11 Novembre: San Martino

Appunti in occasione della patronale

La statua di San Martino che domina la facciata della chiesa parrocchiale di Bollate a lui intitolata (Foto Giordano Minora)

Da alcuni anni fa bella mostra di sé, tra le navate della chiesa parrocchiale, il vecchio glorioso stendardo con l’effige di San Martino, raffigurato nella sua immagine simbolo mentre dona parte del  mantello ad un povero. Un’icona che vuole ricordare l’atto di generosità del patrono: un monito perenne al principio di solidarietà e condivisione. Quanti anni avrà questo manufatto che, debitamente restaurato, è tornato a risplendere negli anni Ottanta? Tanti, sicuramente. I bollatesi della terza età ricordano quando sfilava nelle processioni portato da ben sei confratelli e già allora non era nuovo: tutto confezionato a mano da abili ricamatrici dell’epoca, per un impegno calcolato in circa 400 ore lavorative in un fervore profuso in maniera gratuita che testimonia l’attaccamento e la devozione dei nostri vecchi al santo patrono. Perché il giorno della patronale, a Bollate, era festa grande, un momento sentito da tutta la comunità, tanto che l’11 novembre e diventato una data significativa per svariate iniziative legate al patrono.

Il gesto di San Martino raffigurato nell’abside della chiesa parrocchiale (Foto Giordano Minora)

FARE SAN MARTINO

Era giorno di vacanza nelle scuole, negli uffici e nelle fabbriche, nel mondo agricolo invece, per i contadini che non erano impegnati nel “fàa san Martin”, ossia il trasloco da una cascina all’altra per  andare a coltivare un nuovo podere presso un proprietario diverso (immagine ben illustrata dalla scena finale de “l’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi), era giorno di fiera e festa allo stesso tempo.

A sinistra, l’antico labaro, ricamato a mano, raffigurante San Martino e restaurato di recente da “Il Ricamo”. A destra, statua in legno opera di Giorgio Minora. Entrambi i manufatti sono esposti nella chiesa parrocchiale. (Foto Giordano Minora)

Si cominciava alle 10: messa solenne in canto, nel corso della quale, subito dopo la predica, richiamandosi al gesto di carità del santo, la Conferenza di San Vincenzo offriva un abbigliamento completo ad alcuni bambini poveri.“Oggi sarebbe fuori luogo- scrive Emilia Tenconi, già presidente della San Vincenzo, nelle sue memorie datate anni Settanta- ma in tempo di guerra credo sia stata una manna per tante famiglie”. Dopo la funzione religiosa, spazio alla fiera e alla benedizione del bestiame. Una sfilata di animali di varie razze in esposizione lungo piazza san Francesco e via Cavour, con tanto di giuria che premiava i migliori manzi, bovini, suini, vitelli da latte, cavalli, ce n’era per tutti i gusti.

Lungo la via Cavour  l’esposizione degli animali presentati dalla Macelleria Restelli

Luigi Restelli “Gino”, titolare della macelleria di via Leone XIII, con la figlia Marisa di ritorno dalla Fiera del Bestiame del 1953

Il vitellone della Macelleria Restelli vincitore del primo premio della categoria – 1959 Foto gentilmente concesse da Marisa Restelli

Luigi Restelli “Gino”, coadiuvato dai suoi collaboratori, con gli esemplari da presentare alla Fiera del Bestiame (1953)

 Una manifestazione seguitissima che richiamava persone anche dai paesi limitrofi. Nei vecchi calendari di Chiaravalle, il celeberrimo “el cerevalin”, la manifestazione era menzionata, quindi era ritenuta di una certa importanza nell’intero milanese. L’ultima edizione si è svolta nel 1959. 

Nel pomeriggio, poi, ad anni alterni, c’era un’altra tipica usanza bollatese, veniva amministrata la santa Cresima.

LA COOPERATIVA SAN MARTINO

Il logo della Cooperativa San Martino

L’11 novembre del 1950 venne presentata ufficialmente la Cooperativa edificatrice San Martino, l’atto fondativo fu siglato qualche giorno prima, il 29 ottobre, davanti al notaio Luigi Rossi, tanto per essere in sintonia nella sede di piazza San Martino. I 17 fondatori, ispirandosi e ponendosi sotto la protezione del patrono, si riproponeva di “acquistare aree per la edificazione di case di tipo economico popolare da assegnare ai soci sia in locazione semplice o con il patto di futura vendita”, avviando un’avventura imprenditoriale che è cresciuta e si è sviluppata nel tempo, proseguendo tutt’ora. Un’ iniziativa sociale che era stata anticipata, nel 1912, dalla nascita del circolo vinicolo San Martino, sorto da una costola della antesignana “Mutua Bestiame”, con il patrono dunque ancora protagonista.

Giuseppe Mantegazza, detto Gepp, e Mario Bugatti, detto Brandi, posano con l’esemplare bovino presentato alla Fiera dalla Cooperativa La Speranza (Copertina volume la Cooperazione Cattolica a Bollate- 1990)

LA CONSACRAZIONE DEL 1899

11 novembre del 1899 è datata l’ultima consacrazione della chiesa parrocchiale. Ingrandita con la costruzione del transetto, del presbitero e del coro, su progetto dell’ingegner Roncoroni, venne benedetta nel giorno del santo patrono dall’arcivescovo di Milano, il beato cardinal Andrea Carlo Ferrari. Una celebrazione che cadde nel mezzo di una settimana di festeggiamenti con processioni, comunioni e momenti ludici, culminati con un pellegrinaggio di ringraziamento al santuario di San Giulio d’Orta il 2 settembre del 1900. Insomma, un’ altra occasione per poter far festa. Oggi non ci sono più quei nonni a raccontarcelo perciò possiamo soltanto cercare di immaginarlo. Siamo però certi di una cosa: i nostri vecchi forse esteriormente non lo manifestavano troppo, ma il loro patrono sapevano onorarlo. Eccome!

Informazioni tratte da Emilia Tenconi, memorie – anni Settanta, Informatore Bollatese – fine anni Cinquanta- La Cooperazione Cattolica a Bollate- 1990

SAN MARTINO OGGI

Da alcuni anni la festa patronale ha assunto una forma diversa al passo con i tempi e con le nuove situazioni sociali e culturali createsi con la trasformazione della città.

La celebrazione religiosa avviene la sera della vigilia della festa: una concelebrazione solenne, alla presenza delle autorità cittadine, del mondo associativo e dell’intera comunità nel nome del patrono e nella attualità del suo messaggio di carità.

L’11 novembre, sempre nella parrocchiale, è in programma in serata l’ormai tradizionale concerto di San Martino, che quest’anno ha tagliato il traguardo delle 25 edizioni. Per la significativa circostanza è stato chiamato ad esibirsi il talentuoso pianista milanese Davide Cabassi. Promosso dalla Accademia Vivaldi -Istituto musicale città di Bollate- insieme con l’assessorato comunale alla cultura e pace, la parrocchia San Martino, e la collaborazione di CSBNO, Unione Commercianti Bollate, Cooperativa Edificatrice Bollatese, Remax Fiducia di Marisa Tonetto, Kwai Italia e Associazione Primavera di Baggio, ha visto passare nel corso degli anni musicisti ed ensemble di fama nazionale ed internazionale che hanno presentato esecuzioni sinfoniche particolarmente suggestive e ricche di suoni, armonie e melodie, per un prestigioso omaggio in musica alla ricorrenza. 

La domenica successiva all’11 novembre, presso il teatro “La Bolla”, avvengono i festeggiamenti civili, con la cerimonia di consegna delle civiche benemerenze (San Martino d’oro), da parte della amministrazione comunale, a cittadini, enti, associazioni che si sono distinti per impegno e buone cause all’interno della città.

Infine, per dare un tocco di squisitezza alla ricorrenza, l’Accademia Vivaldi, in collaborazione con la pasticceria di Marco Restelli, da alcuni anni produce e distribuisce ”il pane di San Martino”, un biscotto dolce di pasta frolla con la forma dell’immagine iconica del santo.

11novembre 2022- chiesa di San Martino, le autorità cittadine assistono al concerto del pianista Davide Cabassi (foto Giordano Minora)

11 novembre 2022-chiesa di San Martino. Il pianista Davide Cabassi, protagonista della 25esima edizione del concerto per la patronale, promosso dalla Accademia Vivaldi- Istituto Musicale Città di Bollate- in collaborazione con l’amministrazione comunale e la parrocchia.(Foto gentilmente concessa da Giuseppe Reppucci)

13 novembre 2022 – Teatro La Bolla Bollate
La cerimonia di consegna dei premi San Martino 2022. il sindaco Francesco Vassallo legge le motivazioni dell’assegnazione della Civica Benemerenza Città di Bollate – San Martino d’Oro alla memoria all’architetto Pietro Ferrari. Sul palco con il primo cittadino, il figlio Giorgio ,la nipote Michela e il presidente della Cooperativa San Martino Emanuele Castelnovo.

13 novembre 2022 – Teatro La Bolla Bollate
Cerimonia di consegna dei premi San Martino 2022.
In posa per i fotografi ,da sinistra: Emanuele Castelnovo, Giorgio Ferrari , il sindaco Vassallo, Michela Pelassa, la consigliera comunale Gloria Caccavale – Foto Giordano Minora

La Fiera del Bestiame

Fino agli anni Cinquanta, in concomitanza con la festività di San Martino, aveva luogo la tradizionale Fiera del Bestiame. Alla  manifestazione partecipavano  gli allora numerosi  allevatori , macellai e negozianti bollatesi . Il clima festoso della  Fiera  costituiva , soprattutto per i i bambini, un momento di gioia e di eccitazione  per la possibilità di vedere tanti animali che , allineati lungo la via,Cavour, venivano giudicati da una apposita commissione per l’assegnazione di premi costituiti da medaglie e diplomi.

Le categorie di animali erano tra le più diverse e curiose costituite da vacche da latte, manze, manzi da allevamento, vitelli, tori, cavalli, puledri, maiali.

Gli esemplari presentati dalla Cooperativa La Benvenuta nella Fiera del 1959 (Archivio Giordano Minora)

La Fiera del Bestiame degli anni 1958 e 1959  negli articoli de “L’informatore Bollatese” (Archivio Giordano Minora)

A sinistra, medaglia d’oro vinta dalla Macelleria Restelli nella Fiera del Bestiame del 1959 (per gentile concessione di Marisa Restelli). A destra, medaglia assegnata nell’edizione dell’anno 1958 (Archivio Giordano Minora)

Diploma per il primo premio ottenuto dalla Cooperativa La Benvenuta nella Fiera del Bestiame del 1957 (Archivio Cooperativa Edificatrice Bollatese)

San Martino – Giosuè Carducci

Giosuè Carducci (1835-1907), primo italiano a vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1906, compose la poesia scritta in concomitanza con la commemorazione del santo, ricorrenza nella quale si festeggia per tradizione la maturazione del vino nuovo e da cui scaturisce il proverbio “ A san Martino ogni mosto diventa vino”. 

La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull’uscio a rimirar

Tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.

Il poeta Giosuè Carducci

Nel mondo contadino la ricorrenza di San Martino rappresentava il giorno in cui scadevano i contratti d’affitto e mezzadria dei terreni e delle abitazioni. Questa circostanza faceva si che nelle varie cascine avvenissero spostamenti di intere famiglie da un podere all’altro, portandosi appresso le masserizie domestiche.

Scena del trasloco di San Martino, fotogramma del film “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi girato nel 1978

Ave San Martin, On Orazion

A ti san Martin, vècc vescov de Tours

che de Bolaa te set el protettor…

num te rivolgium on’ orazion.

Ave el te dis el bolates cun tanta devùsion

monda i noster coeur da ogni tentasiun

benedis la sufferensa el tribulà bagnaa de magun*

e calma chi vif rabiàa* e brusa de pasion.

Ave el te dis cunt tutt el coeur un bollates

de potegg la brava gènt del nost paes

omen, donn, giuin e vècc, san e malaa..

taia ancamò, divd el tò mantell

e vùta* el pover cume el fuss un urfanèll

Oh san Martin, eterna primavera…

custòd dei noster grasi in paradis…

viva speranza di noster tradisiun…

Ave te disi parlando in meneghin

per el bel su che brilla in november tevedin.

Intant…l’estàa de san Martin el passa..

november cumincia el frècc e vègn la scighera*

ma ti san Martin ristora chi se riposa in la sera

e sculta la nostra orazion con un proponimènt

de onorat fina al di che vegnarèm* a tì arènt*

e per incoeu con devusion invochi la tua benedisiun

DANTE TAGLIABUE -1986 – tratta dal volume Libertà de Penser

Legenda: Magun = voglia di piangere, Chi vif rabiàa = chi vive arrabbiato, Scighera= nebbione, Vùta= aiuta, Vignarèm= verremo, ti arénta = a te vicino

San Martino di Tours

(Sabaria, Pannonia-attuale Ungheria-316 d.c. – Candes 397)

Trascorse l’infanzia a Pavia entrando in contatto con la religione cristiana.

Avviato dal padre alla carriera militare, fu posto di guarnigione ad Amiens come soldato che faceva parte della guardia imperiale. Durante una ronda notturna, nel 335, Martino si imbatté, in pieno inverno, in un povero seminudo. Vedendolo sofferente, tagliò in due il suo mantello e lo condivise con il mendicante (da qui la leggenda de “l’estate di san Martino”, in riferimento al mitigamento di clima originato dal suo atto di carità). Folgorato da questo atto solidale, nella Pasqua dell’anno successivo ricevette il battesimo.

Nel 354 partecipò alla campagna sul Reno con l’imperatore Costanzo, dopo la quale ottenne il congedo. Un breve soggiorno in Pannonia e poi si stabilì a Poitiers, dove il vescovo Ilario lo ordinò sacerdote. Nel 371 venne eletto vescovo di Tours per acclamazione popolare e da allora si dedicò all’evangelizzazione delle campagne e all’istruzione del clero.  

Morì l’8 novembre del 397 a Candes, sepolto a Tours  nella basilica che porta il suo nome. Viene festeggiato l’11 novembre, giorno del suo funerale. E’ considerato uno dei fondatori del monachesimo in Occidente. Molte sono le parrocchie a lui dedicate in Europa e in Italia, nel milanese, oltre a Bollate, Magenta, Legnano, Inveruno, Biassono, Bovisio Masciago,Cusano Milanino, Lambrate e Villapizzone.

Una vita a maneggiare notizie tra giornali, radio e tv,  tanto da farne un libro autobiografico, Ho fatto solo il giornalistaMilanista da sempre, (ritiene che la sua più bella intervista l’abbia realizzata con Gianni Rivera), appassionato di ciclismo, (è coautore del libro Una storia su due ruote), amante della musica jazz (è presidente dell’Associazione Bollate Jazz Meeting). Gaudente a tavola, soprattutto in buona compagnia.  Insomma, gran curioso di storie, di umani e di situazioni.
Paolo Nizzola

Ha sempre coltivato diverse passioni. La musica nei suoi aspetti più vari, la fotografia, la storia locale e lo  sport sono sempre stati al centro dei suoi interessi. Una costante curiosità per tutto ciò che lo circonda lo ha portato a conoscere molti jazzisti italiani e americani o a scoprire aspetti dimenticati di quanto avvenuto in passato nella sua città. Ha collaborato alla realizzazione delle pubblicazioni Bollate 100 anni di immagini (1978), Una storia su due ruote (1989), Il Santuario della Fametta (2010), La Fabbrica dimenticata (2010), Il soggiorno a Bollate di Ada Negri (2014). Ha curato anche diverse mostre fotografiche, fra le quali La prima guerra mondiale nella memoria dei Bollatese (2015), La Fabbrica dimenticata (2010), I 40 anni di Radio ABC (1977). È tra i fondatori dell’Associazione Bollate Jazz Meeting (1994) di cui è segretario.
Giordano Minora