farne un libro autobiografico, Ho fatto solo il giornalistaMilanista da sempre, (ritiene che la sua più bella intervista l’abbia realizzata con Gianni Rivera), appassionato di ciclismo, (è coautore del libro Una storia su due ruote), amante della musica jazz (è presidente dell’Associazione Bollate Jazz Meeting). Gaudente a tavola, soprattutto in buona compagnia.  Insomma, gran curioso di storie, di umani e di situazioni.
Paolo Nizzola

Ha sempre coltivato diverse passioni. La musica nei suoi aspetti più vari, la fotografia, la storia locale e lo  sport sono sempre stati al centro dei suoi interessi. Una costante curiosità per tutto ciò che lo circonda lo ha portato a conoscere molti jazzisti italiani e americani o a scoprire aspetti dimenticati di quanto avvenuto in passato nella sua città. Ha collaborato alla realizzazione delle pubblicazioni Bollate 100 anni di immagini (1978), Una storia su due ruote (1989), Il Santuario della Fametta (2010), La Fabbrica dimenticata (2010), Il soggiorno a Bollate di Ada Negri (2014). Ha curato anche diverse mostre fotografiche, fra le quali La prima guerra mondiale nella memoria dei Bollatese (2015), La Fabbrica dimenticata (2010), I 40 anni di Radio ABC (1977). È tra i fondatori dell’Associazione Bollate Jazz Meeting (1994) di cui è segretario.
Giordano Minora